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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
22.06.2013 Tunisia, rinviato il processo ad Amina, che resta in carcere
cronaca di Paolo Hutter

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 22 giugno 2013
Pagina: 6
Autore: Paolo Hutter
Titolo: «Gattabuia continua a Tunisi per Amina e le sue sorelle Femen»

Riportiamo da FATTO QUOTIDIANO di oggi, 22/06/2013, a pag. 6, l'articolo di Paolo Hutter dal titolo " Gattabuia continua a Tunisi per Amina e le sue sorelle Femen".


Amina

Non c'è pace per Amina e le Femen arrestate in Tunisia, nè per i disorientati magistrati chiamati a pronunciarsi in mezzo a opposte e fortissime pressioni . Il processo d'appello per le tre ragazze - due francesi e una tedesca, condannate in primo grado a 4 mesi "e un giorno" di prigione - fissato a velocità straordinaria per questo venerdì 21 giugno ha dovuto essere rinviato. Per eccesso di zelo. Infatti nel fissare una data così ravvicinata per l'appello i magistrati avevano sì tenuto conto delle pressioni europee, ma non avevano calcolato che anche gli integralisti islamici sono entrati nell'agone giudiziario. Alcune associazioni infatti reclamano a loro volta il diritto di fare appello perchè è stato loro rifiutata la costituzione parte civile contro le Femen colpevoli di aver protestato a modo loro nella capitale tunisina. E così tutto è slittato e le tre europee restano dentro. Nella mattinata, a poche ore dal processo rinviato, a parigi due attiviste Femen si sono parate a seno nudo davanti al Presidente francese Hollande in visita ai cantieri aeronautici di Bourget, chiedendo solidarietà per Amina e le Femen europee in carcere. Il processo ad Amina per "profanazione di cimitero" per aver scritto Femen su un muretto di Kairuan si dovrebbe svolgere il 4 luglio. La presidente della Associazione Donne Democratiche tunisine - che difende Amina pur non approvando la "lotta nudista" - si è dichiarata ottimista sulla possibilità che venga liberata. Intanto in Tunisia monta soprattutto la protesta contro i 2 anni di carcere senza condizionale inflitti a un rapper per una canzone contro la polizia. Wald El 15 è il nome d'arte del giovane artista. In questo caso non c'è il problema degli integralisti, e anche se la canzone si intitolata "Polizia cane" rappresenta un dissenso giovanile diffuso. Gli avvocati puntano a un appello molto ravvicinato.

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