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L'Opinione Rassegna Stampa
19.05.2009 Gli arabi moderati perseguitati nel mondo arabo
La cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 19 maggio 2009
Pagina: 7
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «La lista nera degli ambasciatori inconsapevoli di Israele nel mondo arabo»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 19/05/2009, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " La lista nera degli ambasciatori inconsapevoli di Israele nel mondo arabo ".

Nelle scorse settimane moltissimi  giornali arabi che criticavano i metodi terroristici di hamas ed hezbollah hanno fatto il giro del mondo. Di solito scritti da giornalisti o editorialisti “liberali”, ospitati da quotidiani o magazine, magari stampati a Londra, facenti riferimento a un islam cosiddetto moderato, sono poi stati ripresi da molti giornali e anche da siti internet israeliani. Tanto è bastato perché nel mondo arabo islamico autori ed editori venissero etichettati, schedati e indicati al pubblico ludibrio (se non peggio) come “ambasciatori di Israele nel mondo arabo”. Insomma è nata una jihad a mezzo stampa contro gli intellettuali arabi moderati, specie quelli aperturisti su Israele. La lista originale è stata messa in rete la prima volta il 26 Febbraio 2009, sul sito pan-arabista siriano www.alkawmiyeenalarab.net, includeva i seguenti nomi: Fuad Al-Hashem e ´Abdallah Al-Hadlaq del quotidiano kuwaitiano Al-Watan; il direttore di Al-Sharq Al-Awsat Tariq Al-Homayed e i giornalisti d el quotidiano Turki Al-Hamad, Mamoun Fandy, ´Abd Al-Rahman Al-Rashed (direttore generale di Al-Arabiya TV), ´Abd Al-Mun´im Sa´id e ´Ali Salem; Tareq Heggy, Magdi Al-Daqqaq, e Gamal Abu Jawwad del quotidiano egiziano Al-Ahram; Hazem Saghiya del quotidiano londinese Al-Hayat; Nassir Al-As´ad del quotidiano libanese Al-Mustaqbal; ´Othman Al-Omayyer, direttore del sito web liberale www.elaph.com, e i giornalisti che collaborano con questo sito web, Nidhal Na´isa e Hani Al-Naqshabandi; Jihad Nasra del sito web liberale www.aafaq.com, Abi Hassan, che scrive per il sito web liberale Awan, Houssam ´Itani del quotidiano libanese Al-Safir; l’oppositore siriano Luai Hussein e infine i due intellettuali Hamza Rastanawi, e Nadim Jarjoura. La lista è stata ripresa da altri giornali e siti, come il giornale siriano Al-Watan, il giornale islamista marocchino Al-Tajdide, dal sito web affiliato ad Hamas www.palestine-info.info, alcuni dei quali hanno eliminato certi nomi e ne hanno aggiunti altri. La lista ha provocato l’indignazione di molti di coloro che vi sono stati inseriti e anche da parte di altri scrittori. Alcuni dei proscritti nella lista nera hanno sottolineato che era un loro dovere nazionale di criticare il fronte del rifiuto, mentre altri hanno sottolineato che la pubblicazione di questa lista era uno strumento con il quale varie forze stavano cercando di far tacere le voci del dissenso. Altri ancora hanno pubblicato risposte sarcastiche. Fulminante, tra queste ultime, la dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa Quds Press, dall’oppositore siriano Luai Hussein ha detto: “Criticare la resistenza o il jihad non è solo un diritto ma un dovere nazionale… Lo slogan che ‘nessuna voce si dovrebbe levare al di sopra del rumore della battaglia’ è obsoleto. Israele sta vincendo le guerre perché ha dei meccanismi di autocritica anche in tempo di guerra… La resistenza ed il jihad devono essere spogliati della loro aura di santità ed essere sottoposti ad un’analisi costi e benefici.” Più seriosamente, ma anche più ovviamente, il giornalista di Elaph, Subhi Fuad, ha detto che “..fare delle liste nere equivale a fare del terrorismo contro i dissidenti”. E infatti tutti aspettano ora di sapere chi sarà la prima vittima materiale di questo incitamento al linciaggio in nome del fronte del rifiuto. Fatto da giornalisti contro altri giornalisti.  

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