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L'Opinione Rassegna Stampa
09.02.2008 Liste nere e boicottaggio a Israele
la testimonianza di Michael Sfaradi

Testata: L'Opinione
Data: 09 febbraio 2008
Pagina: 5
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Alzarsi una mattina»

Sull'OPINIONE di oggi, 09/02/2008

Alzarsi una mattina. 

testimonianza di  Michael Sfaradi, autore di " Il sorriso della Morte" (Frilli Editori).

 

 

Non è piacevole alzarsi la mattina e ritrovarsi come scaraventati indietro nel tempo. Credo di aver provato la stessa sensazione che provò mia madre, all'indomani dell'entrata in vigore delle leggi razziali quando, insieme ad un altro bambino e ad un'insegnante, furono prelevati dalle loro classi ed invitati ad uscire dalla scuola elementare Aurelio Saffi, nel quartiere S. Lorenzo in Roma, perché persone di "Razza Ebraica". Potreste anche credere che io stia esagerando, che quei tempi siano passati e che non torneranno più, ma io vi dico che attualmente, in Italia, c'è lo stesso clima che precedette l'attentato alla Sinagoga di Roma. Sarebbe un grave errore credere che la messa in rete, a poco più di una settimana dalla ricorrenza del "Giorno della Memoria", della lista con 164 nomi di docenti universitari di religione ebraica, sia lo scherzo di un buontempone alla ricerca del suo quarto d'ora di notorietà. Come sarebbe un grave errore non capire che, per confezionare una lista di questo tipo, bisogna fare delle ricerche accurate, che denotano premeditazione intrisa d'odio profondo. Non possiamo più nasconderci dietro alle frasi fatte, minimizzando quello che quotidianamente accade sotto i nostri occhi, e non possiamo far finta di non accorgerci che questa stolta pubblicazione altro non è che l'ultimo anello di una catena che, da troppo tempo, nasconde l'antisemitismo puro, sia a destra sia a sinistra del nostro arco costituzionale. Il non essere d'accordo con la politica del governo israeliano, senza se e senza ma, qualsiasi cosa faccia, è stato per troppo tempo usato come giustificazione per tutti quei comportamenti sul filo dell'aperto antisemitismo, e di questo vi do alcuni esempi, quelli a mio avviso più significativi: - Sono diversi anni che, nella civilissima Inghilterra, i docenti delle università britanniche boicottano le collaborazioni, in tutti i campi, con le università israeliane. - I docenti israeliani non sono stati più invitati né a incontri né a conferenze e quelli inglesi non accettano più inviti in Israele. Motivo? Disaccordo con la politica del governo israeliano. Nel frattempo in Israele sono cambiati almeno tre governi, mentre il disaccordo no, quello non cambia. Nel passato i docenti comunisti che arrivavano dalle università dell'ex Unione Sovietica, erano invitati e ben accetti in Gran Bretagna, mentre i loro colleghi dissidenti marcivano nei vari Gulag. Anche oggi i docenti cinesi hanno lo stesso trattamento dei loro colleghi sovietici di allora. Mi chiedo: al governo della Repubblica Popolare Cinese non si può fare nessun appunto per quello che riguarda il rispetto dei diritti umani? E che dire di tutta la sequela di esecuzioni capitali eseguite nei vari paesi di fede musulmana? Oggi per la Cina, come allora per l'Unione Sovietica, nessuno pensa che i docenti universitari possano essere boicottati per la politica seguita dal loro governo. Per Israele no, quando si tratta d'Israele bisogna colpirla e metterla, sempre e comunque, con ogni mezzo, in cattiva luce. In Italia, penultima in ordine di tempo, c'è stata la levata di scudi contro la partecipazione d'Israele, come ospite d'onore, alla Fiera del Libro di Torino. I vari denigratori e i loro spalleggiatori, si sono dati molto da fare al fine di costringere la direzione della Fiera ad annullare l'invito. Per fortuna, anche se con un ritardo che lascia qualche dubbio, anche chi non vuole mescolare la politica e la dolorosa situazione mediorientale con la cultura e i libri, ha detto la sua, dando forza alla Direzione della Fiera ed alla sua decisione di invitare Israele. Anche se spero con tutto il cuore di essere smentito, ho la netta sensazione che la kermesse di Torino non sarà la più tranquilla della sua storia. Oggi, per concludere, la denuncia alla polizia postale da parte della Comunità Ebraica romana, della messa in rete di questa lista, un atto antisemitico vero e proprio, una messa alla berlina d'altri tempi. Ora però, gli antisionisti mascherati da "coloro che sono solo contrari alla politica del governo d'Israele" non possono più nascondersi dietro al loro disaccordo con la politica israeliana perchè con questa lista, che tristemente ricorda quella che le S.S. avevano compilato a Roma prima del 16 ottobre 1943, la maschera è caduta. Sta a tutti noi, che amiamo la democrazia, la civile e pacifica convivenza fra i popoli, che amiamo la pace e che vogliamo una giusta soluzione dei problemi mediorientali, isolare questi portatori d'odio e far capire che non c'è più posto nel mondo libero per le loro idee.

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