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L'Opinione Rassegna Stampa
26.10.2010 Al Qaeda insegna in America tecniche di terrorismo fai-da-te
Che cosa ne pensa Obama ? Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 26 ottobre 2010
Pagina: 12
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Al Qaeda insegna in America tecniche di terrorismo fai-da-te»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 26/10/2010, a pag. 12, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Al Qaeda insegna in America tecniche di terrorismo fai-da-te".


Dimitri Buffa

La minaccia è di quelle che possono preoccupare non poco le malandate intelligence degli Usa: Al Qaeda sta cercando di convincere la comunità musulmana statunitense a prendersi  la responsabilità di condurre il proprio jihad.
Vale a dire, invece di avere dei mujahiddin che vengono da altre parti del mondo per attaccare gli USA e di reclutare musulmani americani per andare a combattere in vari fronti jihadisti attorno al mondo, la cosa migliore è coltivarsi la propria serpe jihadista in seno.
Tanto nella nazione islamica d’America di Louis Farrakhan, quella che sedusse anche Malcolm X, le occasioni non mancherebbero davvero.
L’appello in tal senso è venuto nel secondo numero di “Inspire”, vale a dire la rivista in lingua inglese di Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), pubblicato il 10 Ottobre 2010.
Insomma adesso non solo al Jazeera ha un canale inglese, Al Jazeera international, ma anche Al Qaeda.
L’articolo, da poco tradotto da quelli di Memri Europe, ha un titolo che è tutto un programma:
“Il Jihad in America è responsabilità della sua comunità musulmana”.
Nel testo si legge che “lo sforzo di Al-Qaeda di reclutare degli americani per attività di jihad  ha luogo a due livelli ed è diretto a due differenti tipi di pubblico”. Cioè ? “Il livello ideologico e quello pratico”.
Per quanto riguarda il primo, gli ideologi di Al Qaeda si rivolgono ai circoli più acculturati della comunità musulmana americana cercando di fare fallire i tentativi dei giuristi islamici moderati di contrastare le idee jihadiste ed estremiste.
Ad esempio, il secondo numero di “Inspire” include uno articolo dello Sheikh Anwar Al Awlaki, carismatico leader jihadista e “giurista shariatico”, nato in America, che è stato l’ispiratore di vari attacchi terroristici negli States. L’articolo è un’aperta denuncia della “Nuova Dichiarazione di Mardin”, cioè una fatwa pubblicata da un gruppo di giuristi islamici moderati di tutto il mondo per delegittimare l’estremismo ed il jihad violento e promuovere valori di tolleranza fra musulmani e non musulmani.
Per quanto invece concerne il secondo, il ruolo pratico della jihad americana, Al-Qaeda si rivolge agli elementi più terra terra  delle comunità islamiche, con un occhio al loro reclutamento per condurre azioni ostili dentro gli USA.
 Vari articoli del secondo numero di “Inspire” forniscono suggerimenti pratici su come condurre attacchi senza la necessità di avere armi sofisticate ed un addestramento speciale all’estero. Un esempio? “Guidare un veicolo contro una grande folla in una città americana”, “sparare in un ristorante affollato a Washington D.C.” magari  usando “un pick-up come una falciatrice, non per falciare l’erba ma per falciare i nemici di Allah.” Insomma scene degne del cult movie “Machete” che in questi giorni sta spopolando al botteghino Usa.
 Il primo numero di “Inspire” conteneva invece un suggerimento del tipo  “come fabbricare una bomba nella cucina di vostra madre.” La rivista invitava anche i musulmani negli USA ad emulare le azioni di Nidal Hasan, sospettato di avere provocato la sparatoria di Fort Hood e di Faizal Shahzad. Cioè colui che aveva anche tentato di fare esplodere una bomba a Times Square.
La nuova “moda” di rivolgersi direttamente ai cittadini  americani si riflette nell’appello fatto dai siti web islamisti allo scopo di  fare circolare la rivista “Inspire” in vari siti web in lingua inglese.
 Non esclusivamente i siti jihadisti ma anche quelli generalisti, come i siti sportivi. Suddetta “tendenza” si riflette anche nell’affermazione che “l’audience target” della rivista “Inspire” sono i “musulmani non arabi”, cioè i  musulmani di tutte le nazionalità che parlano inglese.
Questo nuovo sviluppo non riguarderà ovviamente solo gli USA, dal momento che le comunità musulmane che parlano inglese si trovano in molte parti del mondo: ad esempio Australia e United Kingdom, ma anche India.
 Per di più, secondo lo studio di Yigal Carmon e Henry Migron, rispettivamente presidente e ricercatore del Memri,   presto  riviste come “Inspire” verranno pubblicate sul web anche in altre lingue occidentali rivolte ai musulmani di altri paesi. Insomma una spudorata scelta di favorire il “jihad fai da te”, o “home made”, che secondo alcuni analisti implica anche un corollario: Ad Al Qaeda sono finiti i soldi, i mezzi e le coperture per mandare i jihadisti in giro per il mondo, magari tenendoli “in sonno” per anni, come capitò ai sauditi che fecero il massacro dell’11 settembre.
Meglio allora incoraggiare gli “squilibrati dell’Islam” nei vari paesi occidentali, e segnatamente negli Stati Uniti, che evidentemente non devono essere pochissimi.

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