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L'Opinione Rassegna Stampa
30.10.2007 La "pistola fumante" che prova il piano nucleare della Siria
grano contro nucleare, scambio tra Damasco e Pyongyang

Testata: L'Opinione
Data: 30 ottobre 2007
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «La bomba atomica di Assad»
Da L'OPINIONE del 30 ottobre 2007:

L’uomo El Baradei morde il cane. E, dopo avere deprecato nei giorni passati il presunto bombardamento dello scorso 6 settembre contro un sito nucleare clandestino allestito dalla Siria con tecnologia proveniente dalla Corea del Nord, adesso, da bravo burocrate di agenzia Onu, chiede ai protagonisti del bombardamento di passargli, per cortesia, le immagini satellitari del sito bombardato. Il tutto nello stesso giorno in cui fonti dell’intelligence di Gerusalemme hanno reso noto che tanto Bush quanto Olmert avrebbero ormai in mano le prove del coinvolgimento personale di Bashir al Assad in tutta l’impresa di avere fatto transitare clandestinamente in Siria (e poi allestito un sito ad hoc) la tecnologia militare nucleare che la Corea del Nord recentemente si è impegnata a smantellare dopo gli accordi con Washington.

In particolare i servizi di informazione e di controspionaggio degli Stati Uniti e dello Stato ebraico sarebbero addirittura in possesso di carte firmate di proprio pugno da Assad da cui appare chiaro il suo pieno coinvolgimento nell’operazione sporca.
Assad, nell’ambito di un accordo economico tra Siria e Corea del Nord, ha siglato in particolare un ordine di non fare pagare alcune merci siriane al regime di Kim Jong II. Specificamente si tratterebbe di grano Durham per centomila tonnellate l’anno per cinque anni, per un valore pari a 120 milioni di dollari, in cambio di questa tecnologia che poi sarebbe stata bombardata da Israele lo scorso 6 settembre. La cifra di 120 milioni di dollari è esattamente pari a quella spesa dalla Siria per acquistare un reattore nucleare per l’arricchimento del plutonio. Alcuni ufficiali del controspionaggio americano hanno confermato che contro Assad di Siria ci sarebbe quella che va di moda chiamare “la pistola fumante“.

“Molto più fumante - hanno dichiarato ad alcuni media israeliani - di quella che lega l’Iran a un programma per costruire le proprie armi nucleari.“ I “watchdog“ dell’intelligence israeliana hanno capito che qualcosa non andava quando hanno prima notato, sin dal gennaio di quest’anno, due navi nordcoreane che erano attraccate da mesi ai porti di Latakia e Tartus in Siria. Navi che contenevano carichi mai scaricati di cemento armato. Cemento dentro cui sarebbero state celate le componenti del reattore che doveva essere allestito già nella primavera di quest’anno. Contemporaneamente sono state monitorate tutte le transazioni in grano tra i due paesi. La Siria infatti, da secoli, ha la fama di essere il granaio del Medio Oriente e mentre il mercato negli scorsi mesi ha registrato costanti ribassi di quasi tutte le specie di grano conosciute, quella siriana invece, la Durham, era più che raddoppiata di prezzo.

Insospettiva dunque quella lettera di Assad che ordinava all’ente di stato (che organizza queste vendite enormi di grano) di non chiedere soldi in cambio alla Corea del Nord. Inoltre ha insospettito il fatto che benché le aspettative di raccolto fossero state deluse e il grano raccolto quest’estate fosse risultato per Damasco minore delle previsioni, Assad avesse comunque dato ordine di soddisfare gli accordi con la Corea del Nord. Poi una rapida ispezione ai cargo nordcoreani ormeggiati nei due porti ha portato alla deduzione matematica che i due paesi stavano conducendo un business molto riservato. E che soprattutto Assad era del tutto al corrente della cosa. Il 3 settembre quando le spie americane e israeliane hanno visto che alcuni camion scaricavano il cemento da una delle navi nordcoreane , la Al Hamed, hanno seguito il convoglio giungendo fino a una città nel deserto: Al Tibnah. Tre giorni dopo è scattato l’ok per il raid aereo nella zona. E adesso che tutto ciò è venuto alla luce sembra che George W Bush non voglia neppure sentire parlare di una Siria seduta al tavolo con Israele e i palestinesi per negoziare sulle alture del Golan e sulla pace in Medio Oriente. Sembra però che sul punto si possa registrare una forte diversità di vedute con Condoleezza Rice.

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