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La Repubblica Rassegna Stampa
13.04.2023 Le Pen: 'Sto con Salvini contro la Nato'
Intervista di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 13 aprile 2023
Pagina: 14
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Marine Le Pen: “Meglio Salvini di Meloni lei è con la Nato, io no”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/04/2023, a pag. 14, con il titolo "Marine Le Pen: “Meglio Salvini di Meloni lei è con la Nato, io no” ", l'intervista di Anais Ginori.

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Anais Ginori

Il voto in Francia mostra perché Marine Le Pen non è del tutto sconfitta
Marine Le Pen

PARIGI — «Non sono la sorella gemella di Meloni, resto fedele a Salvini». Marine Le Pen, normalizzata ancora di più con i suoi 89 deputati eletti in parlamento, rifiuta una svolta “melonista”, ovvero diventare pro-Ue e pro-Nato. «Resto euroscettica, convinta che la Francia debba uscire dal comando integrato della Nato, e contraria alla consegna di armi offensive all’Ucraina», dice la leader francese, aggiugendo: «Una vittoria della Russia sarebbe una catastrofe ». Le Pen plaude al “terzismo” di Emmanuel Macron tra Cina e Usa: «È la posizione gollista della Francia ».

Continua a sognare un grande eurogruppo dei sovranisti, e sull’immigrazione promette di indire un referendum. Secondo un sondaggio, se le elezioni presidenziali si tenessero oggi, batterebbe Macron con il 55 per cento dei voti. Come spiega questa impennata di consensi? «Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Durante la campagna presidenziale abbiamo proposto un progetto serio, dettagliato, sollevando problemi che si sono rivelati veri nell’ultimo anno. Ed è su questa competenza e sul rispetto del funzionamento delle nostre istituzioni che riusciamo a ottenere la fiducia di una parte sempre più importante dei francesi».

Se fosse all’Eliseo, cosa farebbe sul conflitto in Ucraina? «Se fossi la Presidente, quando lo sarò, la prima cosa a cui penserei è l’interesse della Francia. Fin dall’inizio abbiamo detto: la Russia sta commettendo un grave errore attaccando militarmente l’Ucraina e violando la sua sovranità territoriale e politica. Resta il fatto che il mondo è così com’è, e non come vorremmo che fosse. Perciò farei tutto il possibile affinché la Francia promuova una risoluzione pacifica del conflitto. Per una sempliceragione: non vedo altre soluzioni valide. O la Russia vince la guerra, e sarebbe catastrofico perché tutti i Paesi che hanno un conflitto territoriale penseranno di poterlo risolvere con le armi. O l’Ucraina vince, e questo significherebbe che la Nato è entrata nel conflitto, e quindi l’inizio della Terza guerra mondiale. Non mi sembra una prospettiva felice. Oppure, continueremo a fornire armi all’Ucraina a pioggia e allora ci troveremo di fronte a una nuova guerra dei cent’anni che, viste le perdite umane, sarebbe una tragedia».

Macron ha detto su Taiwan: “La cosa peggiore sarebbe pensare che dovremmo adattarci al ritmo americano e a una reazione eccessiva cinese”. È d’accordo? «Sono d’accordo con lui, naturalmente. L’unico problema è che Macron ha una posizione incoerente, perché dice questo e allo stesso tempo si sottomette a un’agenda diplomatica europea influenzata dagli Stati Uniti ».

Pensa davvero che la Francia possa incarnare da sola una via mediana, anche di fronte a Xi Jinping? «E perché no? Ricordo che la Francia è l’unica potenza nucleare dell’Ue. Quindi sì, credo che la Francia abbiauna voce particolare, purché provi a parlare. De Gaulle aveva qualcosa da dire. Macron non ha nulla da dire».

Meloni è arrivata al potere come europeista, filo-Nato e filo-Usa. Farà anche lei così o rimane euroscettica? «Resto euroscettica, e ogni giorno che passa lo divento di più. Non sono scettica sull’Europa, ma sull’organizzazione politica dell’Ue. Inoltre, la Francia ha un’eredità politica e un’indipendenza a livello internazionale. Meloni è favorevole alla Nato perché è italiana. Ci sono parti del suo progetto che non condivido. Politicamente mi sento più vicina a Matteo Salvini e non adatto il mio discorso ai risultati elettorali: sono una persona leale».

Qual è il suo giudizio sul nuovo governo italiano? «Meloni sta governando senza attirare le critiche agitate dalla demonizzazione in atto prima della sua elezione. La stessa cosa era successa prima che vincessimo le comunali. Questo processo alle intenzioni caricaturale, molto lontano dalla realtà, è un vantaggio per noi. Quando andremo al potere, la gente vedrà che non arriva l’apocalisse, ma anzi una politica di buon senso».

L’Italia fornisce sostegno militare all’Ucraina, con la consegna di armi. «Tutti sosteniamo l’Ucraina, ma io sono contraria alla consegna di armi offensive. Abbiamo delle differenze con Meloni. Nonostante questo, la preferisco al suo predecessore. E poi si sa: in Italia la politica gira veloce».

Spera ancora di formare un gruppo unico dei sovranisti al parlamento europeo? «È difficile rispondere prima dei risultati delle elezioni europee. In ogni caso, lo spero, perché abbiamo convergenze su temi essenziali: la difesa della sovranità nazionale, una drastica limitazione dell’immigrazione. Abbiamo anche differenze, ma credo che sia possibile convivere in un gruppo molto ampio, che potrebbe essere il più numeroso del parlamento europeo».

Sull’immigrazione il nuovo governo italiano non ha proposto soluzioni reali. «Meloni non è la mia sorella gemella. Io voglio darmi gli strumenti per una politica dissuasiva sull’immigrazione, facendo passare con un referendum una riforma costituzionale che sottoponga l’assistenza sociale non contributiva a un certo numero di criteri, riservando gli assegni familiari ai francesi, abolendo lo ius soli».

Prima ha detto “quando sarò Presidente”. È già in campagna? «Mi sono presentata alle presidenziali tre volte e oggi sono la candidata naturale della mia famiglia politica, ma non una candidata a vita».

Le presidenziali sono nel 2027: quattro anni possono essere lunghi. «Le istituzioni francesi sono molto solide. Macron può arrivare fino alla fine? Non si sa mai, ma è probabile. Durerà quattro anni. Ma in quale stato? Ci sono le elezioni europee l’anno prossimo, saranno le nostre midterm. E potrebbe essere molto dura per Macron».

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