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L'Opinione Rassegna Stampa
04.01.2012 Egitto: Fratelli Musulmani pronti a cancellare il trattato di pace con Israele
Cronaca di Stefano Magni

Testata: L'Opinione
Data: 04 gennaio 2012
Pagina: 6
Autore: Stefano Magni
Titolo: «Egitto e Israele pace a rischio»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 04/01/2012, a pag. 6, l'articolo di Stefano Magni dal titolo " Egitto e Israele pace a rischio ".


Stefano Magni, Anwar Sadat, Menachem Begin

Terza e ultima tornata elettorale per il Parlamento dell’Egitto. I Fratelli Musulmani sono ancora i grandi favoriti, con il loro partito Libertà e Giustizia. E ne approfittano per buttare la maschera: vogliono gettare alle ortiche il trattato di pace con Israele.
Quasi l’unico (assieme a quello con la Giordania) accordo permanente che ha impedito lo scoppio di nuove guerre in Medio Oriente. Lo ha chiarito il leader della Confraternita, Rashad Bayoumy, in un’intervista al quotidiano pan-arabo al-Hayat. “Riconoscere Israele è una precondizione per governare? – chiede Bayoumy ponendosi una domanda retorica - Questo non è possibile, le circostanze non hanno importanza. Non riconosciamo Israele per niente. E’ un nemico criminale occupante”.
Bayoumy, numero due dei Fratelli Musulmani, ha quindi sottolineato che nessun esponente della Confraternita si siederà mai allo stesso tavolo con un israeliano. “Non permetterò a me stesso di sedermi con un criminale. Non faremo mai accordi con loro”. Chiaro no? Quanto al trattato di pace, i Fratelli Musulmani non hanno intenzione di abolirlo subito dopo la loro (ormai pressoché inevitabile) vittoria.
Hanno voglia di “lasciarlo abolire” dal popolo. Con un referendum popolare, che darà sicuramente la vittoria alla causa della sua abolizione. Sarebbe un risultato scontato, considerando che, nelle prime due tornate elettorali il partito Libertà e Giustizia ha ottenuto circa il 40% dei voti, che il secondo partito è l’ultra-fondamentalista Al Nour (che non fa mistero di voler stracciare il trattato) e che persino fra le minoranze laiche la causa anti-sionista è prevalente. Lo dimostra l’intervista al leader del Wafd, partito “liberale”, densa di concetti decisamente anti-sionisti e anche anti-semiti, fra cui le teorie cospirative, la negazione dell’Olocausto e una fantasiosa idea archeologica sul fatto che il Tempio di Gerusalemme non sia mai esistito.
Un referendum sul trattato di pace segnerebbe, una volta per tutte, la fine delle relazioni di pace armata fra l’Egitto (la più grande nazione araba) e Israele (il più potente esercito del Medio Oriente), spianando la strada a scenari che possiamo ben immaginare. Gli accordi di Camp David del 1978, mediati dall’ex presidente Usa Jimmy Carter, diverrebbero solo un pallido ricordo del passato. L’amministrazione democratica di Barack Obama, discendente diretta di quella di Carter, potrebbe solo mangiarsi le mani. Considerando soprattutto che i Democratici americani hanno apertamente dichiarato il loro sostegno ai Fratelli Musulmani e hanno addirittura contribuito alla loro vittoria con preziose consulenze politiche.

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