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La Verità Rassegna Stampa
19.12.2020 Cina-Vaticano, ecco l'accordo ovvero totale sottomissione a Pechino
Commento di Arthur Tane

Testata: La Verità
Data: 19 dicembre 2020
Pagina: 14
Autore: Arthur Tane
Titolo: «'Il patto con la Cina un obbrobrio infame. Il Papa si tiri fuori'»
Riprendiamo dalla VERITA' di oggi, 19/12/2020, a pag. 14, con il titolo 'Il patto con la Cina un obbrobrio infame. Il Papa si tiri fuori' il commento di Arthur Tane.

direttore Zaira Bartucca - L'accordo segreto Vaticano-Cina raccontato da  Steven Mosher | Rec News

Eminenza, qualora il Vaticano rinnovasse il suo Accordo con il Partito comunista cinese, per usare le parole del Segretario di Stato americano Mike Pompeo, la Santa Sede «metterebbe in discussione l'autorità morale della Chiesa». Con grande dolore e imbarazzo per i cristiani di tutto il mondo, l'Accordo tra il Partito comunista cinese e il Vaticano pone la Chiesa, e specialmente papa Francesco che ne è il principale responsabile, sul lato sbagliato della storia. Esso rafforza la percezione diffusa che questo primo papa gesuita sia non solo di un'arrogante ignoranza, ma che sia anche spiritualmente fallito. Il suo vergognoso rifiuto di incontrare il cardinale di Hong Kong Zen, venuto nella Città Eterna per discutere del rinnovo dell'Accordo, rivela un uomo di scarsa umiltà. Come saprà, uno dei problemi di Zen consiste nella nomina di un nuovo vescovo per la sede vacante di Hong Kong. Egli teme che la Chiesa nella ex colonia britannica - che recentemente ha perso l'occasione di difendere le libertà che le erano riconosciute sotto il principio di «una nazione, due sistemi» nel passaggio di consegne del 1977 - possa esser governata da un vescovo appoggiato dalla Cina ma non dai fedeli del luogo. L'Accordo tra il Partito comunista cinese e il Vaticano non è mai stato portato alla luce. La trasparenza non è un argomento importante né per Pechino né per questo papato. In ogni caso esso mette nelle mani dello Stato cinese un potere considerevole circa la nomina dei vescovi. Un potere di questo tipo non è stato nemmeno parte del famoso Reichskonkordat del luglio 1933 tra il Vaticano e il governo nazista tedesco che allora era stato appena costituito. Finora, questo patto vergognoso, firmato dal cardinale Eugenio Pacelli (il futuro Pio XII), allora Segretaria di Stato sotto Pio XI, era stato l'ultimo episodio in cui la Chiesa aveva commesso un simile errore con un regime totalitario. Meno di quattro anni dopo, nei marza 1937, Pio XI fece marcia indietro nell'enciclica (la forma più solenne di lettera papale) Mit brennender Sorge (Con viva ansia). Egli condannò le teorie razziali e le discriminazioni basate sulla razza o la nazionalità. Egli non menzionò esplicitamente Hitler o i nazisti, ma l'enciclica era indirizzata solo alla Chiesa in Germania. Questa volta, la Chiesa ha ancora l'opportunità di tirarsene fuori finché è in tempo. Se non lo farà, si assumerà la responsabilità storica di tale obbrobrio. Come ha detto Zen, se e quando, in futuro, «le persone si riuniranno per riorganizzare la nuova Cina, la Chiesa cattolica potrebbe non esservi la benvenuta».

Le premesse erano negative quando l'Accordo fu definito il 22 settembre 2018; da allora molte cose sono peggiorate. Noi australiani conosciamo bene le aggressioni della Cina nel Mare Cinese Meridionale e contra Taiwan, i suoi continui attacchi informatici e le incursioni del «soft power» nelle università e in politica, i problemi dei «Mille Talenti» e il programma di manipolazione «Bett and Road». Francesco si fa sentire sul cambiamento climatico e per condannare il capitalismo economico, ma il suo silenzio sulla violazione da parte della Cina dei diritti umani, ivi compresa la libertà religiosa, è assordante. Vi sono oltre 380 campi di concentramento per la minoranza dei musulmani uiguri nella Cina dell'Estremo Oriente, nonostante le dichiarazioni cinesi che i campi di «rieducazione» erano in via di chiusura. Testimoni confermano che si vanno diffondendo aborti e sterilizzazioni forzati. I difensori vaticani dell'Accordo segreto affermano che esso è il risultato di un lavoro preparatorio dei precedenti papi San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Entrambi volevano un progresso con la Cina; ma nessuno di loro era disposto a scendere ai compromessi che questo Accordo comporta. Oggi in Cina le autorità comuniste stanno sottomettendo i musulmani ad una sorveglianza mai vista prima, demoliscono o abbattono con le ruspe le chiese cristiane, obbligano i monaci ad accettare il marxismo-leninismo, proibiscono ai bambini di ascoltare o leggere la Parola di Dio, e riscrivono il Vangelo dicendo che Gesù ha lapidato a morte uomini e donne. Sotto la «sinizzazione della religione» imposta da Xi Jinping, i simboli e le immagini sono distrutte o sostituite. Mao al posto della Vergine Maria; Xi al posto di Gesù. Questa è una abominazione totale e l'opera di menti possedute dal satanismo. Se l'Accordo tra il Partito comunista cinese e il Vaticano sarà rinnovato da papa Francesco, questa infamia macchierà le mura della Chiesa con il sangue degli innocenti. Se la Chiesa non comprenderà il significato della sua missione, diventerà un tempio di cambiavalute. Poiché Gesù ha detto: «E scritto che la mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri» (Mt 21,12-13).

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