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La Repubblica Rassegna Stampa
15.07.2023 Iran, grida di libertà nel buio dell'oppressione di regime
Analisi di Pegah Moshir Pour

Testata: La Repubblica
Data: 15 luglio 2023
Pagina: 15
Autore: Pegah Moshir Pour
Titolo: «Gli ululati di Teheran. Dal buio dei tetti sale un grido di libertà»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/07/2023, a pag. 15, con il titolo "Gli ululati di Teheran. Dal buio dei tetti sale un grido di libertà" l'analisi di Pegah Moshir Pour.

ilcoraggioèdonna. Intervista alla testimonial Pegah Moshir Pour, attivista  per i diritti umani – Ondanews.it
Pegah Moshir Pour

The Iranian regime's tumultuous journey to 43 | The Strategist

L’Iran, terra di una ricca cultura e storia millenaria, è al centro di una battaglia commovente, una sfida epica per cercare di cambiare il corso della storia. Una lotta contro un regime violento dalle mille sfaccettature, in cui le parole “rivoluzione” e “ululato” si intrecciano in un racconto straordinario di coraggio e speranza di cambiamento. E proprio gli ululati ne sono i protagonisti, grida che risuonano attraverso le strade, le piazze e i cuori del popolo iraniano. “Donna Vita Libertà”, cresciuto a partire dal 2022, è stato un movimento di massa che ha radunato una nazione stanca di oppressione e desiderosa di libertà, giustizia e autodeterminazione. Gli iraniani, estenuati dalle restrizioni politiche, sociali e culturali, hanno cominciato ad alzare la voce in modo coraggioso sfidando il regime autoritario. E queste grida sono aumentate fino a diventare una forma di protesta collettiva per esprimere la voglia di un futuro migliore, un’aspirazione profonda che alimenta la loro determinazione nel perseguire il cambiamento. L’ululato del popolo iraniano riecheggia ogni notte nei quartieri delle città rompendo la coltre di silenzio: “A morte il dittatore” “Combatteremo, moriremo, ci riprenderemo il nostro Iran”. Frasi gridate per esprimere emozioni, dolore e rabbia. La gente urla più che può, ovunque si trovi, per far arrivare la voce il più lontano possibile. Questa singolare forma di protesta al buio va avanti da 9 mesi, 270 notti di insonnia e di rabbia. Un richiamo di libertà perché tutti possano sentire. Le calde notti iraniane sono diventate così il palcoscenico di un atto di coraggio e resistenza senza precedenti. Mentre la città giace avvolta dall’oscurità, scene illuminate emergono dai balconi delle case. L’ululato della Rivoluzione iraniana prende corpo, e pian piano si trasforma in un grido di protesta che riempie l’aria. Chi decide di affidare al vento le sua grida di protesta, conscio dei rischi che affronta, si raduna sui balconi, cercando la sicurezza della proprio casa ma con l’intento di far sentire la propria voce al di là dei confini delle mura domestiche. È una dimostrazione potente che sfida le restrizioni imposte dal regime iraniano. Mentre gli occhi dei basiji , le forze disicurezza fedeli al regime, scrutano le strade in cerca di un qualsiasi segno di protesta, gli iraniani trovavano un modo “creativo” per evitare di farsi identificare. Si sdraiano sul pavimento dei loro balconi, o sotto le finestre di casa, cercando di mimetizzarsi con l’oscurità notturna. Con le voci forti eintrise di determinazione continuano a ululare, trasmettendo il loro messaggio di libertà e cambiamento, sapendo che ogni parola può fare la differenza. Ibasijisono equipaggiati con termocamere, cercano di individuare i partecipanti alle proteste anche attraverso i muri. Ed è proprio per evitare diessere individuati che gli iraniani si sdraiano per terra, cercando di sfuggire ai visori e di confondere ogni traccia di calore umano. È un gioco di sopravvivenza notturno. Ma il prezzo da pagare per il coraggio è elevato. Le strade sono bagnate dal sangue di coloro che osano alzare la voce.

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