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L'Opinione Rassegna Stampa
05.09.2007 La visita di Shimon Peres a Roma
l'analisi di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 05 settembre 2007
Pagina: 1
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Tre motivi per litigare»
Da L'OPINIONE del 5  settembre 2007:

Il da poco insediato presidente della repubblica israeliana Shimon Peres da oggi sarà in Italia. Eletto dopo il tonfo del suo predecessore Moshe Katsav, travolto da uno scandalo sessuale, neanche fosse un Clinton qualsiasi o un italico Cosimo Mele, Peres viene qui da noi per avere "un franco e cordiale scambio di vedute" con Massimo D'Alema. Che verrà incontrato domani, prima di Rutelli e di Veltroni, e soprattutto prima di una conferenza stampa che si terrà all'Excelsior e in cui sarà tutto un profluirsi di sorrisi e strette di mano. Oggi però, dopo l'incontro mattutino con Napolitano e con Prodi, alle 20.30, Peres potrà dire cosa davvero pensa del nuovo corso della poltica estera italiana davanti ai membri della comunità ebraica romana riuniti per l'occasione in Sinagoga.
Molti prevedono che possano esserci meno sorrisi. I temi sul tappeto con gli italiani sono fondamentalmente tre: la valutazione data da Prodi e da D'Alema su Hamas, la missione Unifil e il riarmo degli Hezbollah con per contorno il tema dei tre soldati rapiti in Libano e a Gaza nell'estate del 2006 e, last but not least, le ultime incredibili dichiarazioni di Prodi sull'Iran. Senza mai dimenticare che proprio il generale, addetto alla politica mediorientale, scelto a suo tempo dal Professore come consulente a Palazzo Chigi è uno passato alla storia per avere dichiarato che "l'atomica di Teheran riequilibra quelle di Israele". Insomma Peres, uomo organico alla sinistra mondiale, viene in Italia per ricucire uno strappo che più lacerante non potrebbe essere. Ma viene anche per dire ai suoi compagni Ds di non illudersi: sul terrorismo le posizioni saranno sempre contrapposte sino a che l'Italia continuerà a fare il gioco delle tre carte con Hamas, Hezbollah e Iran solo per garantire la pace governativa. Altamente fregandosene di quella in Medio Oriente.

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