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israele.net Rassegna Stampa
22.11.2023 Le violenze sessuali di Hamas e l’assordante silenzio dei movimenti femministi mondiali
Analisi di Nitsana Darshan-Leitner, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 22 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Nitsana Darshan-Leitner
Titolo: «Le violenze sessuali di Hamas e l’assordante silenzio dei movimenti femministi mondiali»
Le violenze sessuali di Hamas e l’assordante silenzio dei movimenti femministi mondiali
Analisi di Nitsana Darshan-Leitner, da Israele.net

Le violenze sessuali di Hamas e l'assordante silenzio dei movimenti  femministi mondiali - Israele.net - Israele.net
Nitsana Darshan-Leitner

Le violenze sessuali di Hamas e l'assordante silenzio dei movimenti  femministi mondiali - Israele.net - Israele.net

I comandanti di Hamas avevano impartito alle squadre di terroristi l’ordine specifico e sadico di uccidere e rapire quanti più ebrei possibile. Hanno anche dato l’ordine di violentare, sodomizzare e mutilare sessualmente le donne israeliane che incontravano. Ragazze minorenni sono state seviziate come le loro madri, davanti agli occhi degli altri membri della famiglia. Nonne, anche su sedia a rotelle, sono state abusate e sodomizzate. I terroristi hanno filmato i loro atti atroci in cruenti snuff movie (film di porno-torture) da condividere sui social network e trasmettere in streaming dalle loro telecamere GoPro. Hanno trascinato a Gaza i loro trofei umani perché fossero violati, abusati e tenuti in ostaggio come merce di ricatto. Le immagini diffuse in tempo reale documentavano le atrocità. Chi può dimenticare la povera Shani Louk, 23enne tedesco-israeliana che è stata agguantata al rave musicale, aggredita in modo orribile e poi deportata a Gaza nel retro di un camioncino? I terroristi di Hamas sedevano sul suo corpo mezzo nudo e contorto, privo di sensi, come se fosse un trofeo di caccia. C’è anche il video agghiacciante di una 19enne israeliana picchiata, i polsi e le caviglie squarciati, trascinata fuori da un veicolo da uomini pesantemente armati che urlavano in arabo “Allah è grande”. I suoi jeans leggeri grondavano sangue all’altezza del cavallo, chiaro segno che la povera ragazza era stata stuprata e violentata in modi che non si possono immaginare. Che destino le sarà toccato in prigionia? Lo stupro e la violenza sessuale come tattica terroristica nei conflitti costituiscono un crimine di guerra e contro l’umanità. La Convenzione di Ginevra specifica che “le donne devono essere particolarmente protette contro qualsiasi attacco alla loro dignità, in particolare rispetto allo stupro o qualsiasi altra forma di aggressione indecente”. Lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale afferma che “lo stupro, la schiavitù sessuale, la gravidanza forzata o qualsiasi altra forma di violenza sessuale” è un crimine contro l’umanità. Numerosi altri trattati e convenzioni internazionali prescrivono che la comunità globale tuteli sempre le donne e le ragazze, anche e soprattutto durante i conflitti armati. Ma il mondo è rimasto in silenzio di fronte agli atroci crimini di Hamas contro queste donne e ragazze. Dove sono le ipocrite presuntuose sorelle della cosiddetta “squadra” (congressiste americane della sinistra del partito Democratico ndr)? Dove sono Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib e Ilhan Omar? Par di capire che la loro equivoca posizione femminista va in pausa quando le vittime sono ebree. Dov’è il movimento Me Too? Hanno svergognato e contribuito a perseguire i predatori sessuali nel mondo dello spettacolo e sul posto di lavoro. Come mai assolvono i crimini sessuali di Hamas? Dove sono le giornaliste della BBC e della MSNBC? Christiane Amanpour della CNN è sempre aggressivamente critica nei confronti delle azioni difensive di Israele, ma tace sui crimini sessuali perpetrati da Hamas. Bambine israeliane sono state violentate il 7 ottobre. Dov’è l’indignazione di Save the Children e dell’UNICEF? Nel 2014, quando i terroristi di Boko Haram rapirono 276 studentesse in Nigeria, star del cinema e politici capeggiarono proteste globali. Michelle Obama lanciò una campagna sui social network all’insegna dello slogan “Bring Back Our Girls” (riportate indietro le nostre ragazze). Ma l’ex first lady non si vede e non si sente dal 7 ottobre. Il suo silenzio è assordante. All’indomani delle guerre nella ex Jugoslavia, in Ruanda, Sierra Leone e Ucraina i crimini contro le donne sono stati centrali nelle accuse e nei procedimenti penali internazionali contro gli uomini responsabili d’aver orchestrato quelle campagne di stupri. Ma oggi è altamente improbabile che un analogo procuratore speciale venga chiamato a difendere le donne israeliane ed ebree. Da anni combatto il virus distruttivo dei pregiudizi anti-israeliani nella Corte Penale Internazionale: la Corte dell’Aia ha storicamente utilizzato la propria giurisprudenza come piattaforma per attaccare Israele, e non per difenderlo. La polizia israeliana ha iniziato a documentare le testimonianze delle vittime sopravvissute all’aggressione sessuale di Hamas e i resoconti di coloro che hanno assistito alle atrocità per utilizzarli in futuri procedimenti giudiziari. I racconti delle efferate atrocità di quel giorno sono raccapriccianti. Una ragazza, testimone di uno stupro di gruppo, ha detto agli investigatori: “Ho visto i palestinesi piegarla, violentarla semplicemente passandosela dall’uno all’altro. Le hanno tagliato il seno e ci hanno giocato”. Israele vincerà la guerra contro i sadici terroristi perché deve farlo. Hamas deve essere sradicata. Ma quando le armi taceranno, le macerie saranno rimosse e i terroristi saranno stati stanati e distrutti, ci sarà la resa dei conti. Coloro che hanno passato la vita a lottare per donne e bambine, ma hanno taciuto quando le vittime erano ebree, dovranno rispondere del loro ipocrita silenzio, rivelatore dei loro pregiudizi.
 (Da: YnetNews, 16.11.23)

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