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L'Opinione Rassegna Stampa
23.12.2008 Anche Roma dà la cittadinanza onoraria a Gilad Shalit
mentre Israele medita se entrare in forze a Gaza

Testata: L'Opinione
Data: 23 dicembre 2008
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Israele può attaccare per liberare Shalit dalle mani di Hamas»
Da L'OPINIONE del 23 dicembre 2008, l'articolo di Dimitri Buffa "Israele può attaccare per liberare Shalit dalle mani di Hamas":

Dopo Parigi anche Roma ha scelto di fare la cosa giusta per dare un segnale ai terroristi di Hamas che lo tengono sequestrato a Gaza da ormai più di due anni e mezzo: dare la cittadinanza onoraria, e un giorno anche il passaporto italiano, al caporale Gilad Shalit. Il sindaco di Roma ieri ne ha dato notizia ufficiale durante la celebrazione annuale della festa di “hannukkah”, le luci, che si è tenuta come da 30 anni a questa parte, in questo periodo, di domenica, a piazza Barberini davanti ai vertici della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, al suo rabbino capo, Riccardo di Segni, e ai membri della Habad Lubavitch romana, a cominciare da Yassef Haddad e Avigail H. Dadon, che quest’anno avevano molti motivi di tristezza dopo la strage di Mumbai che ha coinvolto mortalmente alcuni loro fratelli di fede e di militanza. Intanto in Medio Oriente sembra sempre più vicino il giorno di un’offensiva su larga scala nei territori di Gaza dominati da Hamas. E la sorte del soldato israeliano rapito da Hamas nel 2006, Gilad Shalit, è stata una delle questioni prese in considerazione nel valutare la possibilità di un attacco militare. Almeno a quanto ha dichiarato ieri mattina alla radio militare israeliana il generale Gabi Ashkenazi, capo di Stato Maggiore delle forze di difesa dello Stato ebraico (Israeli Defence Force). “La mia idea è che non abbiamo completato la nostra missione - ha spiegato Ashkenazi - lo abbiamo inviato al fronte con i suoi compagni e finché non lo riavremo indietro non avremo completato la nostra missione, per cui lavoriamo su questo tema ogni giorno e stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per riportare Gilad a casa”. Per la cronaca Shalit è nelle mani dei terroristi di Hamas da 912 giorni. Ma a parte Shalit le forze armate israeliane potrebbero essere costrette a intervenire dentro Gaza per altri due motivi: prima di tutto è ripreso (dopo la “finta tregua”), il bombardamento in grande stile sulle città del Negev. E poi: persino i capi delle intelligence militari giordane ed egiziane sarebbero contente se Israele facesse fuori l’attuale dirigenza di Hamas che, in quanto emanazione dei Fratelli Musulmani, dà non poche noie anche ai Paesi arabi “moderati”. Paesi in cui l’odio verso Israele esiste ancora nelle odiose forme dell’antisemitismo, ma che, sia pure sotto banco, sono ben contenti quando lo Stato ebraico toglie loro le castagne dal fuoco

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