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L'Opinione Rassegna Stampa
28.07.2008 Presentata alla Camera la nuova commissione per i rapporti Italia-Israele
la cronaca di Elena Lattes

Testata: L'Opinione
Data: 28 luglio 2008
Pagina: 0
Autore: Elena Lattes
Titolo: «Roma chiama Gerusalemme»
Da L'OPINIONE del 28 luglio 2008:

E’ stata ricostituita soltanto 3 settimane fa, ma i suoi membri si sono già messi al lavoro, “per approfondire e sviluppare la conoscenza reciproca” tra Italia e Israele.

 

La nuova associazione parlamentare di amicizia tra i due Paesi, di cui fanno parte duecento deputati e senatori di tutti gli schieramenti, è stata presentata alla Camera con un dibattito dal titolo: “Israele: la questione della legittimità” a cui hanno partecipato Giovanni Sabbatucci, Ordinario di Storia Moderna all’Università “La Sapienza”, Enrico Pianetta e Gianni Vernetti, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Associazione, Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera e Paolo Guzzanti, membro della stessa Commissione, Piero Fassino, Copresidente del Comitato Medio Oriente Internazionale Socialista.

 

Secondo il Professor Sabbatucci, “Israele è l’unico Stato la cui legittimità è ancora messa in discussione, a sessant’anni dalla sua nascita. E’ assurdo - sostiene - sarebbe come mettere in dubbio l’esistenza della Polonia o rimettere in discussione i confini della Slesia e della Pomerania o del nord est italiano.” Tanto più che tale legittimità è stata confermata da numerose decisioni: dalla dichiarazione Balfour, all’Onu. Anche perché gli attuali detrattori in occidente sono principalmente a sinistra e cadono in una grossa contraddizione, visto che Israele è uno dei simboli, insieme all’India che diventa indipendente nello stesso anno, della lotta anticoloniale e dell’affermazione del socialismo, mentre gli arabi e i palestinesi sono stati alleati della Germania nazista e sono in maggioranza reazionari e conservatori.

 

Non la pensa esattamente allo stesso modo Fassino, secondo il quale, l’atteggiamento arabo è cambiato: prima negavano la legittimità dello Stato di Israele, mentre ora, dagli accordi del 1993, si è andata formando un’ala moderata che ha portato alla pace con la Giordania e ai vari colloqui di questi anni. Ha lodato il presidente dell’Autorità Palestinese che in una visita a Roma ha espresso preoccupazione per la minaccia iraniana, ma non ha spiegato come questa sua teoria si concilia con lo Statuto di Fatah, partito di Abu Mazen, considerato da tutti appunto un interlocutore affidabile, che prevede il famoso “piano a fasi” per la distruzione di Israele, di arafattiana memoria, o con le congratulazioni che Mahmud Abbas ha inviato a Samir Kuntar il terrorista rilasciato nei giorni scorsi in cambio delle salme dei due soldati israeliani e i contemporanei ringraziamenti agli Hezbollah per aver ottenuto “la liberazione del martire”.

 

Mentre Vernetti dopo aver accennato agli obiettivi dell’associazione e alle iniziative che l’associazione ha intenzione di realizzare (tra cui anche un viaggio in Israele), ha parlato dell’antisemitismo presente in parti largamente minoritarie di tutti gli schieramenti, dall’estrema destra all’estrema sinistra, passando per il centro e gli ambienti religiosi, perché “anche quando si organizzano viaggi nei luoghi santi senza mai nominare il Paese che li ospita, ignorandone la storia e la cultura” è una forma di antisemitismo; Guzzanti ha voluto ripercorrere brevemente le sue vicende personali, intrecciandole con brevi accenni alla Storia, perché proviene dalla sinistra e si sente di sinistra e come tale era imbevuto di pregiudizi e “mediamente anti-israeliano”. Come inviato di Repubblica in Medio Oriente, poi, ha avuto modo di conoscere di persona la realtà che lo ha stimolato a studiare e approfondire. E’ allora che si è accorto delle forti contraddizioni di cui accennava anche il Professor Sabbatucci che, secondo lui, sono dovute anche alla Guerra Fredda.

 

Infine la Nirenstein ha approfondito l’argomento del dibattito: secondo la giornalista e deputata, non viene attuata soltanto una delegittimazione storica (negando la presenza continuativa degli ebrei in terra di Israele e l’attività di ricostituzione dello Stato che aveva portato alla creazione di numerose e complesse infrastrutture di cui Churchill dava già testimonianza scritta all’inizio degli anni ’20), ma anche e soprattutto quella morale: quando i media dipingono i leader israeliani come assetati di sangue o l’esercito che ammazza bambini e civili innocenti, quando si fabbricano menzogne a tavolino, come quella di Al Durra, o di Kfar Kana, per assecondare questi atavici pregiudizi, quando si parla di “Stato di apartheid” o di lobby ebraica che assoggetta la politica mondiale, si mette in dubbio il diritto morale all’esistenza dello Stato.

 

La pace, quindi, passa per lo sradicamento dell’odio, chiedendo conto anche ai leader arabi moderati delle loro azioni e delle parole tese a demonizzare Israele.

 


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