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La Repubblica Rassegna Stampa
11.11.2022 Kiev boccia 'Godunov': 'La Scala non dia voce alla propaganda russa'
Analisi di Zita Dazzi

Testata: La Repubblica
Data: 11 novembre 2022
Pagina: 41
Autore: Zita Dazzi
Titolo: «Kiev boccia 'Godunov': 'La Scala non dia voce alla propaganda russa'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA, di oggi 11/11/2022, a pag. 41, con il titolo "Kiev boccia 'Godunov': 'La Scala non dia voce alla propaganda russa' ", la cronaca di Zita Dazzi.

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«Voi italiani non ve ne rendete conto, ma i russi, approfittano di ogni occasione, anche culturale o sportiva, per fare propaganda al regime di Putin, alla loro guerra contro l’Ucraina». Il console ucraino a Milano Andrii Kartysh, che di solito è persona misurata nei toni e negli argomenti, è molto adirato, mentre spiega perché ha scritto una lettera al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al sovrintendente della Scala Dominique Meyer a proposito della scelta di aprire la stagione 2022-2023 del Teatro scaligero conBoris Godunov di Musorgskij. «Il programma va rivisto. Mi sono mosso io, come si è mosso l’ambasciatore che ha scritto al ministro della Cultura — continua Kartysh — perché non è possibile che non vi rendiate conto del momento che stiamo attraversando e del rischio di prestare la grande arte italiana alla propaganda russa. Oltre allo spettacolo della Prima del 7 dicembre, in cartellone durante la stagione sono previsti diversi spettacoli di musica russa e un concerto di Anna Netrebko, che come sapete non solo è un’amica di Putin, ma non ha mai accettato di prendere le distanze da quella che loro chiamano “operazione speciale”, che altro non è che l’invasione di un Paese confinante, l’Ucraina». La richiesta del console, segue una precedente iniziativa dell’ambasciata che, sulla scorta di una petizione online patrocinata da 23 associazioni italo ucraine, ha scritto anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la stessa richiesta di «rivedere il programma» dell’intera stagione scaligera 2022-2023 per non assecondare «eventuali elementi propagandistici » negli spettacoli nei quali ci siano testi o artisti russi. Il console nella sua lettera ringrazia le autorità italiane per «il manifesto sostegno» verso l’Ucraina e gli ucraini dall’inizio della «guerra voluta dalla Federazione Russa, che continua a lacerare la nostra pace, sottraendo preziose vite umane in modi sempre più terrificanti». Ma non nasconde il «grande disappunto e rammarico» di fronte all’annuncio che nell’inaugurazione della stagione lirica nel teatro più famoso al mondo, ci sia proprio un’opera come ilBoris Godunov,nella quale per altro si racconta la storia di un dittatore. Non importa agli ucraini che il protagonista dell’opera — se proprio si dovesse fare un parallelismo fra la realtà e il testo lirico — venga alla fine ucciso: quel che conta è che il sipario di alzerà e i cantanti porteranno in scena un dramma russo. «Proprio perché la cultura — si legge nella lettera spedita alle autorità milanesi — viene utilizzata dalla Federazione Russa per dare peso all’asserzione della sua grandezza e potenza, assecondare la sua propagazione non può che nutrire l’immagine del regime ivi vigente al giorno d’oggi, e dunque, per estensione, le sue ambizioni scellerate e i suoi innumerevoli crimini». All’invito a cambiare il programma della stagione già definito da mesi la direzione della Scala ha già fatto sapere che non intende rispondere. Non per mancanza di rispetto verso il console e il popolo ucraino. Ma soprattutto per evitare le polemiche che già vi furono l’inverno scorso, quando il sindaco Sala chiese — e ottenne — l’allontanamento dalla Scala del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, colpevole di essere troppo vicino a Putin e di non aver preso le distanze dall’aggressione all’Ucraina.

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