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La Repubblica Rassegna Stampa
16.01.2023 A Tel Aviv la protesta contro il governo: 'Via Netanyahu!'
Cronaca di Rossella Tercatin

Testata: La Repubblica
Data: 16 gennaio 2023
Pagina: 12
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: «La protesta del sabato dei giovani di Tel Aviv: 'Netanyahu vattene'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/01/2023, a pag. 12, con il titolo "La protesta del sabato dei giovani di Tel Aviv: 'Netanyahu vattene' " la cronaca di Rossella Tercatin.

Ecco il link all'articolo di Niram Ferretti, un'opinione diversa ma ugualmente legittima uscita su IC in data 14/01/2023: https://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=611&id=88731


Immagine correlata
Rossella Tercatin

Netanyahu shrugs off protest, says millions of voters demanded judicial  overhaul | The Times of Israel
La manifestazione contro il governo Netanyahu a Tel Aviv

GERUSALEMME — Giovani, famiglie, anziani, attivisti in piazza sotto l’ombrello. In Israele, l’opposizione al governo di Benjamin Netanyahu riparte dalle strade. Così la piazza del Teatro a Tel Aviv si riempie, nonostante la serata invernale. Alla fine i manifestanti sono 100mila secondo gli organizzatori, 80mila per la polizia, cui si aggiungono un paio di migliaia ai presidi di Haifa e Gerusalemme. Numeri che non si vedevano da molti anni, a ricordare come nonostante la batosta elettorale del centro-sinistra alle ultime elezioni, c’è una parte di Israele che dice no al progetto dell’attuale governo di cambiare radicalmente il volto del paese, a cominciare dalla riforma della giustizia presentata la scorsa settimana. «Siamo all’inizio di una nuova era in cui si propone una nuova definizione di democrazia - non una democrazia basata sui valori ma una democrazia monca che si affida interamente alla ‘volontà dell’elettore’, che non dà più alcun peso ad altri fondamentali principi democratici », ha denunciato Ayala Frocaccia, già giudice dell’Alta Corte di Giustizia e presidente del Movimento per il Buongoverno in Israele, uno dei gruppi che ha promosso la manifestazione. A organizzare la protesta infatti non sono stati partiti politici ma movimenti civici come Ein Matzav e le Bandiere Nere, che sotto il precedente governo di Netanyahu promossero un presidio sotto la residenza del Primo Ministro ogni settimana per sei mesi e ora promettono di fare altrettanto. A dimostrare come il popolo “anti- Bibi” rimanga distante dai suoi rappresentanti alla Knesset, ai politici in attività non è stato concesso di parlare dal palco. Tanti hanno comunque scelto di esserci, l’ex Ministro della Difesa e Capo di Stato Maggiore Benny Gantz, la numero uno dei laburisti Merav Michaeli, il leader del partito arabo Ra’am Mansour Abbas. Non però l’ex Primo Ministro Yair Lapid, leader di Yesh Atid, che secondo la stampa israeliana ha deciso di saltare l’appuntamento dopo aver saputo che non sarebbe potuto intervenire. Alla fine in piazza si ritrovano un mare di ombrelli colorati e bandiere israeliane, fiaccole, tamburi, cartelli e slogan che inneggiano alla difesa della democrazia. Alla manifestazione c’è pure un altro Netanyahu, Dan, cugino primo del premier, la cui madre fu giudice nella Corte Suprema. «Il sistema giudiziario è indipendente e non dovrebbe essere soggetto alla volontà del popolo» dichiara. Ad animare la protesta infatti è stato proprio il progetto di riforma della giustizia presentato dal governo e che prevede di limitare radicalmente i poteri della corte. Tra i punti proposti dal Ministro della Giustizia Yariv Levin, c’è il quasi azzeramento della possibilità del tribunale supremo di bocciare le leggi approvate dalla Knesset perché in contrasto con le leggi fondamentali dello stato (che fungono da costituzione informale), la modifica della composizione della commissione incaricata di nominare i giudici a tutti i livelli per conferire la maggioranza dei suoi membri alle forze di governo e la proibizione di utilizzare il criterio di ragionevolezza per annullare atti amministrativi a livello locale e nazionale. Misure che se attuate rappresenterebbero un «colpo fatale» al carattere democratico di Israele, ha denunciato il presidente della Corte Esther Hayut. Intanto in rete diventa virale un video di Netanyahu che nel 2012 elogia l’indipendenza della magistratura come fondamentale per la tenuta democratica. In politica, un’era geologica fa. Soprattutto prima dei suoi processi per corruzione e abuso d’ufficio che negli ultimi anni gli hanno fatto individuare i giudici come l’avversario numero uno. Netanyahu minimizza la portata delle proteste, ricordando come alle elezioni, abbiano partecipato non decine di migliaia ma milioni di cittadini. Niente retromarce dunque. Nonostante gli appelli del presidente Isaac Herzog, che cerca di ricucire la frattura di una società spezzata e si spende per favorire il dialogo tra maggioranza e opposizioni per evitare quella che chiama «una crisi costituzionale di portata storica». Tentativo che al momento pare però essere vano.

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