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La Repubblica Rassegna Stampa
10.06.2023 Ucraina 2: diga, i russi ammettono le responsabilità
Analisi di Brunella Giovara

Testata: La Repubblica
Data: 10 giugno 2023
Pagina: 15
Autore: Brunella Giovara
Titolo: «“La diga? Volevamo solo spaventarli, ma è crollato tutto”»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 10/06/2023, a pag.15, con il titolo “La diga? Volevamo solo spaventarli, ma è crollato tutto”, l'analisi di Brunella Giovara.

La diga sul fiume Dnepr e la tragedia del Novecento, Stalin e due anni dopo  Hitler gli ultimi a farla saltare in aria - La Stampa

ODESSA — Ci sono dei soldati russi che avanzano nella palude, bestemmiando e commentando la situazione, che è certo pessima per la battaglia: «Guarda che disastro!». Si stanno ritirando verso sud, per sfuggire alla piena del Dnepr. La diga di Kakhovka è appena saltata, si intuisce che questo plotone è stato sorpreso dai fatti, e quindi arranca per mettersi in salvo. Da martedì scorso si cerca di capire chi abbia provocato questa catastrofe umanitaria ed ecologica, l’esplosione che ha distrutto una diga imponente, in mano ai russi da mesi e quindi inavvicinabile. Ieri l’Sbu, il servizio segreto ucraino, ha diffuso una intercettazione captata giovedì tra due ufficiali russi, che proprio di quello stavano parlando. E se è vera, è una completa ammissione di responsabilità. Uno domanda all’altro: «Hai visto quel video dove uno dei nostri dice che non è successo niente? Ma dalla finestra si vede che dietro c’è una specie di mare…». E l’altro: «Che stronzata…». «Il vero pericolo è che alla centrale sopra mancherà il raffreddamento al reattore», e si sta riferendo all’impianto nucleare di Enerhodar, situato vicino alla diga di Zaporizhzhia. «E vabbè, esploderà, così sarà tutto finito». La chiacchierata continua: «Allora sono proprio stati i nostri, non i khokhol», cioè gli ucraini, nel termine sprezzante che usano i russi. «Era lì il nostro plotone di sabotatori. Volevano solo spaventare l’Ucraina, con la diga. Ma non è andata secondo i piani. Tutto è andato oltre le previsioni. La struttura è degli anni Cinquanta, loro hanno calcolato male, e così è andata giù in fretta». Seguono altre considerazioni, ad esempio che gli effetti saranno «come a Chernobyl». Infine, uno dei due racconta ancora di aver visto «completamente sott’acqua lo zoo, che avevo anche visitato. Sono morti migliaia di animali…». Il riferimento è probabilmente allo zoo Kazkova Dibrova, dove gli animali non erano migliaia, ma circa 300, e sono morti quasi tutti a parte le papere e i cigni, molto fotografati mentre nuotavano nella piazza principale di Nova Kakhovka. Naturalmente, i russi bolleranno questa rivelazione come falsa, nelcontinuo gioco di scaricare ogni responsabilità sugli ucraini. Che sono tuttora alle prese con il salvataggio di migliaia di persone, ancora intrappolate sui tetti delle loro case, o isolate senza più cibo e acqua potabile. Le evacuazioni continuano, sempre sotto il tiro dei mortai russi. E la corrente ha infine raggiunto il mar Nero, trascinando con sé i resti di molte case, e prossimamente anche i cadaveri dei dispersi. Sulle spiagge della baia che va da Odessa a Mykolaiv si stanno accumulando elettrodomestici, mobili, rottami, auto, mine, e ogni genere di sostanza inquinante. Il rischio di avvelenamento del mare – dopo quello di almeno 600 chilometri quadrati della regione di Kherson - è concreto, già visibile.

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