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Italia Oggi Rassegna Stampa
07.08.2021 Germania tra Shoah e ciclismo
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 07 agosto 2021
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Il Giro di Germania e il lager»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 07/08/2021, a pag.12 con il titolo "Il Giro di Germania e il lager" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Sarebbe possibile per il Giro d'Italia passare per Predappio? O magari porre un traguardo volante per gli sprinter sul lago di Como, a Dongo, dove venne catturato Mussolini, insieme con Clara Petacci, che lo seguì nella fuga e nella morte? Magari, a qualcuno verrà in mente. In Italia, non si sa mai. In Germania, gli organizzatori del Deutschland Tour, il Giro di Germania, avrebbero voluto far passare i ciclisti da Buchenwald, il lager a 8 km da Weimar. Si sono sorpresi per le proteste sdegnate, e malvolentieri hanno dovuto cambiare idea. Il Deutschland Tour è meno famoso e seguito del Tour de France o del Giro d'Italia, non vi partecipano i campioni che hanno conquistato la maglia rosa o quella gialla ma, sostengono gli organizzatori, ha il fine di far conoscere i luoghi più suggestivi o storici del paese. Sarebbe giusto per Weimar, cittadella della cultura, dove vissero Goethe e Schiller, e dove il 25 agosto del 1900 mori Friedrich Nietzsche, ma passare per Buchenwald era un'idea di estremo cattivo gusto, una profanazione. È un minitour, dal 26 al 29 agosto, quattro tappe per 727 chilometri, e si svolge in gran parte nella ex Ddr (la ex Germania comunista dell'Est) per concludersi in Baviera. Si parte da Stralsund sul Baltico per giungere dopo 191 chilometri a Schwerin, capitale del Mecklenburg-Vorpommern, la seconda tappa di 185 km arriva a Ilmenau in Turingia, ed era quella sotto accusa: passava attraverso Weimar e sfiorava Buchenwald. Infine, la terza arriva a Erlangen, in Baviera, e la gara si chiude a Norimberga. Il vincitore indossa una maglia rossa. Mancano il Tourmalet e le Alpi, la cima più alta sarà di 2.000 metri. Il percorso, si sostiene, è stato definito già l'anno scorso, ma il Tour fu annullato a causa del Covid. Perché, lo scandalo all'ultimo momento? Il tour era stato approvato dalla città di Weimar: la gara viene trasmessa dalla tv e sarebbe stata un'ottima pubblicità turistica. Ma il ministro degli interni della Turingia, il socialdemocratico Georg Maier, è stato il primo a protestare. Il lager sorge nella foresta di faggi (buchen), che è sempre suggestiva, attrae turisti per pic-nic con i bambini, ma gli organizzatori del Tour avevano previsto di far passare i concorrenti dalla Blutstrasse, la strada insanguinata, come da sempre viene chiamato il tratto in cemento costruito dai deportati tra la metà del 1938 e il tardo autunno del 1939, cinque chilometri nel bosco, che fa parte della memoria del lager. Buchenwald, aperto nel 1937, non era un campo di sterminio, come Auschwitz, ma di concentramento. Gli internati furono circa 280 mila, e morirono in 56 mila, di stenti, provati dai lavori forzati, come molti di coloro che furono costretti a costruire la strada. Tra le vittime, anche Mafalda di Savoia, la figlia del re Vittorio Emanuele III, che morì a Buchenwald a 41 anni, il 27 agosto del 1944. La Blutstrasse non è un luogo dove far svolgere una gara di ciclismo, conclude Maier. Gli organizzatori non hanno alcun rispetto per la storia, e per le vittime del nazismo, ha protestato Josef Schuster, presidente del comitato centrale degli ebrei in Germania. Un'idea priva di pietà. Lo storico Rikola-Gunnar Lüttgenau, il curatore del lager, dichiara di essere stato informato della gara solo a luglio, quando gli hanno comunicato che la Blutstrasse sarebbe stata chiusa per i visitatori del campo, a causa della gara. La preghiera di cambiare il percorso non ha avuto neanche una risposta. Buchenwald è un luogo storico della Germania, nel bene e nel male, si sono difesi gli organizzatori, perché non ricordarlo? Non si tratta di mancanza di rispetto. Una difesa pretestuosa. Certamente, i ragazzi che vengono condotti ad Auschwitz a volte si comportano male, si scattano selfie ridacchiando. Oppure i turisti a Berlino passano davanti al gigantesco monumento eretto per ricordare la Shoah, una distesa di steli in cemento vasta come un campo di calcio, senza riflettere, o senza fermarsi. La mancanza di rispetto da parte di singoli non è paragonabile a una gara sportiva attraverso un lager organizzata per sostenere il turismo. Il percorso è stato cambiato solo dopo lo scandalo, ma non si sa ancora quale sarà il nuovo itinerario.

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