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L'Opinione Rassegna Stampa
04.01.2011 Israele ha l'economia più prospera di tutto il Medio Oriente
cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 04 gennaio 2011
Pagina: 9
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Israele è la più prospera economia del Medio Oriente e ha trovato anche il gas»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 04/01/2011, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Israele è la più prospera economia del Medio Oriente e ha trovato anche il gas ".


Stanley Fischer,governatore della Banca d'Israele, Dimitri Buffa, 20 shekel

La notizia buona del 2011, che lo stato di Israele puo’ sbattere in faccia agli anti semiti di tutto il mondo, a partire da  quelli di sinistra che si mascherano da anti sionisti o anti israeliani, è che quest’anno il paese ha registrato uno dei più alti tassi di crescita di tutto il Medio Oriente (in ciò imitato dai palestinesi “pacifici” della West Bank, che da quando si sono divorziati da Hamas vivono nel benessere, ndr): + 4,5%. Inoltre piove sul bagnato, o meglio va loro anche l’acqua per l’orto, perché recentemente è stato anche scoperto uno dei più grossi giacimenti di gas metano per un valore superiore ai 95 miliardi di dollari. Dandone notizia l’altra sera in tv il ministro del Tesoro israeliano quasi piangeva per la felicità. Insomma nonostante i gufi delle varie Freedom flottille, e gli armatori ideologici nostrani, lo stato ebraico in pochi anni, da quando nel 2004 con il muro difensivo ha trovato la cosiddetta “quadra” contro il terrorismo, è riuscito a fare riprendere la propria economia che negli anni della seconda intifada era precipitata in una crisi paragonabile a quella che oggi vivono l’Italia e buona parte dell’Europa. Il giacimento di gas per la cronaca è sato trovato ad Haifa, in pieno territorio israeliano, e difficilmente qualcuno potrà fare il furbo invocando i mitici “confini di prima della guerra del 1967”. Anche perché Haifa è dentro quei confini. Per chi non lo ricordasse, a proposito di confini e paci scomode dopo guerre stravinte, gli israeliani dopo la guerra dei Sei giorni del giugno 1967, avevano conquistato il Sinai, un pezzo di deserto da reminiscenze bibliche, scoperto poi  pieno di petrolio oltre che di beduini dediti al traffico di armi e droga. Ebbene nel 1977 dopo la firma del trattato di pace con l’ex presidente Anwar el Sadat (assassinato nel 1981 per questo motivo dai fratelli musulmani dell’epoca, tra cui al Zawahiri) tutti i giacimenti di petrolio  del Sinai tornarono all’Egitto, che fino a quel momento non si era neanche accorto di averli. Quale stato al mondo si sarebbe comportato così dopo una guerra vinta e oltretutto combattuta per legittima difesa? La risposta è semplice: nessuno. Se pensiamo che Saddam Hussein fece gasare 20 mila curdi non per impedire loro di essere tali ma perché sapeva che nella zona di Kirkuk ci sono i giacimenti petroliferi piu’ ricchi dell’Iraq, abbiamo  la dimensione etica della cosa.
Tornando a Israele e alle buone notizie che la rigaurdano, quest’anno la sua economia ha registrato la più veloce crescita in occidente, almeno secondo il rapporto dell'Ufficio centrale di statistica (CBS). Più precisamente il prodotto nazionale lordo è cresciuto del 4,5% nel 2010, secondo i dati e le stime CBS con uno 0,5% in più rispetto alle previsioni. Ciò a fronte di solo il 2,7% negli altri 33 paesi dell'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE). Israele è uno Stato membro dell'OCSE solo dallo scorso settembre. Israele è andato  meglio degli altri paesi europei (e medio orientali) anche nel tasso di  occupazione: il tasso di disoccupazione è stato infatti del 6,7%, rispetto all’ 8,3%  registrato di media negli altri paesi in questione. Le statistiche Cbs hanno notato questi trend nell’economia israeliana nel corso del 2010: c’è stato un rallentamento delle esportazioni a  partire dal terzo trimestre dell’anno appena passato, dopo l'accelerazione della crescita registrata dal secondo semestre del 2009 in avanti, inoltre anche la rapida crescita dei consumi privati aveva cominciato a rallentare, in compenso però è cresciuto il risparmio dei singoli tutto indirizzato sul mattone e così c’è stato un boom del mercato immobiliare, ma basato sull’investimento mirato e non sui debiti e quindi al riparo da eventuali bolle. Se calcoliamo che solo nel 2009, nonostante il grande crollo economico mondiale, l'economia israeliana era cresciuta del 0,8% ( contro il 4,2% del 2008), abbiamo le dimensioni del miracolo israeliano.  Quest’anno appena trascorso  poi il pil pro capite è cresciuto del 2,7%, contro un calo del 1,1%  registrato l'anno prima. Nell’ OCSE nel suo complesso, questo anno il PNL pro capite era cresciuto solo  del 2,3%.
La vera rivincita contro i pregiudizi anti israeliani, le freedom flottillas, le dichiarazioni pazzesche di alcuni uomini politici europei e anche italiani è tutta qui: un vero becca e porta a casa.

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