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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
11.01.2005 Curzio Maltese scrive la recensione del film di Saverio Costanzo "Private"
cui affibia un "dieci politico"

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 11 gennaio 2005
Pagina: 85
Autore: Curzio Maltese
Titolo: «Il piccolo gioiello (poco italiano) dell’esordiente Costanzo Junior.»
Questa è una recensione di un film del figlio di Maurizio Costanzo scritta da Curzio Maltese.


Da anni non si vedeva un film di un esordiente italiano tanto bello e coraggioso come questo Private di Saverio Costanzo, finalmente in uscita nelle sale dal 14 gennaio, dopo aver trionfato l’estate scorsa al festival di Locarno. Un’opera sorprendente per maturità e forza espressiva (…)
La storia è paradossale come sa essere soltanto la realtà. E’ la vicenda, ispirata a un caso vero, di una famiglia palestinese che ha la sventura di abitare sul preciso confine fra un insediamento arabo e una colonia ebraica. L’esercito israeliano decide di occupare la casa e farne una base di operazioni. Il capofamiglia, Mohammad, un professore d’inglese, viene confinato al piano terreno con la moglie e i figli. Il primo piano diventa una caserma. (…) Il padre Mohammad, pacifista convinto, cerca un dialogo con gli occupanti (…) personaggio indimenticabile di anti-eroe palestinese. Grazie anche all’immenso talento dell’interprete … un autentico genio della recitazione… La forza di Private non risiede però soltanto nel protagonista. Intorno alla resistenza umana del padre si muove un microcosmo… E’ notevole la capacità di cambiare la prospettiva, minare le solide convinzioni che circondano la questione palestinese e in generale il così detto scontro di civiltà. Basta entrare nel cuore di una sola famiglia per capire che il mondo arabo è composto di tanti mondi e modi diversi di concepire il rapporto con l’altro, la guerra, l’Occidente. Perfino il tratto femminile, materno, con il quale il capofamiglia cerca di rendere tollerabile un teatro di guerra, opposto all’orgoglio guerriero di tante madri palestinesi, potrebbe suggerire qualche ripensamento sul modo occidentale di vedere i ruoli familiari e sessuali nell’universo islamico.
…Fra gli stessi soldati israeliani, brutali per necessità, s’allunga col tempo un’ombra di dubbio, una malinconica vergogna. Qui entra in scena un altro attore straordinario del film, che è la casa… una piccola, dignitosa roccaforte di vita normale nella follia. Reagisce all’invasione dei soldati come uno dei membri della famiglia e alla fine impazzisce. E’ vicino lo sguardo, sospeso tra ironia e dolore, carico di pietas per una tragedia dove esistono soltanto le vittime. (…)
La speranza è che Private non sia destinato al culto di pochi. E’ uno dei pochissimi film italiani da non perdere, per quanto sia pochissimo italiano (ma è un difetto?). Molto più che un gioiellino confezionato per la noiosa cerchia dei cinefili. Un grande racconto, denso di emozione, dal ritmo inesorabile come un thriller. Private segna anche la nascita di un grande regista, Saverio Costanzo. Finalmente un giovane che rischia e mira alto. Ha venduto il suo film in 25 paesi dove felicemente non conoscono suo padre Maurizio… Ma perché lasciarselo sfuggire?".
Ci sorge il sospetto che l'approvazione così entusiastica di questo film abbia qualcosa a che fare con le dichiarazion antiisraeliane con cui il regista ne ha accompagnato il lancio, con la partecipazione come attore del regista del film Jenin Jenin, operazione di propaganda improntata alla più spudorata falsificazione...

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