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L'Opinione Rassegna Stampa
04.07.2008 Hezbollah nella lista nera inglese delle organizzazioni terroristiche
é anche un segnale di fermezza rivolto all'Iran

Testata: L'Opinione
Data: 04 luglio 2008
Pagina: 1
Autore: Giorgo De Neri
Titolo: «Lista nera, entra Hezbollah esce il Pmoi»
Da L'OPINIONE del 4 luglio 2008:

L’Inghilterra ha intenzione di inserire gli Hezbollah nella “black list” del Regno Unito in materia di terrorismo. E questo dopo avere tolto nei giorni scorsi l’organizzazione della resistenza iraniana in esilio, il Pmoi, dallo stesso imbarazzante elenco. Un segnale molto forte contro l’Iran che sponsorizza gli Hezbollah e perseguita il Pmoi. Per una volta quindi il governo laburista di Gordon Brown sembra essere di esempio per tutto il resto d’Europa, dopo avere rappresentato per anni un vero e proprio scandalo, con la politica dei ghetti multiculturali, e dando ospitalità sul suolo britannico a tutti i peggiori ricercati per terrorismo islamico. Difficile capire se dietro queste due importanti decisioni ci sia un semplice ravvedimento o se il tutto non significhi qualcosa anche in termini di deciso segnale di ostilità verso Teheran. Di certo adesso anche l’Ue dovrà prendere una posizione netta. Proprio il 30 giugno il Pmoi ha organizzato una grandissima manifestazione a Parigi, cui hanno partecipato oltre 70 mila persone. Tale manifestazione è stata fatta per chiedere all’Ue di depennare al più presto il loro nome dalla lista nera di Bruxelles. Alla manifestazione hanno preso parte delegazioni di parlamentari venuti da Germania, Australia, Belgio, Canada, Usa, Gran Bretagna, Iraq e Giordania. L’evento è dovuto al fatto che la presidenza dell’Ue è passata alla Francia, uno Stato che gioca un ruolo di primo piano nella crisi dell’Iran. I manifestanti hanno chiesto alle democrazie occidentali di appoggiare l’opposizione iraniana per realizzare un cambiamento democratico. Ma per ironia della sorte il Pmoi è ritenuta un’organizzazione terroristica anche dagli Usa, che pure si sono avvalsi delle sue informazioni per smascherare almeno due siti di arricchimento dell’uranio in Iran. Gli stessi che l’Aiea spergiurava di non riuscire a individuare.

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