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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
05.07.2016 Perché all'Osservatore Romano interessa tanto la costruzione di case a Gerusalemme?
Siamo stupiti dello stupore

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 05 luglio 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme est»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 05/07/2016, a pag. 3, la breve "Nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme est".

Siamo stupiti dello stupore con cui OR riporta la notizia della possibilità di costruire nuove abitazioni a Gerusalemme. Forse OR ritiene che agli ebrei non dovrebbe essere consentito vivere nei quartieri orientali della capitale di Israele? Sarebbe scandaloso vietare a cristiani e musulmani la possibilità di vivere nei quartieri ovest - e infatti nessuno si sogna una simile proposta - perché non vale lo stesso con gli ebrei nei quartieri a est? Perché dovrebbero essere judenfrei?

Il piano è stato approvato da Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman: verranno edificate 800 abitazioni tra Ma'ale Adumim e i quartieri orientali di Gerusalemme, 600 nel quartiere arabo di Beit Safafa (Ynet).

Ecco l'articolo:

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Il Governo israeliano è pronto a pubblicare i bandi per la costruzione di 800 nuove abitazioni ebraiche a Gerusalemme est, precisamente nell'insediamento di Maleh Adumim. A darne notizia è la stampa israeliana, secondo cui la decisione di ampliare gli insediamenti sarebbe stata presa direttamente dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, insieme al ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, nella riunione di Governo di ieri sera dopo i recenti attacchi terroristici palestinesi.

L'iniziativa bilancerebbe — dicono gli analisti — la decisione di un tribunale israeliano di dare l'ok alla costruzione di seicento nuove case per la popolazione araba a Givat Hamatos, sempre a Gerusalemme est, la zona che i palestinesi rivendicano quale capitale del loro futuro Stato.

Intanto, ieri Netanyahu ha iniziato una missione in Africa, la più vasta mai effettuata da un primo ministro israeliano. «Un viaggio di portata storica nel continente africano» l'ha definita il leader del Likud. La missione toccherà Uganda, Kenya, Rwanda ed Etiopia. In Uganda, dopo le cerimonie per il quarantesimo anniversario del blitz anti-terrorismo a Entebbe (dove venne ucciso Yonatan Netanyahu, fratello di Benjamin), il premier incontrerà i presidenti di Uganda, Kenya, Rwanda, Sud Sudan e Zambia, nonché il primo ministro dell'Etiopia e il ministro degli esteri della Tanzania. Netanyahu, come anticipa un comunicato ufficiale, pronuncerà un discorso di importanza «storica» nel Parlamento dell'Etiopia. In quel Paese, ma anche in Rwanda e in Kenya, avranno luogo colloqui di carattere economico e di sicurezza. Con l'Etiopia Israele vuole inoltre stringere un accordo di cooperazione nel campo spaziale. «L'importanza economica di questo viaggio è immensa» afferma il comunicato secondo cui il premier sarà accompagnato da 8o uomini d'affari.

Per inviare la propria opinione all' Osservatore Romano, telefonare 06/69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


ornet@ossrom.va

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