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Italia Oggi Rassegna Stampa
31.12.2021 Iran, donna aggredita reagisce: sberla al mullah
Cronaca di Goffredo Pistelli

Testata: Italia Oggi
Data: 31 dicembre 2021
Pagina: 13
Autore: Goffredo Pistelli
Titolo: «Signora dà una sberla al Mullah»
Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 13, con il titolo "Signora dà una sberla al Mullah", l'analisi di Goffredo Pistelli.

Masih Alinejad - Wikipedia
Masih Alinejad

Il settimanale americano Time ci ha abituato all'incoronazione della «persona dell'anno», indicando di volta in volta il personaggio, in genere politico, religioso o della cultura, che si è imposto a livello mondiale nei 365 giorni precedenti. È tutto un succedersi di presidenti di grandi potenze, premi Nobel, scienziati, pontefici. Talvolta la scelta è simbolica e indica al mondo un oggetto, vedi il computer (1982), o una categoria, come i "soldati americani" (2003), i manifestanti delle primavere arabe (2011) o le donne che hanno denunciato le molestie sessuali (2017). Quest'anno è toccato a Elon Musk, il fondatore di Tesla, ossia il guru della mobilità elettrica. Se avessero atteso qualche giorno, i giornalisti di Time avrebbero potuto avere sotto gli occhi, grazie al socialnetwork Instagram, quello che si basa sulla pubblicazione di immagini, un episodio capace di mettere in discussione la scelta, proponendo un simbolo dei problemi vissuti da tante donne in alcune parti del mondo musulmano.

La vicenda l'ha documentata la giornalista ed attivista per i diritti civili Masih Alinejad, un'iraniana che vive in esilio a New York, dopo essere stata arrestata, ancora 18enne, per aver sostenuto un dissidente al regime khomeinista. Alinejad, che col suo profilo Instagram (https: //www.instagram.com /masih.alinejad/), raggiunge 6,1 milioni di persone, è una vera spina nel fianco di Teheran. Documentando repressioni e brutalità della repubblica teocratica, ha pubblicato nei giorni scorsi un video giuntole da Qom, città santa persiana, a sud della capitale. Mostra uno straordinario gesto di ribellione di un'anonima donna iraniana che, a passeggio con quelle che paiono essere amiche e due figlie, viene colpita in testa con un lungo bastone da un mullah. La donna avrebbe avuto il capo non completamente coperto, ossia avrebbe indossato lo hijab, il velo che i religiosi sciiti impongono alle donne e alle giovani, in maniera non conforme alle regole. Un'infrazione che, in genere, viene sanzionata dalla polizia religiosa, insieme ad altri divieti come il ballo e il canto in pubblico, ma spesso anche da singoli zelanti religiosi, come in questo caso.

A Qom però succede qualcosa di impensabile: la signora reagisce duramente e prende a ceffoni il suo aggressore. Non solo, come si pub vedere nelle immagini, calpesta anche con rabbia il turbante bianco del custode dell'ortodossia che la sua manata ha fatto volare a terra. E quando uno dei due aggressori, il più giovane, pare volersi allontanare, forse per chiamare rinforzi perché lo si vede con un cellulare in mano, lei lo insegue e di nuovo, gli fa volare il turbante. Intorno una folla che assiste sorpresa ma che non sembra certo parteggiare per i mullah. In altri video che arrivano dall'Iran, rilanciati dalla stessa giornalista, episodi di ribellione all'obbligo dell'hijab sono ricorrenti da alcuni anni, soprattutto nelle grandi città, cominciando da Teheran. Accade sempre più spesso dalla fine del 2017, quando l'attivista trentenne Vida Movahed salì su una piccola cabina elettrica di servizio, su un lato di via della Rivoluzione, nella capitale, si tolse il velo bianco dalla testa e, legatolo a un bacchetto, comincio a sventolarlo ai passanti in segno di protesta, finendo condannata a un anno di prigione di lì a pochi mesi. Da allora, ogni mercoledì, in più parti dell'Iran, donne, soprattutto giovani, sfidano la polizia religiosa, scoprendosi il capo per le strade, spesso difese dai passanti in caso di intervento delle autorità. In genere, pero si tratta di iraniane abbastanza giovani, vestite all'occidentale, salvo il velo sopra la testa, anche se spesso abbassato quasi alla nuca. A Qom si è vista, invece, una signora vestita tradizionalmente, con un lungo abito grigio e col velo nero in capo, fisico imponente, fianchi larghi, borsetta al braccio, una razdora, per dirla all'emiliana, compiere un gesto coraggioso. Uno sganassone che potremmo definire moderato, un manrovescio non dettato dai social consultati clandestinamente (Facebook e Twitter so- no vietate) ma mosso dal desiderio di difendere la propria dignità di donna e di madre, dinnanzi al fanatismo religioso. Un piccolo segno di speranza per il Paese sottoposto, dal 1979, anno della Rivoluzione khomeinista, a una teocrazia intransigente. Una grande nazione che mostra, da anni, segni di stanchezza e insofferenza all'imposizione coranica alla vita di tutti giorni. Sentimenti che si mescolano a problemi economici e ambientali che hanno generato rialzo dei prezzi e carenza di risorse, spesso sfociati in rivolte popolari, sanguinosamente represse. Time or not, è lei, la signora di Qom, la schiaffeggiatrice coraggiosa, la persona dell'anno 2021. «Una risata vi seppellirà», strillavano gli anarchici dell'800, slogan requisito dai sessantottini italiani e poi dai duri ribelli del '77. Per i mullah persiani, poco portati all'ironia altrui, è arrivato il ceffone di una anonima madre di famiglia. Un giorno, forse, le erigeranno monumenti.

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