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Moked Rassegna Stampa
29.06.2023 Violenza criminale e guerra tra cosche: emergenza nazionale nella comunità araba di Israele
Le parole del Presidente Isaac Herzog

Testata: Moked
Data: 29 giugno 2023
Pagina: 1
Autore: la redazione di Moked
Titolo: «'Arabi d’Israele e violenza, un’emergenza nazionale'»
Riprendiamo da MOKED l'articolo 'Arabi d’Israele e violenza, un’emergenza nazionale'.

A destra: Isaac Herzog

Il problema del terrorismo palestinese è all’ordine del giorno per Israele, ma non è l’unica violenza che preoccupa le autorità. Da tempo infatti quella interna alla minoranza araba viene definita come una vera e propria emergenza sociale. Da inizio anno sono 109 le persone uccise in questo settore che rappresenta il venti per cento della popolazione totale. “Questo fenomeno deve essere sradicato. È pericoloso e terribile. È contrario a ogni diritto umano di vivere in pace. Noi siamo qui per voi. Abbiamo affrontato questa guerra dall’inizio del nostro mandato. Questa è davvero una sfida enorme per Israele”, le parole del presidente del paese Isaac Herzog in un recente incontro con alcune donne arabe che hanno perso, a causa di violenza e criminalità, i propri cari in questi anni. “Non penso che si tratti di ebrei e arabi. È una questione nazionale israeliana su larga scala. – la valutazione di Herzog nel corso dell’incontro organizzato assieme alla moglie Michal – Basta ascoltarvi per capire quanto sia terribile. È necessario che chiunque abbia anche solo sfiorato l’idea di imbracciare un fucile ci pensi due volte, per non parlare di ciò che si deve fare a livello di istruzione, occupazione e welfare”. Nei primi sei mesi del 2023 ci sono stati più omicidi nel settore arabo che in tutto il 2016 (64), 2017 (75) e 2018 (74). Secondo l’organizzazione no-profit Abraham Initiatives, l’anno scorso tre quarti delle vittime di crimini violenti erano arabi israeliani. Un bilancio tragico dovuto soprattutto alla criminalità organizzata, sempre più sfaccettata, interna a questa minoranza. Estorsioni, traffico di droga e armi illegali sono i principali business di questo mondo, responsabile – sempre secondo Abraham Initiatives – del 75 per cento degli omicidi nella comunità araba. A completare il drammatico quadro, faide tra famiglie, femminicidi e altre attività criminali. Una violenza diffusa facilitata da una diffusione impressionante di armi da fuoco: i resoconti della polizia parlano di 400mila armi illegali distribuite in una popolazione di circa due milioni di persone. Funzionari e analisti attribuiscono gran parte della colpa della violenza all’assenza di attenzione da parte dello Stato, e in particolare all’attuale governo israeliano, accusato di non essere in grado o di non vuole agire. Kifah Agbariyeh, residente a Umm al-Fahm, ha raccontato nell’incontro con Herzog che sette dei suoi parenti sono stati uccisi. “L’ultimo meno di un mese fa”. A uccidere “una delle organizzazioni criminali conosciute a Umm al-Fahm. La mia famiglia ha 28 orfani. Se siamo in un Paese democratico non sono forse una cittadina? Non è mio diritto essere al sicuro? Non sono protetta, signor Presidente”, le parole di Agbariyeh. Dal punto di vista governativo, dalla comunità araba molte dita sono puntate contro il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, accusato di disinteressarsi del problema. In queste settimane intanto il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha approvato la creazione di un comitato ministeriale, da lui presieduto, per contrastare violenza e criminalità nella società araba.

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