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La Repubblica Rassegna Stampa
28.01.2022 'Vaccino=Shoah': le menzogne No vax nel Giorno della Memoria
Cronaca di Cristina Palazzo, Carlotta Rocci

Testata: La Repubblica
Data: 28 gennaio 2022
Pagina: 6
Autore: Cristina Palazzo, Carlotta Rocci
Titolo: «'Obbligo vaccino come Shoah'. L'oltraggio No Vax alla Memoria»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Torino di oggi, 28/01/2022, a pag. 6, la cronaca di Cristina Palazzo, Carlotta Rocci dal titolo " 'Obbligo vaccino come Shoah'. L'oltraggio No Vax alla Memoria".

Le due date non c'entrano nulla l'una con l'altra, il 1938 — entrata in vigore delle leggi razziali fasciste — e il 2022. Nella narrazione No Vax, però, compaiono accostate, scritte a pennarello su una bandiera d'Israele indossata come un mantello da uno dei manifestanti che ieri pomeriggio ha partecipato al presidio davanti al Rettorato dell'Università di Torino, occupato da mercoledì sera dai No Green Pass. I toni della protesta No Vax non sono nuovi, gli accostamenti con il fascismo e il nazismo abusati da mesi, ma nel giorno in cui si celebra la giornata della memoria suonano ancora più come un insulto. «Non discernere l'orrore dei campi di sterminio da una campagna vaccinale che salva vite umane è una follia», dice il sindaco Stefano Lo Russo commentando il volantino distribuito ieri davanti ad alcune scuole di Torino con la firma del "Comitato di Liberazione Nazionale" fondato dal giurista dell'università di Torino, Ugo Mattei, e di Resistenza Radicale — sindacati Fisi. «Nel Giorno della Memoria — si legge nella lettera aperta dei No Vax — è necessario ricordare che il governo italiano agisce come i regimi totalitari del `900 distruggendo la Costituzione e lo Stato di diritto». Alcuni professori hanno deciso di discutere in classe di quel volantino. Lo ha fatto Edoardo Acotto, insegnante di Filosofia e Storia del liceo Gobetti che definisce quel documento «un volantino immondo, pieno di idiozie storiche, scientifiche, politiche ed etiche». Richiamano al giorno della memoria alcuni dei cartelli esposti durante la protesta al rettorato che ha segnato una giornata di tensione in via Verdi. Mercoledì notte una trentina di persone, non tutti studenti, ha occupato l'aula magna. Erano rimasti in otto ieri pomeriggio quando la Digos, in accordo con il rettore, ha chiuso le porte del rettorato per impedire l'ingresso di altri manifestanti che annunciavano di voler rispondere al tam tam su telegram e andare a dare manforte ai protagonisti dell'occupazione. Sette sono rimasti anche questa notte, se non se ne andranno questa mattina rischiano una denuncia. «L'Università di Torino è il luogo nel quale si possono manifestare le opinioni liberamente — ha detto il rettore Stefano Geuna — Come Ateneo abbiamo un impegno molto forte per promuovere la campagna vaccinale. Dispiace che ci sia ancora una certa resistenza nei confronti di una pratica che, oramai è ampiamente dimostrato, è l'arma più forte che abbiamo contro questa terribile pandemia». Quando la polizia si è schierata davanti alla porta del rettorato, doPo aver mandato a casa tutti i dipendenti, i manifestanti hanno lanciato insulti in direzione degli agenti. Nel corso del pomeriggio si sono uniti alla protesta alcuni esponenti dei gruppi No Vax torinesi come Marco Liccione, leader della Variante Torinese che ha parlato di "giornata di ipocrisia". Anche Ugo Mattei è passato davanti al rettorato e si è intrattenuto una decina di minuti. Una dozzina di persone, radunata sotto i portici di via Po, ha bloccato il traffico per una manciata di minuti.

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