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L'Opinione Rassegna Stampa
10.08.2011 Iran nucleare, un dossier dettagliato dimostra che non è a scopo civile
Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 10 agosto 2011
Pagina: 6
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Iran nucleare, adesso c'è la pistola fumante»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 10/08/2011, a pag. 6, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "Iran nucleare, adesso c'è la pistola fumante".


Dimitri Buffa

“L’ingegner Ahmad Soltani, che vive in Upper Charbagh Street a Esfahan, era il capo del laboratorio dove lavoravo io. L’ingegner Reza Pasandi, uno degli ingegneri e consiglieri di Soltani, vive in Charbagh Street, a Esfahan. L’ingegner Ali Farahamnd, uno dei consiglieri ed esperto di Soltani, vive in Khadjou Street a Esfahan. L’ingegner Mohammad Tavakkoli vive in Darvazeh Shiraz a Esfahan. L’ingegner Ghanbarian e l’ingegner Ghassemi, che sono alcuni degli esperti dell’impianto, vivono in un appartamento in Abbasabbad Street a Esfahan. L’ingegner Adeli vive in Shahin Shahr nel nord-ovest di Esfahan.” Ecco i nomi dei principali scienziati iraniani che lavorano per l’atomica di Ahmadinejad. Li ha fatti in un’intervista televisiva ad la Arabiya nel novembre 2010, Amir Hossein Shirani, un lavoratore presso l’impianto segreto nucleare iraniano, che era stato sequestrato dal gruppo di opposizione sunnita Jandullah, del Baluchistan. L’intervista è andata in onda su Al-Arabiya TV il 27 Novembre 2010. Ora farà parte integrale del muovo dossier sull’Iran che gli Stati Uniti da una parte e Israele dall’altra proporranno alla prossima plenaria delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza. A fare impressione non sono solo i nomi e la precisione nella descrizione dei luoghi dove si sta svolgendo l’arricchimento dell’uranio ( “..si trova a 15 chilometri a sud-est di Esfahan, di fronte ad un villaggio chiamato Baran Shomali”), ma anche la disarmante sincerità con cui chi ci ha lavorato ammette che di “scopi di uso civile dell’energia nucleare”, in quel laboratorio non se ne parlava neppure durante il tempo libero dai turni massacranti imposti da Ahmadinejad a questi scienziati e ricercatori (“..ci sono tre turni al giorno ed in ogni turno lavorano cinquanta persone. Si lavora 24 ore al giorno per arricchire l’uranio”). E difatti, ad apposita domanda dell’intervistatore di Al Arabya, Hossein Shirani risponde così. “No, durante il periodo nel quale ho lavorato presso questo impianto, non si è mai parlato, nelle riunioni, di questi scopi pacifici, né vi era alcuna evidenza di questo. Tutto quello che facevano era arricchire l’uranio notte e giorno allo scopo di fabbricare una bomba atomica e minacciare i paesi arabi ed il mondo.” Al Arabya chiede anche quale istituzioni iraniane visitassero l’impianto e anche qui la risposta è disarmante: “Veniva gente da varie istituzioni, come l’ufficio del Leader Ayatollah Khamenei, dall’ufficio del presidente Ahmadinejad, il ministro dell’intelligence e l’IRGC ( i guardiani della rivoluzione, ndr).” Insomma una vera pistola fumante questa testimonianza.

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