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Italia Oggi Rassegna Stampa
24.03.2021 Le moschee in Germania: niente a che vedere con l'islamismo?
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 24 marzo 2021
Pagina: 15
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Quante le moschee tedesche?»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 24/03/2021, a pag.15 con il titolo "Quante le moschee tedesche?" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Si chiede di controllare le moschee in Germania, ma non si sa neanche quante siano. Si trovano in uffici sfitti da anni, in garage sotterranei, in negozi chiusi in attesa di ristrutturazione, ha scritto il settimanale Der Spiegel. Adesso le autorità, per ragioni di sicurezza, vogliono effettuare una sorta di censimento, rendere obbligatoria un'insegna, o una qualsiasi forma di riconoscimento all'ingresso. La moschea di Colonia è la più grande del paese, forse in Europa, in stile moderno simile a una nave spaziale. Aperta nel 2017, è costata trenta milioni di euro, e pub accogliere 1.200 fedeli. Molte altre sono quasi clandestine. Se si cerca su Google map, nel centro di Amburgo nel raggio di duecento metri se ne scopre una dozzina, un paio riconoscibili per il minareto, le altre si trovano solo grazie a informazioni che passano da fedele a fedele. Poche hanno un sito internet, o comunicano l’indirizzo o il numero di telefono, gli orari della preghiera, e il nome dell'imam. In Germania il numero delle moschee è approssimativo, tra 2.350 e 2.750. Ovviamente ricevono le Kirchensteuer, le tasse ecclesiastiche da parte dei fedeli, intorno al 6% in più sul reddito, come tutte le confessioni. Ma l'amministrazione di molte moschee è oscura, si sospetta che ricevano aiuti non dichiarati, anche dall'estero. Si chiede che le prediche siano in tedesco in modo da controllare gli imam, ma in queste condizioni di semiclandestinità non è possibile. Si desidera un maggior rigore, altri denunciano che il controllo metta in pericolo la libertà di culto. Da tempo, il ministro della sanità, Jens Spahn, e la ministra per l'agricoltura, Julia Hlöckner, entrambi cristiano democratici e cattolici, chiedono che venga creato un registro delle moschee, con il nome dei responsabili e un bilancio comprensibile. Al Bundestag, il parlamento federale, una commissione sta controllando se un simile albo sia ammesso dalla Costituzione. Al riguardo molti deputati hanno dei dubbi. Non esiste un simile registro per le chiese protestanti o cattoliche, né per le sinagoghe ha denunciato Aiman Mazyek, presidente del consiglio centrale dei musulmani in Germania, che controlla circa 300 moschee. Tutto in regola, sostiene, si registrano i nomi degli imam e da quale fonti giungano gli aiuti, ma Mazyek pub garantire solo per poco più di un decimo dei luoghi di culto. Anis Amri, il tunisino responsabile dell'attentato al mercato di Natale a Berlino, il 19 dicembre del 2016 (i morti furono dodici, tra cui una ragazza italiana), frequentava la Fussilet-Moschee nella capitale. «Non era una autentica moschea, ribatte Mazyek, era il modo di mascherare un centro di indottrinamento, questi centri vengono chiusi di continuo, una prova del buon funzionamento del nostro sistema di controllo». Non sarebbe dunque necessario un registro. In realtà, si ribatte, anche il consiglio centrale dei musulmani non è in grado di fornire un quadro completo, e non ha neanche un elenco degli iscritti. Secondo Mouhanad Khorchide, studioso dell'Islam all'università di Müntser e la sociologa Christel Gärtner, in diverse moschee turche, bosniache e arabe la funzione del venerdì viene usata per indottrinare e radicalizzare i giovani fedeli.

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