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La Repubblica Rassegna Stampa
09.04.2023 Tel Aviv: era terrorismo
Ilaria Carra intervista uno degli italiani feriti

Testata: La Repubblica
Data: 09 aprile 2023
Pagina: 9
Autore: Ilaria Carra
Titolo: «Il ferito: “L’auto ha sterzato e mi ha colpito in pieno Lo ha fatto volutamente”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/04/2023, a pag. 9, con il titolo "Il ferito: “L’auto ha sterzato e mi ha colpito in pieno Lo ha fatto volutamente” " l'intervista di Ilaria Carra.

Attentato di Tel Aviv, tra i due italiani feriti c'è il bergamasco Roberto  Nicoli - Prima Bergamo
Roberto Nicoli

MILANO — «Stavo passeggiando e all’improvviso ho visto una macchina bianca sfrecciare, veniva proprio verso di me, volutamente. Mi ha preso in pieno. Non ho avuto il tempo di reagire, non ho potuto fare nulla». Roberto Nicoli, 39 anni, è in un letto d’ospedale a Tel Aviv. È lì in vacanza da mercoledì scorso, è la sua prima visita in Israele. Vive a Bergamo, dove insegna tedesco anche per l’università del SanRaffaele. È lui l’italiano ferito nell’attentato di venerdì sera. È in un letto d’ospedale, di fianco a lui c’è già il fratello Giovanni, l’ha raggiunto dall’Italia appena ha potuto.

Come sta ora, Roberto? «Un po’ meglio, grazie. Ho una gamba rotta, una frattura scomposta, tibia e perone, mi hanno operato stamattina (ieri,ndr).Ne avrò per un po’ di giorni, ma mi è andata bene, sono stato fortunato. Mi ci vorrà tempo per realizzare quanto è accaduto».

Roberto Nicoli, uno dei feriti a Tel Aviv:

Cosa ricorda di quel momento, venerdì sera? «Stavo camminando sul marciapiedi sul lungomare, ero con un gruppo di amici. Eravamo in un posto dove si esce la sera, si passeggia, è un luogo molto animato anche di giorno. A un certo punto ho proprio visto quell’auto puntare verso di me. Non era uscita di strada per qualche motivo, l’ha fatto volontariamente. L’auto ha poi proseguito la sua corsa ma io ero a terra. Sono rimasto comunque vigile, ma la botta è stata violenta».

Cos’ha pensato in quel momento? «Non ho avuto il tempo di pensare. Ho sentito un dolore fortissimo alla gamba, come se un pezzo si fosse staccato. I miei amici si sono subito avvicinati per aiutarmi, c’era sangue, eravamo tutti molto spaventati».

Altre persone sono state ferite attorno a lei? «Sì, altre persone sono state colpite. Un amico che era con me ha avuto alcune contusioni, il mio amico Luca se l’è cavata con qualche botta, gli altri sono rimasti illesi. Nel nostro gruppo di amici sono io quello che se l’è vista più brutta. Del ragazzo italiano che è stato schiacciato dall’auto (Alessandro Parini, la vittima, ndr) ho saputo soltanto dopo. Credo sia stato investito dopo di me».

Cosa ricorda dei momenti successivi all’investimento? «Nel giro di poco sono arrivati i soccorsi, mi hanno immobilizzato la gamba sul posto, tutto intorno c’era il caos. Una volta in ospedale sono state escluse altre lesioni, interne ed esterne».

Ha avuto assistenza dall’Italia? «Si, mi hanno contattato subito. Più che altro sono colpito dal trattamento che mi stanno riservando in ospedale. Oltre alle cure, impeccabili, medici e infermieri sono tutti molto solidali con me. Ma mi arrivano messaggi anche da sconosciuti».

Per esempio? «Ho ricevuto bigliettini di vicinanza da varie persone che vivono qui a Tel Aviv e sono rimaste sconvolte dall’attentato. Una signora mi ha fatto avere un messaggio di forte vicinanza e un augurio di pronta guarigione. Tutto questo affetto mi ha molto colpito. Ora però vado a riposare, devo ancora realizzare quel che è successo e ci vorrà tempo».

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