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L'Opinione Rassegna Stampa
05.06.2012 Sergente maggiore israeliano assassinato da Hamas
cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 05 giugno 2012
Pagina: 5
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «I palestinesi ci provano ancora. Sfiorato un nuovo caso Shalit»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 05/06/2012, a pag. 5, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "I palestinesi ci provano ancora. Sfiorato un nuovo caso Shalit". 


Dimitri Buffa, il sergente maggiore 
Netanel Moshiashvili

La notte dello scorso 1 giugno ci hanno provato: creare un nuovo caso Shalit rapendo un soldato israeliano in territorio di confine, ovviamente all’interno dello Stato ebraico, come accadde quel maledetto giugno del 2006. L’incursione è stata sventata dalla leggendaria brigata Golani, ma un sottufficiale dell’Idf, purtroppo, ci ha rimesso la vita: si tratta del sergente maggiore Netanel Moshiashvili. D’altronde i vertici di Hamas a Gaza qualche settimana orsono avevano ordinato un’operazione terroristica del genere e puntualmente i sicari non si sono fatti pregare. Inquietanti i risvolti della cosa, così come raccontati dai vertici delle forze armate israeliane durante una conferenza stampa. Ad esempio, il terrorista, poi ucciso da una pattuglia della Golani, aveva una sofisticata apparecchiatura per la visione notturna, era armato con una pistola e un fucile mitragliatore e aveva mappe della zona con la posizione delle pattuglie israeliane.
Proprio questo fatto fa credere che l’intenzione del terrorista fosse quella di rapire un militare israeliano così come ordinato da Hamas. Secondo quanto dichiarato dal Colonnello Tal Hermoni, comandante della “Divisione Gaza” dell’Idf, “il tentativo di infiltrazione era stato preparato in modo molto accurato e mirava certamente a rapire un militare israeliano”. Durante lo scontro a fuoco con la pattuglia della Divisione Golani, l’assassino è riuscito ad afferrare il sergente Netanel Moshiashvili facendosi scudo con il suo corpo. L’azione è stata in seguito rivendicata dall’ala armata della Jihad Islamica (Al Quds ) che ha identificato il palestinese ucciso in Ahmed Abu Nasser, un giovane di 22 anni.
Ovviamente le Idf sono certe che Hamas fosse perfettamente al corrente delle intenzioni del terrorista e che abbia fornito la base logistica. Come se non bastasse, dopo questi tragici eventi è anche iniziata un’escalation di attacchi. Verso le 11 del mattino del 1 giugno una serie di colpi di mortaio sono stati sparati dal nord di Gaza contro la zona Eshkol, fortunatamente senza provocare danni, mentre verso le 12 aerei israeliani hanno sorpreso un gruppo di terroristi che si stavano apprestando a lanciare dei razzi verso Israele, colpendoli prima che potessero attuare il loro criminale intento. Quattro terroristi sono stati uccisi mentre altri quattro sono rimasti feriti. Ora si teme la ripresa massiccia degli attacchi su Israele e ulteriori tentativi di rapimento di soldati. Per questo motivo tutte le divisioni del Sud dell’Idf sono state portate al massimo stato d’allerta, mentre sono aumentate le missioni di controllo e prevenzione dell’aviazione israeliana. Naturalmente sulla stampa europea passerà solo la notizia dell’incursione aerea israeliana e i quattro terroristi uccisi prima che potessero sparare razzi sulla popolazione innocente. Verranno, nella migliore delle ipotesi, definiti “miliziani”, oppure semplicemente “palestinesi uccisi da Israele”, come è nella peggiore delle tradizioni dell’ “islamically correct” anti-israeliano dal vago sapore antisemita.

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