lunedi` 13 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
28.07.2023 Meloni a Washington: 'Insieme con l'Ucraina'
Cronaca di Tommaso Ciriaco

Testata: La Repubblica
Data: 28 luglio 2023
Pagina: 6
Autore: Tommaso Ciriaco
Titolo: «Biden e Meloni vis-à-vis: “Uniti in difesa di Kiev e delle nostre imprese”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/07/2023 a pag.6 con il titolo "Biden e Meloni vis-à-vis: “Uniti in difesa di Kiev e delle nostre imprese” " l'analisi di Tommaso Ciriaco.

Meloni e Biden, più vicini di quanto pensiate”. L'elogio degli Usa alla  premier atlantista
Joe Biden con Giorgia Meloni

WASHINGTON — Dietro la scrivania di Joe Biden è poggiato un libro di un corrispondente della Bbc ,“Quando l’America ha smesso di essere grande”. Parla della caduta agli inferi degli Stati Uniti, un viaggio dall’ottimismo reaganiano all’era di Donald Trump con le battaglie razziali, la violenza, l’assalto a Capitol Hill. Pare un monito muto e spietato a Giorgia Meloni, un tempo fan del tycoon e oggi costretta a dribblare la domanda sul passato: “Se lo considero ancora un modello dopo l’irruzione al Campidoglio? Io sono in evidente sintonia con i repubblicani, ma questo non mi impedisce di avere un grande rapporto con Biden”. Sembra passato un secolo, oggi la premier è seduta al fianco del Presidente nello Studio Ovale. E punta proprio su di lui per difendere la sua destra al governo. Ricevuta per la prima volta, gli offre tutto quello che può: «Sappiamo chi sono i nostri amici in tempi difficili. Le nostre relazioni sono storicamente forti, superano i governi e restano tali indipendentemente dal colore politico ». E dunque: unità nella lotta per l’Ucraina e relazioni commerciali rafforzate in chiave anti-cinese, sopra ogni cosa. È vestita di bianco. Raggiunge Biden poco dopo le 15. Il Presidente la accoglie con un sorriso, «siamo diventati amici». Non permetterà una conferenza stampa congiunta, con polemiche dei cronisti americani. Alla fine lei dirà: «Non mi sono sentita una Cenerentola». Il democratico scherza sulla sua infanzia, «sono cresciuto in un quartiere in cui ero l’unico a non essere italo-americano e con un cognome che non finiva con la lettera o…». Il tono di voce è basso, come al solito. L’acuto arriva quando, stringendo il pugno, ricorda che Roma è «forte nel sostegno a Kiev». È il dossier su cui i due non possono non trovarsi d’accordo. Per Meloni, una scelta di sopravvivenza: mostrandosi atlantica riesce a far dimenticare che governa con Salvini. Ucraina, dunque: «Sono orgogliosa che l’Italia, fin dall’inizio, abbia fatto la sua parte. La resistenza ucraina allontana una guerra mondiale». Davanti ai cronisti non parlano esplicitamente di Via della Seta: sarebbe uno sgarbo che l’Italia pagherebbe con Pechino. Lo fa però in conferenza stampa, informando anche che presto organizzerà una missione a Pechino: «Con Biden abbiamo parlato del memorandum. Ma gli Stati Uniti si fidano dell’Italia e non pretendono nulla, né ci dicono cosa fare ». Ma il segnale che la Casa Bianca attendeva arriva, in vista dell’addio al patto con Pechino. I due leader promettono di lavorare per «rafforzare le relazioni commerciali». E poi Meloni aggiunge: «Italia e Stati Uniti hanno un comune interesse a potenziare un commercio globale che non sia solo libero, ma corretto». Si riferisce prima di tutto al Dragone.«La concorrenza di Paesi che non rispettano le garanzie standard su lavoro, ambiente e sicurezza mina le nostre imprese e i nostri lavoratori». Lo dice di fronte al Presidente Usa, che ha congegnato un meccanismo per proteggere da ritorsioni cinesi i governi occidentali che voltano le spalle a Xi. Anche se poi Meloni aggiunge, per bilanciare: ‘’Abbiamo discusso di come sia necessario garantire la nostra sicurezza economica e nello stesso tempo assicurare un dialogo con Pechino”. L’altro nodo sta a cuore soprattutto a Meloni e riguarda la stabilizzazione dell’Africa, per frenare i flussi migratori: «Condividiamo l’intento di rafforzare le relazioni sulla base di una partnership fra pari». I cronisti le domandano anche se Biden le abbia chiesto dei diritti Lgbtq+, la leader replica che Biden ha fatto un cenno generale alla questione, ricordando che non dovrebbe essere tema divisivo: «Non ne abbiamo parlato e non mi è stato chiesto cosa stiamo facendo». Al mattino, prima di raggiungere Biden, la premier viene ricevuta al Congresso da una delegazione bipartisan, poi dallo speaker Kevin Mc-Carthy: «È una delle leader che ci ha colpito di più. Vale per i democratici e i repubblicani». E alla fine Meloni saluta citando Oriana Fallaci: «L’America è una nazione speciale. Lo è per l’idea di libertà».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT