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La Repubblica Rassegna Stampa
14.09.2023 Putin e Kim, l’asse del male
Cronaca di Rosalba Castelletti

Testata: La Repubblica
Data: 14 settembre 2023
Pagina: 16
Autore: Rosalba Castelletti
Titolo: «Brindisi, armi e razzi spaziali, tra Putin e Kim 4 ore di vertice»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 14/09/2023, a pag.16, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Brindisi, armi e razzi spaziali tra Putin e Kim 4 ore di vertice".

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Rosalba Castelletti

Brindisi, armi e razzi spaziali: le 4 ore di vertice tra Putin e Kim.“Uniti  contro l'imperialismo” (sbbf)
Vladimir Putin con Kim Jong-un

«Compagno», si son detti ben dodici volte tra un brindisi e l’altro. Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un hanno cementato così, con cameratismo comunista, il loro secondo vertice in quattro anni tra paria del mondo ultra-sanzionati, ma dotati di armi nucleari. Dopo la ridda di ipotesi, l’incontro anticipato dall’intelligence statunitense è avvenuto nel cosmodromo di Vostochnyj, Estremo Oriente Russo. Località tutt’altro che casuale. In cambio delle armi che potrebbero ridare fiato all’offensiva russa in Ucraina — così sospetta Washington — Kim sembra cercare tecnologia spaziale utile non solo a coronare il suo sogno di lanciare in orbita un satellite spia dopo i due falliti lanci di quest’anno, ma anche a potenziare il suo programma missilistico. Putin stesso lo ha lasciato intendere: «È per questo che siamo venuti qui, il leader nordcoreano è interessato alla tecnologia missilistica », ha detto dopo una stretta di mano durata 40 secondi accompagnando il suo ospite nella base. Dopo aver lasciato un augurio sul libro dei visitatori («La gloria della Russia, che ha dato vita ai primi conquistatori dello spazio, sarà immortale »), Kim ha invece alluso al conflitto in Ucraina. «Sono certo che rimarremo uniti nella lotta contro l’imperialismo», ha detto definendo il vertice «un trampolino per innalzare i rapporti tra i nostri Paesi». Nessuna parola sul suo contributo. Anche se il lancio in mattinata dai pressi di Pyongyang di due missili balistici a corto raggio, il primo effettuato in assenza del Leader Supremo in patria, aveva tutta l’aria di un biglietto da visita. Commentando l’ipotesi di una collaborazione tecnico- militare tra i due Paesi, Putin del resto non ha smentito, anche se è stato evasivo. «Ci sono alcune restrizioni, la Russia le rispetta tutte, ma ci sono temi di cui possiamo parlare. Parleremo di ogni argomento, anche di quelli più sensibili». I colloqui, prima allargati ai ministri e poi faccia a faccia, sono durati oltre quattro ore. In agenda con molta probabilità non solo armi e satelliti, ma anche manodopera. Almeno così lascerebbero intendere i componenti della delegazione nordcoreana. A bordo del treno verde blindato di Kim, oltre alla sua potente sorella Kim Yo-jong, c’erano il direttore del dipartimento dell’industria delle munizioni, il presidente del comitato per la scienza e la tecnologia spaziale, l’ammiraglio della Marina, il capo della Difesa e il vicepremier responsabile dell’edilizia. A cena sono fioccati i brindisi mentre in tavola sfilavano “pelmeni” di granchio della Kamchatka, zuppa di pesce bianco dell’Amur, storione e manzo, il tutto innaffiato da vini bianchi e rossi della tenuta di Divnomorskoe, Territorio di Krasnodar. «L’esercito e il popolo russo riporteranno sicuramente una grande vittoria nella sacra lotta per punire le forze del male che perseguono ambiziosamente l’egemonia e l’espansione », ha detto Kim brindando alla «salute di Putin» e assicurando sostegno «nella lotta contro l’imperialismo ». «In Corea c’è un proverbio: i bei vestiti sono quelli nuovi, ma i migliori amici sono quelli vecchi. E la nostra gente dice: un vecchio amico è meglio di due nuovi», ha risposto il padrone di casa. Al termine del banchetto Kim è partito in aereo per visitare le fabbriche di jet militari e civili di Komsomolsk sull’Amur e ispezionare la flotta russa del Pacifico a Vladivostok. Nessuna dichiarazione pubblica su eventuali accordi militari se non l’annuncio che il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov visiterà Pyongyang per ulteriori colloqui il mese prossimo. All’inizio del 2023 Washington aveva già accusato Pyongyang di fornire proiettili a Mosca per armare Wagner a Bakhmut, mentre il capo dell’intelligence di Kiev Kyrylo Budanov ieri ha sostenuto che consegne di armi sono in corso già «da un mese e mezzo». Gli esperti tuttavia invitano a non esagerare i timori. La domanda è fin dove Putin sia disposto a spingersi per soddisfare la lista dei desideri del Maresciallo. Non è scontato che voglia condividere con lui tecnologie spaziali-militari sensibili in cambio di lente consegne via terra di munizioni e razzi d’età sovietica che potrebbero sì integrare le sue scorte, ma non fornirgli un vantaggio decisivo nel teatro ucraino. C’è chi non esclude che il vertice sia stato soprattutto uno show diplomatico per pungolare gli alleati di Kiev, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud. «Mosca — sostiene Antoine Bondaz, esperto della Fondazione per la Ricerca Strategica (Frs) — ha tutto l’interesse a organizzare un riavvicinamento con Pyongyang, non necessariamente ad acquistare armi». Nel video pubblicato su Telegram dal conduttore televisivo russo Pavel Zarubin, il leader del Cremlino sorrideva e sembrava compiaciuto mentre salutava Kim che si allontanava circondato da numerose guardie del corpo. Qualsiasi cosa cercasse in questa visita, è probabile che lo abbia ottenuto.

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