giovedi` 16 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






L'Opinione Rassegna Stampa
08.01.2008 Gli 11 della squadra di Rocca Cannuccia, in cerca di fama
sfoggiano lo stemma di Hezbollah

Testata: L'Opinione
Data: 08 gennaio 2008
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Fare il tifo per Hezbollah»
L'OPINIONE dell'8 gennaio 200 pubblica un articolo di Dimitri Buffa su una squadra di calcio italiana che sulle  magliette di gioco sfoggia lo stemma dell'organizzazione terroristica Hezbollah.

La squadra non è certo di primo piano e non è andata oltre tornei di basso e bassissimo livello.
Ma per la propaganda di Hezbollah, che si è rapidamente appropriata della vicenda si tratta di una formazione addirittura "
famosa in tutto il mondo".

Ecco l'articolo:



Ci sono tante maniere di passare alla storia e anche alla geografia. La squadra calcistica del campionato amatoriale italiano allenata da un certo Davide Volponi ha scelto di farlo facendosi cucire sul petto delle rispettive magliette di gioco lo stemma degli Hezbollah, la crudele formazione terroristica iraniano-libanese che dal 1980 semina morte e distruzione in Israele e in Libano. Questa trovata, unita al nome che sempre riporta alla fazione guidata politicamente da Hassan Nasrallah, la squadra si fa chiamare “Zassbollah”, non è valsa alla squadra italiana particolari gratificazioni mediatiche. Ma solo un agiografico servizio televisivo sull’emittente Al Manar, quella gestita appunto dagli Hezbollah. Che ha strumentalizzato la cosa nel senso di volere dimostrare come il logo Hezbollah nel mondo sia ormai “sinonimo di resistenza specie dopo la vittoriosa guerra con Israele dell’estate del 2006”. Un tempo per personaggi come quelli che compongono la dirigenza della suddetta squadra, promossa dalla tv al Manar a “rango di rilevanza internazionale”, si utilizzava l’epiteto di “utili idioti”.

Se però uno si dà la briga di sentire cosa sono stati capaci di dire nell’intervista ad al Manar i suddetti dirigenti della “Zassbollah”, anche l’aggettivo “utili” potrebbe cadere. Intanto viene presentata la squadra come “partecipante per quindici anni alla Carioca football club”, che è solamente un torneo minore a livello di dopolavoro. Poi viene spiegato il nome “Zassbollah”: “abbiamo unito il cognome del capitano che si chiama Zasso con la parola Hezbollah ed è venuto fuori ‘Zassbollah’, così metteremo più paura agli avversari che capiranno che noi siamo pronti a lottare come avete fatto voi con Israele”. Trovata politica dunque? Non sia mai, l’allenatore e dirigente della squadra amatoriale respinge la “provocazione”. Poi però ammette: “siamo stati influenzati dalle azioni di un movimento di resistenza combattente”. E la tv indica la faccia del capitano Zasso in un fotomontaggio con kefiah di ordinanza. Naturalmente i dirigenti intervistati ignorano cosa sia il terrorismo islamico, l’islamo-nazismo o i kamikaze, che sono un marchio di fabbrica proprio degli Hezbollah.

E il balletto televisivo con Al Manar si conclude con le parole dello speaker dell’emittente che spiega: “avevano bisogno di un nome di battaglia che li aiutasse a tirare su il loro morale e a prepararsi alla vittoria finale”. E questo in vista della partita che si sarebbe dovuta tenere allo stadio di Amiscora in Sardegna con altra squadra amatoriale che non ricorreva a stratagemmi mediatici di second’ordine ma che in compenso vantava tra i propri giocatori l’ex erede di Maradona, il bravissimo Gianfranco Zola. Secondo al Manar, in tutto il mondo il logo di Hezbollah rappresenta appunto questo (ed evidentemente anche secondo i dirigenti di questa squadra italiota): la lotta e la vittoria finale di Davide contro Golia. “Così – chiosa l’inviata di Al Manar in Sardegna - sia pure in un’altra nazione e in una lingua diversa e con metodi diversi, Hezbollah oggi registrano una nuova meta almeno nella rete di coloro che dubitano della moralità del nostro movimento politico, e la meta consiste nel dare coraggio e sentimento a una squadra di calcio famosa in tutto il mondo”.

Per inviare una e-mail alla redazione dell'Opinione cliccare sul link sottostante

diaconale@opinione.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT