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L'Opinione Rassegna Stampa
16.04.2007 L'Iran promuove il caos in Iraq
armando jihadisti sciiti e sunniti

Testata: L'Opinione
Data: 16 aprile 2007
Pagina: 0
Autore: Stefano Magni
Titolo: «Sciiti e sunniti armati dall’Iran»
Da L'OPINIOINE del 14 aprile 2007:

Gli Iraniani stanno sostenendo sia la guerriglia sciita, sia quella sunnita, per destabilizzare l’Iraq. La notizia circola dall’inizio del gennaio scorso, dall’esame dei documenti sequestrati dalle forze della Coalizione in occasione dell’arresto di alcuni sospetti agenti iraniani in Iraq. La sua veridicità non è mai stata confermata, ma adesso gli Americani lanciano un’accusa formale: “Abbiamo scoperto recentemente alcuni casi in cui l’intelligence iraniana ha fornito il suo appoggio a gruppi di guerriglieri sunniti” ha dichiarato il generale William Caldwell nel corso di una conferenza stampa lo scorso 11 aprile. Finora le forze armate americane non avevano mai parlato di un’alleanza tra sunniti e Iraniani. E la notizia è una vera novità per chi ha sempre interpretato la guerriglia in Iraq come un prodromo di guerra civile tra sciiti e sunniti. La nuova “pistola fumante” è costituita dal ritrovamento di armi di fabbricazione iraniana nel pieno del Triangolo Sunnita. Inoltre, alcuni prigionieri avrebbero confermato: l’Iran ha fornito l’intelligence a gruppi di guerriglia sunniti, oltre ad aver addestrato miliziani radicali sciiti in territorio iraniano.

Il nuovo ritrovamento di armi è avvenuto lo scorso 9 aprile, in un quartiere sunnita di Baghdad: proiettili da mortaio da 81 mm, razzi anticarro, bombe a mano e migliaia di cartucce per armi leggere, tutte prodotte in Iran, secondo il parere degli esperti americani. L’ipotesi più probabile è che siano arrivate di contrabbando dal confine orientale e per questo il generale Caldwell ha di nuovo rinnovato il rimprovero, rivolto a Teheran, di non fare abbastanza per controllare i confini. Un’altra ipotesi è che le armi siano giunte dalla Siria o anche dal Libano: sia gli Hezbollah che i Siriani ricevono le armi dall’Iran. Ma se è autentico il contenuto dei documenti esaminati dagli Americani lo scorso gennaio (coerenti, per altro, con altri documenti sequestrati sin dalla fine del 2003) e se sono attendibili le testimonianze dei prigionieri citate dal generale Caldwell, non ci si troverebbe di fronte a un semplice contrabbando di armi dall’Iran, dalla Siria o dal Libano, bensì a un tentativo politico e militare iraniano di conquistare l’egemonia in Iraq, usando come pedine tutti i gruppi rivoluzionari jihadisti, indipendentemente dalla loro appartenenza settaria.

Alcuni comandanti della guerriglia che hanno disertato dall’Esercito del Mahdi (la milizia integralista sciita fedele a Moqtada al Sadr) hanno dichiarato alla Associated Press che ben 4000 miliziani sono stati addestrati in territorio iraniano. Sempre l’Iran avrebbe fornito il materiale e l’addestramento per l’uso di moderne mine anti-carro, causa di centinaia di vittime nelle file della Coalizione. “Hanno ricevuto un addestramento specializzato nell’uso delle armi” - ha dichiarato Caldwell - “E ora sappiamo anche che hanno ricevuto un addestramento tattico su quello che secondo noi è un modo più complesso di condurre attacchi”.
Teheran non ha ancora risposto in via ufficiale, ma ha già respinto tutte le accuse. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno già cambiato strategia nei confronti dell’Iran e dei gruppi che lo rappresentano in Iraq. Da gennaio, infatti, dopo una serie di arresti e raid mirati contro le milizie sciite di Moqtada al Sadr, fedele alla linea di Teheran, queste ultime sono in difficoltà. Anche la manifestazione dei “sadristi” in occasione dell’anniversario della caduta di Saddam, è un sintomo di sconfitta. In primo luogo, Al Sadr non è riuscito a tirare in piazza quel “milione” di sciiti iracheni che aveva annunciato, ma solo 10-15.000 stando a foto e a testimonianze oculari riportate su blog iracheni. E a quanto pare c’era ben poco di spontaneo in quella manifestazione.

Il blogger di Iraq the Model cita anche testimonianze di negozianti e comuni cittadini a cui gli uomini di Moqtada al Sadr hanno estorto denaro per comprare le bandiere: 6000 dinari dai negozi più “ricchi” e 2000 da quelli più poveri. A quanto pare è un tipico metodo di “autotassazione” delle milizie sciite: “E’ il classico metodo usato dai teppisti di Baghdad, lo stesso che veniva impiegato dai membri del Partito Baath” - sostiene il blogger - “intimidire per rubare soldi duramente guadagnati dai lavoratori iracheni per decorare le loro false dimostrazioni popolari”.

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