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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
10.03.2013 Che cosa significa chiamarsi Göring
Cronaca di Roberta Zunini

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 10 marzo 2013
Pagina: 15
Autore: Roberta Zunini
Titolo: «Se il fratello Albert diventa 'giusto'»

Sul FATTO QUOTIDIANO di oggi, 10/03/2013, a pag.15. con il titolo ''Se il fratello Albert diventa 'giusto' '', Roberta Zunini racconta la storia della famiglia del fratello di  Hermann Gõring.

Hermann Göring, durante il processo di Norinberga

Che cosa significhi portare il cognome Goring lo ha spiegato bene Bettina, la pronipote del braccio destro di Hitler, Hermann, principale responsabile dell'Olocausto. Intervistata qualche anno fa a proposito della pesante eredità con cui doveva fare i conti tutti i giorni della sua vita, confessò di essersi fatta sterilizzare per evitare il rischio di generare altri mostri. Cosi fece suo fratello. Ma nemmeno quella scelta dolorosa e senza ritorno sembra aver placato il loro dolore. Oggi però un libro, scritto dall'australiano William Hastings Burke intitolato 11 f ra te110 di Hermann, chi era Alberi Goring? potrà dare loro un po' di sollievo. Nel libro si racconta la storia di Albert, il fratello minore di Hermann che salvò almeno 34 ebrei da morte sicura nel lager. I suoi gesti descrivono un uomo che ha messo a rischio più volte la propria esistenza pur di salvare quella degli ebrei con i quali era entrato in contatto. E lo fece proprio utilizzando il suo cognome, che incuteva terrore anche tra I soldati nazisti, che ovviamente non immaginavano il suo doppio gioco. Il 9 maggio 1945, si arrese agli americani che non credettero alla sua versione dei fatti fino a quando non compilò una lista di nomi di ebrei da lui salvati. Tra questi c'era il nome della zia di chi lo stava interrogando cioè la moglie ebrea del noto compositore d'opera Franz Lehar. Nonostante questo fu mandato a Praga, nella prigione di Pankràc assieme a criminali di guerra tedeschi e processato nel 1947. Solo la testimonianza dei lavoratori dello stabilimento Skoda lo salvò dalla condanna a morte. Albert aveva infatti diretto la Skoda automobilistica, in Cecoslovacchia, e la Gestapo lo guardava con sospetto. L'intervento di Hermann in persona aveva evitato che finisse dentro più di una volta In una lettera al presidente della corte, l'intellettuale e registaErnst Neubach scrisse che "centinaia di uomini e donne avrebbero dovuto ringraziare Albert Goring per averli salvati dalla Gestapo e dai campi di concentramento". Quando Neubach cercò di portare il suo amico Albert Goring all'attenzione del mondo nel 1962, i tedeschi stavano ancora cercando di mettere a tacere il passato. Nessuno, né il pubblico né gli storici, era interessato a un Goring. Morto da solo e in povertà nel 1966 a Monaco - la sua tomba è stata livellata nel 2008 - ora la sua memoria potrebbe trovare finalmente il giusto riconoscimento, nel giardino del museo dell'olocausto di Tel Aviv, lo Yad Vaschem, assieme agli altri Giusti delle Nazioni. Sembra che l'iter sia ormai completato e che Israele abbia deciso di piantare un albero che porterà il suo nome per ricordare l'Abele della famiglia Goring.

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