domenica 28 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
29.11.2013 I quadri rubati dai nazisti vanno restituiti ai legittimi proprietari
e non al figlio del ladro collaborazionista di Hitler

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 29 novembre 2013
Pagina: 87
Autore: Donatella Bogo
Titolo: «Restituire i quadri? Non basta»

Riportiamo da SETTE del CORRIERE della SERA di oggi, 29/11/2013, a pag. 87, l'articolo di Donatella Bogo dal titolo "Restituire i quadri? Non basta".


Cornelius Gurlitt     La coppia di Hans Cristoph, una delle opere ritrovate

Il titolo del pezzo è ambiguo, non è ben charo a che cosa si riferisce.
Per ora i quadri non sono stati resi ai legittimi proprietari, gli eredi degli ebrei ai quali vennero rubati dai nazisti durante la Shoah.
Il tono dell'articolo, poi, è in linea con il titolo. Cornelius Gurlitt sarebbe 'eccentrico'? Forse 'cinico' sarebbe un aggettivo più corretto, dato che, per anni, si è arricchito vendendo le opere d'arte rubate dal padre. Avrebbe continuato per sempre se non fosse stato scoperto dalla polizia. Pare però che i giudici tedeschi si stiano affrettando a restituirgli tutto.
Ecco il pezzo:

Cornelius Gurlitt, l'anziano ed eccentrico figlio del mercante d'arte collaboratore dei nazisti nella cui abitazione sono state rinvenute oltre mille opere d'arte che si sospetta siano state rubate durante la guerra, riavrà indietro 310 dei capolavori che gli erano stati sequestrati. L'ufficio del pubblico ministero che sta indagando sull'affaire ha infatti stabilito che si tratta di quadri di cui Gurlitt è entrato in possesso legittimamente. La decisione non è piaciuta al Consiglio centrale della comunità ebraica, la più grande tra le organizzazioni di ebrei tedeschi, che ha criticato soprattutto la rapidità con cui è stata presa. «Dopo che l'intera faccenda è stata trattata con metodi cospiratori e tenuta segreta per un anno e mezzo», ha detto al Sùddeutsche Zeitung il presidente del Consiglio della comunità, Dieter Graumann, «ora sembra che ci sia una gran fretta di chiudere la questione». Il problema, ha aggiunto, è che non si tratta soltanto del diritto legale alla restituzione. «Ci sono implicazioni storiche e morali che vanno considerate e i politici hanno la responsabilità di ridare oggi la dignità alle vittime di ieri». Anche il Congresso ebraico mondiale si è espresso. il presidente Ronald Lauder ha accusato le autorità tedesche di volersi liberare al più presto di quella che è considerata nient'altro che una patata bollente.

Per inviare la propria opinione a Sette, cliccare sull'e-mail sottostante


sette@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT