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L'Opinione Rassegna Stampa
23.01.2008 Israele si difende e il mondo s'indigna
la Siria blocca la frontiera con il Libano e nessuno se ne cura

Testata: L'Opinione
Data: 23 gennaio 2008
Pagina: 0
Autore: Stefano Magni
Titolo: «Doppiopesismo dei blocchi»
Da L'OPINIONE del 23 gennaio 2008:

Ci sono blocchi che fanno scandalo e blocchi che non suscitano l’attenzione del mondo. Il blocco che fa scandalo è quello imposto da Israele a Gaza. Non è un atto di aggressione israeliano, ma di una risposta non militare al continuo lancio di razzi Qassam contro Sderot. Eppure, secondo un copione già ripetuto molte volte, la comunità internazionale ha condannato la risposta “sproporzionata”. L’Unicef ha lanciato l’allarme per tutelare la sicurezza dei bambini. Mahmoud Ahmadinejad ha speculato sulla rabbia araba suscitata dal blocco e ha contattato persino il presidente egiziano Hosni Moubarak (tra Egitto e Iran non esistono rapporti diplomatici formali dal 1979) per tentare di riunire a Teheran una conferenza di paesi arabi e islamici su Gaza. Mentre oggi, a Damasco, si terrà la conferenza degli estremisti palestinesi, alla presenza di una delegazione iraniana. Ieri mattina Gerusalemme ha allentato il blocco, rifornendo Gaza di carburante, cibo e medicine. Resta l’embargo sul carburante per le auto. Ma è bastato allentare la morsa per permettere ad Hamas di riprendere i lanci contro Sderot: cinque ordigni sono esplosi nella città israeliana meridionale nella giornata di ieri.

I blocchi che non suscitano alcuna indignazione mondiale sono quelli ai confini tra paesi arabi. Ieri, al valico di Rafah, tra Egitto e Gaza, i militari egiziani hanno reagito contro i manifestanti di Hamas, ferendone alcuni. E tra Egitto e Gaza non vi sono ostilità. Sempre ieri la Siria ha chiuso il confine con il Libano. Centinaia di camion erano in coda ai valichi tra i due paesi. Damasco nega che vi sia un embargo, si giustifica con ragioni burocratiche: “monitorare strettamente le merci che giungono dal Libano perché vi è un accordo bilaterale che vieta l’esportazione di alcuni beni”. Però le guardie di frontiera siriane hanno avuto l’ordine di non far passare nessuno. E di sicuro, dal Libano, non partono razzi contro la Siria. Damasco, finora ha tratto beneficio dalla paralisi istituzionale di un paese privo di un presidente dal 23 novembre scorso. Ma contro i diktat di Damasco non si solleva molta indignazione. Il viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli, che ieri era in visita in Libano, ha semplicemente definito un “successo” la cooperazione umanitaria italiana e ha dichiarato che “nulla fa presagire” un’elezione del presidente per il prossimo 11 febbraio.

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