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La Repubblica Rassegna Stampa
23.07.2021 Israele, Covid: sperimentato il primo vaccino orale
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 23 luglio 2021
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Israele sperimenterà il vaccino anti-Covid orale»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA online di oggi, 23/07/2021, l'articolo di Sharon Nizza dal titolo "Israele sperimenterà il vaccino anti-Covid orale".

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Sharon Nizza

Israel to reinstate Covid-19 'Green Pass' vaccine certificates as Delta  variant hits

Israele si appresta a sperimentare il primo vaccino anti-Covid somministrato oralmente. Si tratta della tecnologia sviluppata dalla Oravax Medical, società nata a marzo dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica israeliana Oramed e l’indiana Premas Biotech. Oramed è specializzata nella somministrazione per via orale di terapie a base proteica normalmente inoculate per iniezione. Attualmente sta ultimando, sotto l’egida della Fda, la terza fase della sperimentazione clinica di una pillola di insulina per somministrazione orale efficace contro il diabete di tipo 1 e 2. La Premas invece fornisce la tecnologia vaccinale, che si basa sulla tecnica del Dna ricombinante (inoculazione della proteina-antigene riprodotta in vitro). Dagli studi eseguiti sugli animali, è emerso che la tecnologia in elaborazione porta allo sviluppo di anticorpi per immunoglobuline G (IgG) e immunoglobuline A (IgA), questi ultimi necessari per garantire immunità a lungo termine.

I vantaggi Secondo quanto spiegato dagli scienziati della Oramed Pharmaceuticals, il nuovo vaccino prende di mira tre proteine strutturali del nuovo coronavirus, diversamente dalla tecnologia mRNA dei vaccini Pfizer e Moderna, che agisce sulla singola proteina spike. “Questo dovrebbe rendere il vaccino più resistente alle varianti”, ha affermato Nadav Kidron, Ceo di Oramed, citato dal Jerusalem Post. Inoltre, secondo Kidron, un vaccino orale risolve diverse questioni legate alla distribuzione: oltre alla praticità della somministrazione, la pasticca può essere conservata a temperatura ambiente e non richiederebbe una somministrazione professionale, ma potrebbe essere assunta in autonomia da chiunque. Secondo Kidron, il fatto che i farmaci orali tendono ad avere meno effetti collaterali potrebbe essere un ulteriore elemento che aiuterebbe a superare la riluttanza di quanti non si sono vaccinati finora.

La sperimentazione umana inizierà nelle prossime settimane su 24 volontari all’Ospedale Ichilov di Tel Aviv (Sourasky Medical Center), dopo che il protocollo è stato approvato dal collegio dei revisori del centro medico. Per allora è attesa l’autorizzazione del ministero della Salute locale. Nella prima fase sperimentale, metà del gruppo assumerà una pillola e l’altra metà ne ingerirà invece due, con l’obiettivo di misurare il livello di anticorpi e altri indicatori di immunità sviluppati. La prima fase della sperimentazione clinica dovrebbe durare circa sei settimane. Se si concluderà con successo, l’azienda intende muoversi per richiedere l’approvazione per l'uso di emergenza in Paesi con il minore tasso di vaccinazione al mondo, come per esempio in Sudamerica. “Israele, gli Stati Uniti e alcuni degli altri Paesi più ricchi sono stati i primi ad avere Pfizer e Moderna”, ha affermato Kidron. “Il nostro obiettivo è che chi è rimasto più indietro sia tra i primi a ricevere il vaccino orale”.

Una pillola per il richiamo Nelle scorse settimane anche la start-up israeliana MigVax ha annunciato di aver terminato con successo i test preclinici di una pillola (MigVax-101) che potrebbe essere utilizzata come “booster”, ossia il richiamo per persone già vaccinate. Nei test sugli animali effettuati dall’azienda è emerso infatti uno stesso livello di produzione di anticorpi neutralizzanti sia assumendo la pillola, sia assumendo il richiamo per inoculazione.

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