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La Repubblica Rassegna Stampa
08.07.2021 Italia-Emirati, trovato un compromesso sulle armi
Cronaca di Vincenzo Nigro

Testata: La Repubblica
Data: 08 luglio 2021
Pagina: 15
Autore: Vincenzo Nigro
Titolo: «Emirati, l’Italia riapre. Ridotto l’embargo sulla vendita di armi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/07/2021, a pag. 15, con il titolo "Emirati, l’Italia riapre. Ridotto l’embargo sulla vendita di armi", la cronaca di Vincenzo Nigro.

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Vincenzo Nigro

Tensioni Italia-Emirati Arabi Uniti: convocato l'ambasciatore | Sicurezza  internazionale | LUISS

Il governo italiano ha deciso di ridurre il peso dell’embargo adottato in gennaio contro l’esportazione di armi verso l’Arabia Saudita e gli Emirati. Con una mossa condivisa da Palazzo Chigi e dal ministero della Difesa, il ministero degli Esteri con una brevissima nota dello “Uama” (ufficio autorizzazioni materiali d’armamento) ha comunicato alle aziende che avevano già permessi di esportazione verso Riad e Abu Dhabi che il “congelamento” di gennaio è stato revocato. A questo punto le prime ad essere sbloccate sarebbero le consegne dei ricambi per gli aerei MB339 della pattuglia acrobatica degli Emirati, aerei simili a quelli delle Frecce tricolori italiane. La decisione della Farnesina è il primo tentativo italiano di frenare la crisi politica nata fra Italia ed Emirati dopo la decisione di gennaio del governo Conte di bloccare le vendite già autorizzate. L’embargo era stato votato da una mozione del Parlamento e sostenuto dal premier Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il governo italiano voleva aderire alla campagna internazionale contro la vendita di armi che venivano utilizzate nel conflitto nello Yemen. Non era stata calcolata la reazione furiosa dei dirigenti di Arabia Saudita ed Emirati. In particolare il principe emiratino Mohammed bin Zayed ha risposto annullando contratti commerciali con l’Italia e avviando una serie di ritorsioni politiche contro Roma. La mossa più significativa è stata la chiusura dell’accesso per la Difesa italiana alla base aerea di Al Minhad: l’aeroporto emiratino è stato utilizzato per anni dall’Aeronautica italiana per i rifornimenti e i trasferimenti logistici verso l’Afghanistan e verso il Kuwait. Ieri alla Camera il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha detto che al momento la Difesa si appoggia a un base in Kuwait, ma «guarda con attenzione alle iniziative diplomatiche per recuperare un alleato strategico» come gli Emirati.

I voli per l’Iraq e il Golfo vengono gestiti facendo capo alla base kuwaitiana di Al Salem, dove però non ci sono infrastrutture per movimentare container o ospitare numeri consistenti soldati. Intervenendo anche lui in Commissione alla Camera, Di Maio ha fatto un riferimento anche «agli esiti negativi dei casi Piaggio e Alitalia », per inquadrare la fase di tensione con gli Emirati arabi in un contesto più ampio. Per il caso Alitalia (che era stata acquistata dall’emiratina Etihad, impresa finita con un divorzio fra le compagnie) Di Maio cita il fatto che si sia arrivati «a un processo penale e a una procedura di richiesta di risarcimenti a carico dell’investitore emiratino». Fra gli inquisiti della magistratura italiana c’è anche un membro della famiglia reale di Abu Dhabi. Il caso Piaggio è un altro esempio di investimento fallito degli Emirati in Italia. Per Di Maio «queste non sono state delle brillanti operazioni di attrazione di investimenti da parte dell’Italia, perché il nostro paese ha invitato un investitore straniero ma non è poi stato in grado di garantirgli quello che gli aveva assicurato».

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