lunedi` 29 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






L'Opinione Rassegna Stampa
27.05.2005 Risposte al nuovo antisemitismo
continua la campagna del quotidiano

Testata: L'Opinione
Data: 27 maggio 2005
Pagina: 5
Autore: Stefano Magni - un giornalista - Francesco Ippolito
Titolo: «L’odio anti-ebraico degli intellettuali di sinistra - Cagliari: l’antisemitismo accademico si nasconde dietro l’animalismo Lo strano caso del professor Melis e dei colleghi che lo difesero - Intervista a Marco Cecchi, Presidente di LiberaPisa»
L'OPINIONE di venerdì 27 maggio 2005 pubblica a pagina 5 l'articolo di Stefano Magni: "L’odio anti-ebraico degli intellettuali di sinistra", un'intervista a Roberto Mahlab vittima di una persecuzione antisemita sul forum telematico della Rete civica di Milano. Una vicenda conclusasi con una vittoria per il diritto.
Vincere contro il pregiudizio anti-semita è possibile. Anche in un’epoca in cui essere contro Israele va di moda. Il caso più evidente di vittoria contro il
pregiudizio è quello di Roberto Mahlab, milanese, gestore del blog letterario concertodisogni.com. Quel sito è nato proprio in risposta ad una vera e propria persecuzione subita sulla Rete Civica di Milano, un forum telematico, che era
sponsorizzata da Provincia e Regione, in cui si dovrebbe discutere di cultura e di attualità. All’indomani dell’11 settembre 2001, quando ufficialmente tutti esprimevano la loro solidarietà agli Stati Uniti per l’aggressione subita, sulla Rete Civica incominciarono a circolare messaggi non solo antiamericani, ma anche pesantemente anti-semiti: "un susseguirsi di messaggi cosiddetti di
informazione che riportavano il sospetto sulla conoscenza anticipata di Ebrei e Israeliani dell’attentato al World Trade Center, che indicavano nel sionismo il nemico da battere e in Mr J il vero motore dei guai del mondo" – spiegava Mahlab in una lettera inviata alla Comunità Ebraica nel maggio del 2002, aggiungendo che – "Tutto questo avviene con la tolleranza dell’amministrazione della Rete Civica e con la definizione di coloro che hanno protestato come: ‘corpi estranei per i quali gli anticorpi devono fare il loro dovere al più presto, prima che le infezioni dilaghino’". Di solito siamo abituati a leggere ogni tipo di controinformazione sull’11 settembre e sulle cospirazioni sioniste e la maggior parte della gente l’accetta come fenomeno di costume.
Roberto Mahlab e il gruppo di "corpi estranei" della Rete Civica, invece, non ha
lasciato correre: "Abbiamo consegnato tutto il materiale esplicitamente antisemita a uno studio di avvocati oltre che al Centro di Documantazione Ebraica Contemporanea. Gli avvocati hanno fatto presente alla Regione e alla Provincia quello che si stava pubblicando nella Rete Civica da loro sponsorizzata. È successo che la Regione, dopo una rapida consultazione in Giunta, ha deciso di non rinnovare più il finanziamento alla Rete Civica.
È stata una decisione immediata. Al Comune è stata presentata un’interrogazione. Per quanto riguarda la Provincia, il nostro avvocato si è visto recapitare una lettera di risposta in cui si metteva in dubbio la veridicità delle accuse. Al che i nostri avvocati hanno spedito tutta la documentazione, ma la cosa si è conclusa con un nulla di fatto". Ma i messaggi postati sulla Rete Civica milanese erano realmente anti-semiti, o si trattava di critiche a Israele? Mahlab ci spiega meglio il clima che si respirava in quei giorni, come quando, all’uscita dal cinema, è stato insultato da un gruppo di suoi conoscenti al grido di: "Israele usurpatore, deve essere distrutto!", mentre sulla sua casella di posta elettronica arrivavano altri messaggi di insulti, sempre da parte di ex amici. "Erano persone che, fino al giorno prima, si dimostravano amiche e che poi, dopo le Torri Gemelle, mi prendevano di mira solo perché ero Ebreo. A queste persone non importava nulla del tuo pensiero politico, non me l’hanno nemmeno mai chiesto. Ero Ebreo e quindi ero automaticamente identificato come sionista, complice di Israele. Che ne sapevano del mio pensiero? Potevo anche essere laburista, o un pacifista integrale: non lo sapranno mai, non era quello che importava loro, evidentemente". Di fronte a questi episodi e in seguito alle prime proteste, la risposta è stata caratterizzata da un’indifferenza generalizzata: "Ciò che più mi ha impressionato, non è stato tanto il comportamento di queste persone, di coloro che mandavano messaggi carichi di odio. La cosa impressionante è che quando abbiamo presentato le nostre rimostranze alla direzione della Rete Civica (che, visto che utilizzava fondi pubblici, era pagata anche da noi), questa ha preso la parte degli aggressori. Insomma: noi non facevamo altro che scrivere dei racconti nella Rete, ma chi ce l’aveva con noi voleva che sparissimo da quella comunità. Ci sono state decine e decine di messaggi insultanti contro di noi. Dopo che è scoppiato il ‘pandemonio’, tutti i messaggi
antisemiti sono scomparsi, ma è stata pubblicata una lettera in cui ci accusavano di aver mentito, indicandoci con tanto di nome e cognome". La storia di Roberto Mahlab, comunque, ha avuto un lieto fine. Il suo protagonista rimane
ottimista: "Io non mi sento una vittima. Io ho lottato e li ho sconfitti. Al contrario di molti altri non sono stato zitto. Allontanandomi da quella lista e costruendo il mio nuovo forum letterario, ho scoperto, poi, che la quasi totalità della gente, sia essa cattolica, musulmana, buddista… non si è mai permessa di parlar male di qualsiasi Paese e di qualsiasi religione. Questi intolleranti, da quello che ho visto, sono solo un’infima minoranza". Certo, c’è da dire che non si tratta di un’infima minoranza di gente ignorante, ma di persone colte. Ed è questo, forse, l’aspetto più inquietante del nuovo antisemitismo.
Sempre a pagina 5 troviamo l'articolo "Cagliari: l’antisemitismo accademico si nasconde dietro l’animalismo Lo strano caso del professor Melis e dei colleghi che lo difesero"
Il nuovo antisemitismo può avere un volto verde. Ed elementi del pensiero nazista possono risbucare da dove meno te lo aspetti. Un caso divenuto nazionale, quello del libro di testo scritto dal professor Pietro Melis, dell’Università di Cagliari, è molto significativo in proposito: animalista convinto, il professore ha lanciato la sua provocazione prendendosela con la macellazione tradizionale ebraica e finendo per giustificare le camere a gas naziste. Il fatto strano è che il professore stesso, intervistato il 21 gennaio
su L’Unione Sarda, ha respinto ogni accusa di anti-semitismo e di ostilità contro Israele: "Macché, chi legge quel testo" – aveva risposto al giornalista del quotidiano sardo – "vedrà che indico come modelli d’umanità ebrei laici come Einstein, Freud, Marx. E scriva anche che sono sempre stato filoisraeliano in una facoltà che negli anni Settanta era tutta pro Nasser. Sa quando Nasser diceva che avrebbe preso il caffé a Tel Aviv io che dicevo? Che speravo che gli israeliani prendessero il caffè in Marocco, pensi un po’". Eppure nel suo saggio, "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l’Occidente e il diritto naturale", adottato dalla Facoltà di Scienze della Formazione, si legge chiaramente: "Il cosiddetto tempio ebraico era in realtà un grande mattatoio,
dove i cosiddetti sacerdoti cospargevano continuamente l’altare di sangue degli animali ancora vivi". Per cui, come conseguenza necessaria, si legge anche che: "è giusto dichiararsi antisemiti nei confronti degli Ebrei credenti, né ci si può dolere del fatto che questi siano finiti nelle camere a gas". Quindi è con gli Ebrei credenti che il professore si scagliava, nel nome dei "diritti della natura", come ribadiva coerentemente in un comunicato stampa emesso
successivamente allo scoppio del caso, nel gennaio scorso: "Se gli animali non hanno diritto ad un rispetto, non lo possono pretendere neppure gli uomini, perché abbiamo la stessa origine cellulare. Conseguentemente non si può pretendere, come pretendono gli ebrei credenti e gli islamici (che metto insieme), di far soffrire inutilmente gli animali nei mattatoi con la scusa delle regole religiose". Ma quello dei diritti della natura e degli animali non era un concetto tipico anche del nazismo? Il professor Melis lo
ricorda anche nella sua intervista del 21 gennaio a L’Unione Sarda: i Nazisti erano all’avanguardia in fatto di tutela dei diritti degli animali. E in fatto di tutela dei diritti umani erano altrettanto all’avanguardia?
Nelle pagine della Toscana troviamo un intervista di Francesco Ippolito a Mario Cecchi, Presidente dell'associazione LiberaPisa
C’è in gioco la possibilità di arrivare alla Pace, quella di cui molti si
sono riempiti la bocca in Italia ed in Europa, ma che tra le sabbie dei
paesi del Medio Oriente è ancora un miraggio. La sfida politica senza precedenti
per il ritiro unilaterale dei coloni da Gaza, la tregua tra Israele e Autorità
Nazionale Palestinese, le prossime elezioni in Palestina, suggeriscono nuovi
sviluppi del processo di cambiamento in atto nel sistema politico. Eppure
tutto questo non sembra aver toccato le frange estreme dell’antiebraismo
a tutti i costi, come dimostrano i recenti fatti di intolleranza che si
sono verificati in alcuni atenei italiani. Per parlare di questo argomento,
siamo andati a Pisa per intervistare Marco Cecchi, presidente dell’associazione
radicale LiberaPisa.

Come si spiegano i fatti di Pisa, Firenze e Torino?
Il dibattito in Medio Oriente viene purtroppo interpretato da qualcuno secondo
schemi antiquati e un po’ beceri, tanto da arrivare al confine con l’antisemitismo.

Lo slogan"?Israele non deve esistere" urlato a Pisa contro il rappresentante
del governo israeliano Shai Cohen non è antisemitismo?
E’ vero che molto spesso l’ antiebraismo è la maschera che nasconde un odio
razziale, ma a mio parere il problema è più vasto. L’esperienza che abbiamo
come associazione radicale pisana ci dice che l’aspetto critico è rappresentato
dalla mancanza di democrazia. Sia come agibilità agli spazi di discussione
preparati da altri, sia come possibilità di organizzare iniziative proprie.

Si riferisce ad alcune occasioni in particolare?
Ricordo durante il periodo del G8 i maltrattamenti subiti per aver tentato
di affiggere manifesti con lo slogan "No ai No Global". Le intimidazioni
riprese dai giornali in occasione dell’Israele day organizzato a Pisa. Ma
la lista è lunga.

Insomma il problema sarebbe politico?
Certamente. Prova ne sia che l’associazionismo dichiaratamente anti-israeliano
è quello che rastrella il maggior numero di contributi.

Però anche LiberaPisa ha in cantiere un progetto.
Visto che l?’Università non sembra decidersi a riparare a quanto è successo
sette mesi fa, ci siamo impegnati come associazione ad organizzare nuovamente
l’incontro con Shai Cohen. E lo faremo con i fondi e con le strutture dell’Università.

Il direttore de L’opinione, Arturo Diaconale, ha proposto il taglio dei
fondi agli atenei che tollerano episodi di antisemitismo. Che ne pensa?
Ne ero al corrente e mi è venuto subito in mente il principio del "ricatto
democratico" praticato in tema di cooperazione internazionale. Ritengo l’idea
stimolante, sicuramente da approfondire. Intanto la nostra arma migliore
è rappresentata dal confronto politico pubblico. Dobbiamo accendere le luci
dei media, e delle coscienze sugli episodi di intolleranza; spiegare ciò
che avviene nelle nostre città sensibilizzando l’opinione pubblica.

Sarebbe sufficiente?
Gli altri non hanno idee sostenibili. All’interno di un confronto vero possono
solo perdere.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Opinione. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

diaconale@opinione.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT