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La Repubblica Rassegna Stampa
16.11.2022 Varsavia, la paura di un attacco
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 16 novembre 2022
Pagina: 4
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «A Varsavia le retrovie della guerra dove domina la paura di un attacco»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/11/2022, a pag. 4, la cronaca di Daniele Raineri dal titolo "A Varsavia le retrovie della guerra dove domina la paura di un attacco".

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Daniele Raineri

Russia's ambitions, Ukraine's resistance, and the West's response

Se si prosegue per un paio di ore di macchina nella pianura polacca a ovest del villaggio di Przewodów – colpito ieri dai resti di almeno un missile – c’è la cittadina di Rzeszow, che è lo scalo dove atterrano tre quarti degli armamenti che i governi alleati inviano all’Ucraina invasa dalla Russia. La Polonia a partire da febbraio è diventata la retrovia della guerra, per ragioni fortissime che coinvolgono molto la logistica e ancora di più il sentimento nazionale. Vive in questo stato sospeso. Un po’ si sente soccorritrice dei vicini – e ha accolto un milione e mezzo di profughi ucraini, il numero più alto in Europa, con leggi generose che permettono un’integrazione abbastanza veloce nel mercato del lavoro. Un po’ si sente la prossima vittima designata delle minacce di Mosca e quindi reagisce con forza e si propone come il fianco forte della Nato a est. Il ministro della Difesa, Mariusz Blaszczack, ha detto che grazie a spese militari pari al tre per cento del pil - di nuovo, più degli altri paesi europei - la Polonia avrà «le forze di terra più potenti del continente». Sul fronte polacco della Nato ci sono anche i caccia italiani, schierati a nord nella base di Malbork vicino all’exclave russa di Kaliningrad, e a volte si alzano in volo in stato di allerta per sorvegliare da vicino le intrusioni degli aerei militari russi. I valichi polacchi sono il passaggio più veloce per il flusso ininterrotto di armi che una quarantina di Paesi stanno inviando agli ucraini. In questo meccanismo, la Polonia è diventata un ingranaggio essenziale e più volte nei mesi scorsi si è parlato della possibilità che prima o poi i russi, che devono bloccare l’arrivo delle armi se vogliono interrompere la sequenza di sconfitte, cominciassero a bombardare in territorio polacco. La possibilità era sempre scartata sulpiano razionale, perché un bombardamento russo avrebbe fatto scattare l’articolo cinque della Nato, ma il nervosismo è rimasto. A fine marzo, quando i russi hanno bombardato a venticinque chilometri dal confine, c’è stata una corsa a chiedere passaporti e procurarsi beni di prima necessità, come se la guerra fosse stata sul punto di esondare anche in Polonia. Del resto ieri Margarita Simonyan,direttrice diRt – quindi di un pilastro della propaganda russa – ha detto che «ora anche i polacchi hanno la loro regione di Belgorod », che è la regione russa a nord di Kharkiv dove talvolta arrivano le azioni di guerra ucraine e piovono missili. Come a dire: abituatevi a questa ambiguità, la guerra potrebbe rompere gli argini anche nella vostra direzione. Che è quello che la Polonia non vuole. Il sentimento nazionale in Polonia è con forza a favore dell’Ucraina e contro la Russia, come ebbe a scoprire uno sbigottito Matteo Salvini in una rara sortita all’estero, quando un sindaco polacco gli fece una piazzata in pubblico. I sondaggi danno l’appoggio polacco ai vicini ucraini tra i più alti di Europa, con punte che fra i giovani arrivano all’ottanta per cento. La causa ucraina è diventata una causa della Polonia e ha provocato moti di solidarietà quasi senza precedenti, e anche una diffidenza simmetrica verso la Germania e la Francia, accusate di essere indifferenti all’aggressione russa e anzi disfattiste. La Russia ha tentato – senza riuscirci – di guastare questo slancio polacco e ha cominciato a far circolare teorie del complotto su un presunto piano del governo di Varsavia per annettersi l’ovest dell’Ucraina e distribuire passaporti polacchi agli ucraini.

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