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L'Opinione Rassegna Stampa
05.11.2010 Obama sconfitto dalla sua politica estera
Commento di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 05 novembre 2010
Pagina: 12
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Obama sconfitto dalla sua politica estera»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 05/11/2010, a pag. 12, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Obama sconfitto dalla sua politica estera ".


Dimitri Buffa

E’ stata un’improvvisata politica della mano tesa verso regimi dittatoriali e “canaglia” come l’Iran  o la Siria a fare perdere a Obama tutti i suoi voti.
I musulmani moderati votano anche in America e leggono i giornali arabi e le critiche all’amministrazione Obama.
E sono una lobby molto piu’ numerosa di quella ebraica. Ora che i siti democratici di mezza America non trovano niente di meglio che dare la colpa della sconfitta a Israele per il tuttora mancato accordo con l’Anp, a causa della  politica dei passi di piombo del premier Benjamin Nethanyahu nel congelare gli insediamenti dei cosiddetti coloni, Barack Obama farebbe bene ad andarsi a rileggere un piccato editoriale del quotidiano “Al Arab”, stampato nel Qatar dallo stesso editore di Al Jazeera, per capire cosa è veramente accaduto e come il mondo arabo “moderato” ha percepito la sua politica estera. L’articolo in questione risale al 24 e settembre scorso ed è firmato da giornalista Sayyed Muhammad Al-Khadher. Obama aveva tutto il tempo di mediarci sopra e di recuperare il voto dei tanti muslmani d’America, neri o no, che oggi hanno riversato le proprie preferenze sul Gop o sugli uomini dei Tea parties.
Bastava leggere il titolo per capire: “la politica di Obama danneggia i regimi arabi moderati”.
L’articolo di Al Khader dava atto che “..erano stati in molti ad essere contenti quando Bush Jr. ha lasciato la Casa Bianca.”
“Quest’uomo – continuava l’editoriale -  che molti consideravano un pazzo politico, ha avuto una storia sfortunata ed intrisa di sangue; aveva trascinato il suo paese in due guerre non necessarie ed aveva lasciato la presidenza senza avere fatto progressi sul campo di battaglia, per non parlare della mancanza di vittoria…aveva anche messo a nudo la falsità dei valori americani uccidendo i bambini, scacciando gente dalle loro case, creando prigioni segrete e permettendo la tortura..”
Eppure, e questo è il nucleo del monito a Obama, “..spesso, la saggezza di un leader ed i suoi vantaggi divengono evidenti solo dopo che ha lasciato il circolo dei decisori…non sto parlando ovviamente dei leader arabi, la cui saggezza termina solo quando muoiono, ma di quello che sembra essere successo a Bush.”
E che è successo a Bush secondo la percezione dei musulmani moderati?  “I risultati delle politiche di Obama – sostiene Al Khader -  hanno finora messo in evidenza che Bush era il presidente che cercava di gestire il mondo,  il presidente che il mondo ascoltava, che godeva di popolarità fra gli alleati dell’America e di prestigio fra i suoi nemici…”
Poi la stoccata finale: “Guardando la realtà araba, troviamo che le politiche di Bush corrispondono a quelle degli arabi moderati sulla maggior parte dei problemi strategici… Bush descriveva alcuni stati arabi come paesi traditori appartenenti all’Asse del Male… questa posizione rappresentava un’ancora sulla quale contavano gli stati democratici quando affrontavano i problemi regionali, una posizione che li rafforzava di fronte ad Iran, Siria ed i loro lacchè, Hezbollah e Hamas.”
Inoltre,  “..la  posizione del presidente Bush lo ha aiutato ad aumentare la sua influenza sui paesi moderati in Medio Oriente e ad isolare la Siria per qualche anno. Hanno creato una nuova situazione in Libano ed in una qualche misura hanno forzato Hamas a negoziare con Arabia Saudita, Giordania ed Egitto… Bush intendeva seriamente saldare i conti con la Siria ed ha compreso il pericolo sciita (leggi l’Iran e l’attuale Iraq, ndr) per il quale i leader dei paesi arabi moderati sono preoccupati. Infine non ha esitato a mettere i movimenti di resistenza nella lista delle organizzazioni terroristiche.”
Questo è il messaggio che il mondo arabo istituzionale ha quindi mandato alle comunità arabe più o meno moderate d’America, quella parte di persone, e sono la maggioranza dei quasi 30 milioni di musulmani presenti negli States, che hanno preferito votare il Gop alla Camera e in molti degli stati che hanno cambiato il governatore da democratico a repubblicano.
Con il voto degli estremisti delle madrase non si va molto lontano.

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