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La Repubblica Rassegna Stampa
02.08.2023 Il conflitto ora comprende anche Mosca
Analisi di Rosalba Castelletti

Testata: La Repubblica
Data: 02 agosto 2023
Pagina: 12
Autore: Rosalba Castelletti
Titolo: «Nella city di Mosca colpita dai droni: 'Il conflitto ora è qui e abbiamo paura'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 02/08/2023, a pag.12, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Nella city di Mosca colpita dai droni: 'Il conflitto ora è qui e abbiamo paura' ".

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Rosalba Castelletti

Gli attacchi con i droni su Mosca sono diventati più frequenti - Il Post

MOSCA — I dipendenti della cittadella degli affari Moskva-Citi arrivano alla spicciolata. Hanno approfittato della pausa pranzo per sgattaiolare fin qui e curiosare. Scattano foto col cellulare con lo sguardo rivolto all’insù. Al grattacielo “Iq Kvartal” colpito da un drone per la seconda volta in due giorni. Indicano quel ventre nero aperto al ventunesimo piano, i vicini pannelli di vetro anneriti dall’esplosione, le putrelle di metallo carbonizzate e contorte e i caschetti degli operai che ogni tanto fanno capolino mentre sferragliano. Più sotto, al decimo piano, le finestre divelte dall’attacco di domenica scorsa sono già state serrate da lastre di compensato che si mimetizzano con la facciata. «Panico? No. Lavoriamo normalmente. Certo, un po’ fa paura. Oramai non sai mai dove e quando sarà il prossimo incidente. Il mio ufficio è al 91esimo piano della Torre della Federazione. Un bersaglio facile. Ma con i colleghi non ci sentiamo sicuri neppure a casa perché un mese fa un drone ha colpito un complesso residenziale», spiega Zhanna, 41 anni, da sette impiegata nella City di Mosca, che però non se la sente di dare colpe a nessuno, né a Mosca né a Kiev. «Siamo in guerra. E ogni mezzo è lecito. Anche colpire strutture civili». Vasilij lavora nell’edificio di fronte a Iq Kvartal. Si ferma davanti al cartello che spiega che l’area è chiusa per «motivi tecnici». Oltre il cordone, ci sono mezzi dei pompieri e qualche poliziotto annoiato. «Finché colpiscono di notte, non mi preoccupa», dice tra lo sfriggere dei saldatori che arriva dall’alto. «Ho amici che vivono a Odintsovo e sentono la difesa aerea entrare in funzione tutti i giorni. È da lì che arrivano i droni». I suoi colleghi sostengono che faranno ricorso al lavoro da remoto incoraggiati anche dalle aziende. Come il colosso digitale Yandex che domenica ha inviato un invito ai dipendenti a «non lavorare in ufficio di notte» e a «stare attenti!». Moskva-Citi, il complesso di oltre 15 grattacieli che sorge sulla sponda occidentale del fiume Moscova, a poco più di sette chilometri dal Cremlino, ospita agenzie governative, aziende statali e private, nonché appartamenti e negozi. Come domenica scorsa, l’attacco è avvenuto intorno alle tre del mattino e ha colpito la cosiddetta “Torre dei ministeri”. Ne ospita ben tre: Industria e commercio, lo Sviluppo economico e lo Sviluppo digitale. Il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin ha detto che stavolta è stata danneggiata un’area di oltre 150 metri quadrati e che l’aeroporto di Vnukovo è stato chiuso per un breve periodo. Il ministero della Difesa invece ha rivendicato di aver sventato il «tentato attacco terroristico » ucraino abbattendo due droni a Ovest di Mosca e intercettando un terzo che però sarebbe andato «fuori controllo» fino a schiantarsi a Moskva-Citi. «È strano», sospetta Andrej fumacchiando. «Hanno colpito due volte lo stesso posto. Checché ne dicano le autorità, è ovvio che l’obiettivo fosse quel grattacielo. Chissà a che cosa mirano». Non è l’unico a chiederselo. Persino Margarita Simonjan, direttrice di Rt ,ha chiesto spiegazioni. Stando a Verstka , nel quadrilatero dei grattacieli, avrebbero proprietà la figlia di Vladimir Putin Katherina Tikhonova, il figlio del capo di Rostec Sergej Chemezov, familiari del presidente siriano Bashir al-Assad e l’italiano Lanfranco Cirillo, “l’architetto di Putin” com’è soprannominato per aver progettato il suo Palazzo di Gelendzik. Ma, secondo il colonnello ucrainoRoman Svitan interpellato dal canale Telegram Possiamo spiegare , i droni puntavano proprio agli uffici del ministero dello Sviluppo digitale che ha creato un’unità di hacker e sta anche sviluppando il registro digitale unificato delle reclute russe. C’è poi chi sostiene che, sebbene l’attacco non abbia fatto vittime, l’obiettivo sia instillare nei moscoviti unsenso vulnerabilità. «Mosca si sta abituando a una guerra vera e propria », ha detto ieri il consigliere presidenziale ucraino Podolyak senza rivendicare. Dall’attacco a Cremlino del 3 maggio, sono stati almeno 28 gli attacchi coi droni a Mosca e quasi la metà ha provocato danni a edifici residenziali e strutture governative come il quartiere dell’élite Rubljovka e il ministero della Difesa. Il portavoce del Cremlino Peskov lo ha ammesso: «Una minaccia esiste, è ovvio, ma si stanno prendendo misure». Ha però respinto l’azzardato paragone con l’11 settembre avanzato dalla portavoce degli Esteri Zakharova. Il presidente Vladimir Putin invece non commenta, ripete che l’offensiva ucraina è un fallimento. Mentre la Difesa, dopo la rivolta fallita di Wagner, ostenta solidità col capo di Stato maggiore e comandante delle operazioni in Ucraina, Valerij Gerasimov, che ieri in una rara apparizione pubblica ha ispezionato una base a Zaporizhzhia. Come dopo ogni contraccolpo, l’obiettivo è normalizzare. Le tv non rilanciano le immagini dei danni. Non ne parlano proprio. Rossija1eNtvsi sono limitate a leggere il comunicato di Sobjanin. Neppure i blogger più seguiti commentano. Sarebbe arrivato il veto dall’alto. La strategia funziona. Basta allontanarsi di qualche metro da Iq Kvartal, addentrarsi nel centro commerciale Afimall o sbirciare nei ristoranti per imbattersi in gente ignara del raid. All’uscita della metropolitana, una babushka reclamizza la visita al ponte d’osservazione Panorama360 all’ 89° piano della Torre della Federazione. «La vista è spettacolare», assicura.

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