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La Repubblica Rassegna Stampa
22.10.2022 Eugenia Roccella, la ministra del passato contro i diritti
Cronaca di Maria Novella De Luca, commento di Chiara Valerio

Testata: La Repubblica
Data: 22 ottobre 2022
Pagina: 11
Autore: Maria Novella De Luca - Chiara Valerio
Titolo: «Roccella, dai Radicali al Family Day la ministra che smonta i diritti civili - La ministra del passato»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/10/2022, a pag.11, con il titolo "Roccella, dai Radicali al Family Day la ministra che smonta i diritti civili", la cronaca di Maria Novella De Luca; a pag. 42, con il titolo "La ministra del passato", il commento di Chiara Valerio.

Chi è Eugenia Roccella, la ministra di Famiglia e Natalità nel governo  Meloni che proclama: «L'aborto non è un diritto» - Open
Eugenia Roccella

Maria Novella De Luca: "Roccella, dai Radicali al Family Day la ministra che smonta i diritti civili"

Ci sono un nome e un volto legati indelebilmente alla biografia di Eugenia Roccella, neo ministra di Famiglia, Natalità e Pari opportunità, figura di spicco del mondo prolife e teocon, nemica dichiarata di biotestamento, unioni civili, delle sentenze che abbatterono la legge 40, dalla fecondazione eterologa alla diagnosi preimpianto, della pillola abortiva Ru486, delle famiglie arcobaleno, dei diritti Lgbtq+, del reato di omofobia, del divorzio breve, del suicidio assistito e dell’eutanasia. Insomma di tutti i diritti civili, alcuni dei quali leggi dello Stato, che hanno caratterizzato la nostra storia negli ultimi trent’anni. Il nome di Eugenia Roccella, classe 1953, figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Franco Roccella, femminista negli anni Settanta, resterà legato per sempre alla feroce battaglia che da sottosegretaria al Welfare, nel quarto governo Berlusconi, portò avanti contro Beppino Englaro, il papà di Eluana, che chiedeva di far morire legalmente sua figlia in stato vegetativo da 17 anni. Era il 2009, il Pdl, partito delle libertà, e le destre provarono a far approvare in extremis un decreto “Salva Eluana” che il presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, rifiutò di firmare, per impedire che fosse applicata la sentenza della Cassazione secondo la quale era legittimo che a Eluana fossero interrotte idratazione e alimentazione. Eluana invece fu sedata e morì, dal suo calvario è nata, nel 2017, una delle leggi più avanzate della storia recente, ossia la legge sul fine vita. Cresciuta nella cultura radicale, a 18 anni Roccella entra in Mld, il Movimento di liberazione della donna, si schiera per l’interruzione volontaria di gravidanza, scrive, nel 1975 il pamphlet “Aborto facciamolo noi”, prefazione di Adele Faccio. L’attivismo libertario resta però un ricordo perché negli anni Ottanta Eugenia volta le spalle a quella esperienza, si allontana dalle battaglie del movimento di Pannella, la cui ideologia, afferma «porta alla distruzione dell’individuo». Si allontana dalla politica attiva, si dedica famiglia (ma non si sposa) ai due figli, arrivando a una riflessione che, pur partendo dal femminismo, rimette la maternità al centro dell’identità femminile, rinnega il diritto delle donne a poter scegliere l’aborto che definisce «il latooscuro della maternità», approfondisce gli studi di bioetica. Insieme a Massimo Gandolfini, Roccella è portavoce del Family Day del 2007 contro i “Dico”, un primo abbozzo di legge sulle unioni civili. È nel 2008, quarto governo Berlusconi, che Roccella torna in Parlamento, sottosegretaria al Welfare e poi alla Sanità. Resta in Parlamento fino al 2015, passando dall’Ncd di Alfano alla sigla “Identità e Azione” di Gaetano Quagliariello. Esponente oggi dell’ala cattolica integralista dei pro-life, Roccella ha definito «eugenetica » la diagnosi preimpianto sull’embrione, si è schierata contro il Ddl Zan, definendolo un pericolo per la nostra democrazia. Ecco la visione di Roccella su unioni gay e divorzio breve: «Non si può pensare di sostenere le unioni civili , una genitorialità fai da te via utero in affitto, il diritto a morire, il divorzio breve stile Las Vegas e tutto quello che di fatto è avverso alla cultura della vita e della famiglia». Cosa farà dunque Eugenia Roccella per Famiglia, Pari opportunità e Natalità? Esiste una strategia teocon contro le culle vuote, che non sia quella di rilanciare i metodi naturali di contraccezione o pagare le donne per non abortire? Quali saranno i sostegni di welfare che in un Paese assediato dalla povertà faranno tornare ai giovani la voglia di avere bambini? Ma soprattutto: il governo degli «italiani al primo posto », di Dio e della Patria, secondo il quale l’unica famiglia è quella formata da madre e padre, garantirà anche alle altre famiglie, monogenitoriali, omogenitoriali, immigrate, magari non cattoliche e bianche, gli stessi diritti? Per concludere: i bambini saranno tutti uguali con il governo sovranista? Speriamo di sì.

Chiara Valerio: "La ministra del passato"

Di Eugenia Roccella, classe 1953, si possono leggere molte cose. La prima è che viene da una famiglia radicale e che, a un certo punto, sceglie il femminismo. Quale femminismo si vedrà poi. Anzi, si vede ora che ha accettato un ministero il cui nome è della Famiglia e della Natalità. Con quella doppia preposizione articolata che assona al trattato di Beccaria, Dei delitti e delle pene. Il ministero della Natalità e della Famiglia, neonato, con delega alle Pari opportunità. Come una donna, e prima di tutto persona e cittadina della Repubblica, possa accettare di governare una istituzione con questa nomenclatura, rimane uno struggente interrogativo. Senza risposta. Le famiglie felici si assomigliano tutte, ha scritto per tutti noi Lev Tolstoj, aggiungendo poi che tutte le famiglie infelici sono infelici a modo loro. Dunque diverse. Se vale questo - e noi a Tolstoj crediamo figuriamoci se la famiglia può essere solo una, formata da una donna e da un uomo e solo così. Le altre famiglie, l’altra famiglia, riducendo a uno la meravigliosa varietà del mondo e dei sentimenti, non sarebbe, secondo Roccella «non più legata a un nucleo forte di spontaneità e corporeità connesso alla maternità naturale ma che possa essere qualsiasi cosa vogliamo». Che la maternità sia naturale e non una scelta è un errore politico e civile. Che la spontaneità dei corpi sia esclusiva della riproduzione è falso. I corpi ballano, parlano, si toccano, si allontanano con grande naturalezza. Che a questo punto della storia umana si faccia differenza tra natura e cultura è pericoloso ed èantiecologico, perché solo assumendo la propria cultura come natura è possibile correggere gli eccessi dovuti al percepirsi una specie che ha diritto di vita e di morte sulle altre. Dunque, se il primo gesto di questo governo, oltre all’istituzione di un ministero siffatto, sia assegnare tale ministero a una persona, una donna, le cui posizioni limitano le possibilità degli esseri umani e impediscono loro i movimenti e mettono a repentaglio uno stato di diritto che altri corpi hanno garantito, allora io ho paura. E tutti dobbiamo averla. È possibile che le dichiarazioni di Roccella, prima di diventare ministro della Repubblica, si attenuino quando su queste cose, oltre che esprimere opinioni, bisogna decidere. È vero però che la memoria del passato è nello stesso posto dell’immaginazione del futuro, e dunque la memoria del passato di Eugenia Roccella fa temere riguardo la sua immaginazione del futuro. Che però è il nostro.

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