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L'Opinione Rassegna Stampa
19.11.2008 Barack Obama e i faccendieri legati a Saddam Hussein
il legame rivelato da un articolo di Daniel Pipes

Testata: L'Opinione
Data: 19 novembre 2008
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Pronto uno scandalo per Barack (Saddam) Hussein Obama»
Da l'OPINIONE del 19 novembre 2008, riportiamo un articolo di Dimitri Buffa che riprende rivelazioni di Daniel Pipes su Barack Obama:

La fonte è degna di fede: Daniel Pipes. La notizia è di quelle che inizieranno ad avvelenare il clima americano già prima dell’insediamento di Barack Hussein Obama alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio: l’acquisto, con sconto di 300mila dollari, della casa del vittorioso candidato democratico sarebbe dipeso in parte dai favori di un faccendiere americano Antoin S. “Tony” Rezko, prodigo a sua volta di un “prestito” che lo salvò da sicura bancarotta e che ottenne da parte di un faccendiere arabo che si chiama Nadhmi Auchi, la cui fortuna proveniva in gran parte dai favori di Saddam Hussein all’epoca in cui era in auge. In un periodo di crack immobiliari e finanziari la cosa non passerà inosservata. Nell’articolo apparso lo scorso 29 ottobre sul Philadelphia Bulletin, “Obama’s mansion, Saddam’s money”, Pipes inizia descrivendo la personalità dei due attori principali della vicenda: Rezko e Auchi. Rezko, nato nel 1955, arrivò negli Stati Uniti nel 1974 per studiare ingegneria civile. Il suo coinvolgimento politico ebbe inizio nel 1983 con una campagna elettorale a sindaco, dopo di che aiutò due politici: uno era Obama e l’attuale governatore dell’Illinois Rod Blagojevich. Rezko ha avuto notevoli problemi legali, a partire da una condanna del giugno 2008 per sedici capi d’accusa per tangenti incassate da aziende che volevano fare affari con lo Stato dell’Illinois.

Auchi invece è stato di gran lunga più brillante negli affari del suo amico: nato nel 1937 da giovane, si unì a Saddam nel Partito Baath. Nel 1979, fondò la General Mediterranean Holding Sa (Gmhsa), mentre era ancora in Iraq. Un anno dopo, emigrò nel Regno Unito. La Gmhsa è una holding costituita da 120 società commerciali con un consolidato patrimonio di oltre 4,2 miliardi di dollari. Auchi però ha avuto molti problemi penali: ad esempio nel 2003, un tribunale francese giudicò Auchi colpevole di aver preso tangenti nell’affare Elf e lo condannò alla reclusione con sospensione della pena e al pagamento di un’ammenda. Ma non basta: nel 2004 un rapporto dell’International Armament and Technology Trade Directorate del Pentagono rinvenne “significative e credibili prove” che Auchi avesse organizzato un giro di bustarelle al fine di ottenere licenze per la telefonia mobile in Iraq. Nel 2005, quindi, gli fu impedito di entrare negli Stati Uniti. Cosa unisce Rezko ad Auchi e cosa Rezko a Obama?

Prima di tutto, scrive Pipes, è bene sapere cosa unisce Auchi a Saddam Hussein: la sua fortuna economica cresciuta in gran parte grazie ai suoi legami con il governo iracheno. Auchi è anche un importante azionista di Bnp Paribas, la banca francese strettamente implicata nel corrotto Programma delle Nazioni Unite per l’Iraq Oil-for-Food. Rezko, in cambio di cospicui finanziamenti, nel 2005 fece di tutto per fare ottenere a Auchi il visto di entrata negli States. Ma non vi riuscì. Sempre Rezko, nel 2003, diede un lavoro di consulenza, molto ben retribuito, all’allora semi Carneade Barack Hussein Obama. Poi ne promosse una raccolta fondi per la scalata politica alla Casa Bianca, passando per il Senato. Infine, sempre nella puntigliosa ricostruzione fatta da Pipes, “il 15 giugno 2005 ventitré giorni dopo aver ricevuto i 3,5 milioni di dollari di Auchi, Rezko divenne socio di Obama in un contratto immobiliare: se la moglie di Rezko pagò al prezzo intero di domanda di 625.000 dollari un lotto vuoto di terreno confinante che in seguito fu bonificato, suddiviso e venduto in parte ad Obama, quest’ultimo acquistò una casa per 1,65 milioni di dollari, 300.000 dollari al di sotto del prezzo originario di domanda”. Insomma Obama si comprò la villa con i soldi di Rezko uno che faceva lobbying in America per conto di Auchi, a sua volta... un sodale di Saddam Hussein.

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