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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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israele.net Rassegna Stampa
17.11.2023 Abu Mazen ha perso un’occasione storica per abbandonare l’ideologia terrorista, atroce e suicida
Analisi di Itamar Marcus, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 17 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Itamar Marcus
Titolo: «Abu Mazen ha perso un’occasione storica per abbandonare l’ideologia terrorista, atroce e suicida»
Abu Mazen ha perso un’occasione storica per abbandonare l’ideologia terrorista, atroce e suicida
Analisi di Itamar Marcus, da Israele.net

Itamar Marcus - Wikipedia
Itamar Marcus

Chi è Abu Mazen, il vecchio leader palestinese che potrebbe avere un ruolo  nella pace con Israele
Abu Mazen

Ci sono i terroristi e ci sono quelli che il terrorismo lo alimentano e incrementano. Hamas ha perpetrato atrocità terroristiche inviando più di 2.000 terroristi in Israele a torturare, trucidare, decapitare, stuprare, bruciare vivi centinaia di innocenti e rapire e deportare a Gaza 240 ostaggi. Ma sono l’Autorità Palestinese e Fatah che hanno contribuito a galvanizzare l’intera popolazione palestinese dietro queste atrocità da Isis e dietro a Hamas, dando il loro sostegno senza remore alla carneficina di Hamas. Sulla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, un dirigente di Fatah (il movimento che fa capo ad Abu Mazen ndr) ha celebrato il massacro di donne e bambini definendolo “una mattina di vittoria, una mattina di gioia, una mattina di orgoglio”, e a nome di Fatah ha esortato “tutto il nostro popolo palestinese a entrare in azione e partecipare a questa storia di eroismo” (TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 8.10.23). Il presidente dell’Autorità Palestinese e di Fatah, Abu Mazen (Mahmoud Abbas), ha giustificato i massacri come “diritto all’autodifesa” dei palestinesi e ha definito il contrattacco israeliano “un’escalation israeliana contro il nostro popolo” (Agenzia Wafa, 7.10.23). La reazione del primo ministro dell’Autorità Palestinese Muhammad Shtayyeh alle atrocità di Hamas è stata quella di definirle “un risultato naturale” dei “crimini” di Israele (Agenzia Wafa, 7.10.23). Lo stesso giorno, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa pubblicizzava l’appello di Fatah ai palestinesi di unirsi al terrorismo “per intensificare lo scontro su tutti i fronti” (Agenzia Wafa, 7.10.23). Anche nel pieno dei combattimenti, quando la portata delle atrocità era ormai nota a tutti, i funzionari di Fatah hanno continuato a parlare del massacro come della “eroica operazione” (tv Al-Mashhad, Dubai, 17.10.23). L’Autorità Palestinese e Fatah, la fazione al governo, hanno perso un’occasione unica per cambiare rotta, ricusare il terrorismo e offrire finalmente un’alternativa di pace ai palestinesi. Dopo molti anni passati a promuovere, sostenere e premiare economicamente il terrorismo e a indottrinare i bambini palestinesi affinché si vedano come futuri terroristi, l’indicibile barbarie scatenata dal loro rivale politico, Hamas, offriva un’occasione unica all’Autorità Palestinese/Fatah per mandare un messaggio al popolo palestinese sull’empietà del terrorismo. L’Autorità Palestinese e il Fatah di Abu Mazen avrebbero potuto condannare Hamas, condannare i suoi indescrivibili orrori e dire al proprio popolo di fare una scelta: o continuare con il vecchio metodo delle atrocità e del terrorismo d’ora in poi rappresentato solo da Hamas, o scegliere un nuovo percorso di pace rappresentato d’ora in poi solo da Fatah. Tragicamente, Abu Mazen e il partito Fatah si sono saldamente schierati dalla parte di Hamas e delle sue atrocità, celebrando i massacri fino al punto di deridere le vittime. Un video postato da Fatah su Telegram sfotte le vittime israeliane del 7 ottobre raffigurandole come un topo morto sdraiato sulla schiena sopra una bandiera israeliana e le zampe in aria, sul punto di essere calpestato da uno stivale con i colori della bandiera palestinesi (Telegram di Fatah, Betlemme, 8.10.23). Anche di fronte alle pressioni della comunità internazionale e in particolare degli Stati Uniti perché condannasse le atrocità, Abu Mazen si è rifiutato. Alla fine ha rilasciato una tenuissima dichiarazione in cui non condannava Hamas, ma semplicemente diceva che “la politica e le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese”. Tuttavia, dopo averci ripensato, anche quella affermazione così blanda è sembrata troppo per Abu Mazen. Poche ore dopo la dichiarazione veniva rimossa e sostituita da una dichiarazione ancora più generica che si limitava a ribadire il vecchio mantra secondo cui “l’Olp è l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese”. Abu Mazen doveva decidere se restare devoto all’ideologia dell’Autorità Palestinese che sostiene e premia l’assassinio di ebrei israeliani, oppure cedere alle pressioni internazionali e condannare quelle che sono state le peggiori atrocità perpetrate contro ebrei dai tempi della Shoà. In situazioni passate, a volte Abu Mazen aveva ceduto alle pressioni internazionali pur di garantire che continuassero finanziamenti dal resto del mondo. Questa volta Abu Mazen ha vacillato ma, alla fine, è rimasto fedele ai principi dell’Autorità Palestinese: un palestinese non potrà mai essere definito un terrorista e non potrà mai essere condannato per aver ucciso – in qualunque modo e circostanza – un israeliano. Con questo sostegno a Hamas che scavalca le divisioni politiche, non c’è da meravigliarsi se, una settimana dopo l’inizio dei combattimenti, i palestinesi hanno marciato in massa per le strade di Hebron, Nablus e persino a Ramallah, sede del governo dell’Autorità Palestinese, gridando: “Il popolo vuole le Brigate Al-Qassam” (il braccio armato di Hamas ndr). Con l’intensificarsi dei combattimenti, aumenta il sostegno pubblico a Hamas. La scorsa settimana, sui social network sono stati postati video di grandi marce a sostegno di Hamas in tutta la Cisgiordania. In un corteo, centinaia di giovani scolare hanno marciato gridando: “Siamo le figlie di Muhammad Deif [uno dei massimi comandanti terroristi di Hamas]. Allahu Akbar, fate esplodere la testa del sionista, colpite Tel Aviv, colpite Ashkelon, la Jihad è la nostra via, il Corano è il nostro salvatore, la morte per Allah è il nostro sublime auspicio” (Quds New Network, Twitter, 29.10.23). Rifiutandosi di offrire ai palestinesi un’alternativa persino alle terrificanti atrocità del 7 ottobre ed esaltando, invece, l'”eroico” massacro, Fatah e Abu Mazen hanno inviato un chiaro messaggio ai palestinesi: Hamas sta facendo la cosa giusta e chiaramente la sta facendo meglio di Fatah e dell’Autorità Palestinese. Paradossalmente, la reazione pubblica di Abu Mazen alle atrocità, compresa la stanca ripetizione del vecchio slogan “l’Olp è l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese”, ha trasformato proprio quello slogan in un irrilevante anacronismo. L’Autorità Palestinese e Fatah, con le loro scelte e azioni, hanno consegnato su un piatto d’argento la lealtà della Cisgiordania a Hamas, che ora deve essere riconosciuta come il vero rappresentante incontestato e celebrato, non solo del popolo palestinese, ma anche di Fatah e dello stesso Abu Mazen. 

(Da: Jerusalem Post, 12.11.23) 
Le citazioni sono tutte documentate sul sito Palestinian Media Watch

http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm

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