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La Repubblica Rassegna Stampa
28.06.2023 L'oppositrice del regime di Lukashenko: 'Salviamo la Bielorussia dalla Russia'
Intervista di Rosalba Castelletti

Testata: La Repubblica
Data: 28 giugno 2023
Pagina: 9
Autore: Rosalba Castelletti
Titolo: «Tikhanovskaja: 'Atomiche e mercenari. Ma salverò la Bielorussia dal giogo di Mosca'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 28/06/2023, a pag.9, l'intervista di Rosalba Castelletti dal titolo "Tikhanovskaja: 'Atomiche e mercenari. Ma salverò la Bielorussia dal giogo di Mosca' ".

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Rosalba Castelletti

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Svetlana Tikhanovskaja

MOSCA — Svetlana Tikhanovskaja tiene subito a sottolineare una cosa: Aleksandr Lukashenko non è né un «pacificatore», né tantomeno il «presidente» della Bielorussia. È un «dittatore» che, con l’aiuto di Vladimir Putin, le strappò la vittoria alle presidenziali del 2020 e che per sdebitarsi ha ceduto la sovranità del Paese, prima ospitando uomini e armi nucleari della Russia e ora dando rifugio a Evgenij Prigozhin e agli altri mercenari di Wagner che sabato avevano marciato su Mosca. «Putin vuole fare della Bielorussia un’altra sua provincia. Non dobbiamo lasciare che accada», avverte la “presidente eletta” della Bielorussia in esilio, così tiene a essere definita, rispondendo alle domande di Repubblica.

Prigozhin non si è ancora visto, ma stando a Lukashenko sarebbe arrivato a Minsk. Le risulta? «Abbiamo sentito le dichiarazioni. Non so che cosa abbia intenzione di fare Prigozhin, ma sicuramente non è il benvenuto. È un criminale di guerra e può portare la guerra in Bielorussia. Non lo vogliamo. Prigozhin probabilmente non verrà da solo, ma con i suoi mercenari, una nuova fonte di instabilità e minacce. Per questi criminali la Bielorussia e l’Ucraina non dovrebbero esistere».

Nel suo primo audio da sabato, Prigozhin ha detto che Lukashenko gli ha proposto soluzioni che consentirebbero a Wagner di operare “in una giurisdizione legale”. Che cosa intendeva? «Lukashenko potrebbe legalizzare il Gruppo Wagner e coinvolgerlo nell’addestramento militare e nella difesa delle infrastrutture. Sembra che conti sulla protezione di Prigozhin. Ma sbaglia. Prigozhin lo sfrutterà per i suoi fini. Se Putin ha fatto fatica a controllare Prigozhin, non è realistico aspettarsi che Lukashenko riesca a fare di meglio».

Le notizie dell’apertura di nuove basi di Wagner in Bielorussia sono confermate? «Non abbiamo alcuna informazione confermata. Pare che Lukashenko abbia offerto loro una base militare. Questo vuol dire un’altra base militare russa in territorio bielorusso. È sicuramente una minaccia per la nostra sovranità. Parliamo di una banda di criminali di guerra senza controllo che giorni fa marciava su Mosca. L’elenco dei loro crimini in Ucraina e altrove è infinito».

Tre anni fa Lukashenko arrestò 33 mercenari di Wagner accusandoli di preparare un golpe contro di lui. Come potrà cooperare con Prigozhin? «I due hanno una relazione simbiotica. Si odiano, ma hanno bisogno l’uno dell’altro. A loro non importa delle persone, si preoccupano soltanto del loro potere e del loro denaro. Lukashenko farà tutto quello che vuole Putin. Nel 2020 il presidente russo lo salvò e gli permise di rimanere al potere. Ora in cambio Lukashenko gli dimostra la sua lealtà e obbedienza. Se Putin gli chiederà di arrestare Prigozhin, Lukashenko lo farà. Tuttavia, anche Putin ha bisogno di Prigozhin. Non credo si fidino l’uno dell’altro, ma faranno tutto ciò di cui hanno bisogno per rimanere al potere».

Quindi pensa che l’esilio sia una trappola? La lotta tra Putin e Prigozhin non è finita? «Penso che questa storia sia tutt’altro che finita. È proprio questo che mi preoccupa: che la Bielorussia venga coinvolta in questa lotta. Prigozhin cercherà di nuovo di sfidare Putin».

Dopo aver mediato l’accordo che sabato ha portato Wagner alla ritirata, Lukashenko sta cercando dipresentarsi come pacificatore. Che cos’altro può guadagnare da questa situazione? «Nessuno crede seriamente che abbia negoziato l’accordo di propria iniziativa. Lukashenko non è un pacificatore. Semmai è il messaggero di Putin. Ha soltanto veicolato a Prigozhin il messaggio che gli ha permesso di fermare la marcia salvando la faccia. Lukashenko sta cercando di prendersi il merito della risoluzione della crisi. La realtà è che ha soddisfatto la volontà di Putin. È vulnerabile e completamente dipendente dal sostegno russo. Non può agire in maniera indipendente. Non credo si sia reso conto delle conseguenze».

La Bielorussia è diventata una pedina di Putin? «La Bielorussia è ostaggio della Russia e delle sue ambizioni imperiali. Oltre alle truppe russe e alle armi nucleari, ora avremo teppisti e criminali russi. Ma non ci arrenderemo. Combatteremo finché tutti gli occupanti russi non se ne andranno. E finché la Bielorussia non diventerà un Paese libero e democratico».

Lukashenko ha persino detto che “il Paese va da Brest a Vladivostok”. Che ne è rimasto della sovranità bielorussa? «La Russia sta soggiogando la Bielorussia. Con il controllo economico e politico, con le truppe russe, con le armi nucleari e ora con imercenari di Wagner. Putin vuole fare della Bielorussia un’altra provincia russa. Non dobbiamo permettere che accada».

Chi si oppone a Lukashenko è in esilio come Lei o in prigione come suo marito, mentre Prigozhin godrà di protezione. Spera ancora di poter salvare il suo Paese? C’è qualcosa che potrebbe fare la Nato? «Nonostante le sfide, nutriamo una speranza incrollabile nel futuro del nostro Paese. Il mondo deve unirsi a sostegno della Bielorussia e dell’Ucraina. Il caos in Russia deve essere contenuto e l’Occidente deve riconoscere Lukashenko per quel che è: un usurpatore, non un presidente. L’aumento della pressione sul regime di Lukashenko è cruciale. Abbiamo bisogno di maggiore sostegno e speriamo che il prossimo vertice della Nato includa discussioni sulla Bielorussia».

Pensa che la rivolta contro Putin possa giovare alla vostra causa? «Il mondo intero ha visto come la Russia stia cadendo a pezzi. Una compagnia militare privata stava avanzando quasi senza ostacoli verso Mosca. Allo stesso tempo, le élite scappano. Penso che questo sia soltanto l’inizio di quello che potrebbe diventare il crollo della Russia. Non sorprende che il male che infliggi agli altri ti torni indietro. Putin non può controllare il mostro che ha scatenato. Ora l’illusione è scomparsa: nessuno crede più di avere il controllo di nulla. Abbiamo visto quanto sia fragile e debole il sistema. Questo ci dà speranza. Senza Putin, Lukashenko non potrà restare al potere».

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