lunedi` 06 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.12.2023 Il Mediterraneo di Maurizio Molinari
Recensione di Aldo Cazzullo

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 dicembre 2023
Pagina: 43
Autore: Aldo Cazzullo
Titolo: «Potenze globali a confronto nel Mediterraneo che scotta»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/12/2023 a pag.43, con il titolo "Potenze globali a confronto nel Mediterraneo che scotta", la recensione di Aldo Cazzullo del libro di Maurizio Molinari.
 

Immagine correlata
Aldo Cazzullo

Il Mediterraneo è tornato al centro della storia. Ventidue secoli fa nel mare poi chiamato «Nostrum» si scontrarono le due grandi potenze dell’epoca, Roma e Cartagine; oggi proprio il Mediterraneo è il luogo in cui si incrociano le sfere di influenza delle due superpotenze del mondo contemporaneo, gli Stati Uniti d’America e la Cina. Con l’invadente aggiunta della Russia, che non ha il peso economico degli altri due Paesi, ma ha dimostrato una spregiudicatezza senza uguali nell’impiego della forza militare. Non solo; il Mediterraneo è il lago attraversato dai migranti, è il crogiolo delle tre religione monoteiste che hanno in Gerusalemme la loro città santa, è il mare su cui da sempre sognano di affacciarsi gli zar e che vede l’ambizioso progetto di Erdogan di ricostruire, almeno nella forma della sfera di influenza, l’Impero ottomano, per secoli rivale della civiltà cristiana e in particolare veneziana. Se poi pensiamo il Mediterraneo come una macroregione allargata, dal Golfo di Guinea al Medio Oriente passando per il Mar Nero, allora sono cinque le guerre che vi si combattono: tutte legate l’una all’altra.

Occorreva l’esperienza di Maurizio Molinari, che prima di dirigere «La Stampa» e «Repubblica» è stato corrispondente da Bruxelles, New York, Gerusalemme-Ramallah, per disegnare uno scenario geopolitico così preciso. Mediterraneo conteso. Perché l’Occidente e i suoi rivali ne hanno bisogno è il titolo del saggio, pubblicato da Rizzoli.

L’autore traccia una mappa per ogni area di crisi. Il Mediterraneo occidentale, dalla rocca di Gibilterra allo Stretto di Sicilia, dalle coste algerine a quelle provenzali. È questa la sfera dove si scontrano gli interessi di tre nazioni che si considerano sorelle latine, ma in realtà sono divise da una spietata rivalità, in particolare sul fronte dello sfruttamento energetico: la Spagna a guida socialista, la Francia centrista, e l’Italia sovranista; «con l’Algeria — scrive Molinari — tradizionale partner di Parigi che il governo Draghi è riuscito ad avvicinare all’Italia, grazie alla mediazione dell’Eni di Claudio De Scalzi, su cui il governo Meloni ha ulteriormente investito lanciando il Piano Mattei».

L’Adriatico, l’angolo più conteso del Mediterraneo: Pechino conduce un forcing commerciale e diplomatico per fare di Venezia il punto d’arrivo della nuova Via della Seta, Washington rilancia per non trasformare l’Adriatico — il luogo del Mediterraneo più vicino alla Germania — in un mare cinese, mentre la Russia di Putin vede nella Serbia e in genere nei Balcani una sua naturale area di espansione.

Il Mar Nero è la vera posta in gioco nel conflitto russo-ucraino. Il Caucaso è la terra delle guerre dimenticate, a cominciare dal conflitto tra azeri e armeni. Il Golfo Persico, ombelico del pianeta, è la chiave dell’espansionismo cinese e della politica arrembante delle potenze arabe. Il Nord Africa è un’incubatrice di immigrazione illegale e di terrorismo, ma è anche la nuova frontiera dell’umanità, un serbatoio di energia e di giovinezza, che attinge anche al Sahara, al Sahel, al Golfo di Guinea, al Corno d’Africa.

Molinari individua i temi chiave della modernità: internet, natalità, crescita, istruzione, spesa militare, fede, libertà fondamentali. E compila un’interessante carta d’identità degli attori strategici. Alcuni sono i grandi Paesi cui l’autore ha dedicato i suoi libri, dagli Usa — da ricordare almeno L’aquila e la farfalla. Perché il XXI secolo sarà ancora americano (Rizzoli, 2013) e Gli ebrei di New York (Laterza, 2007) — a Israele. Ho trovato affascinante il paragrafo sul Regno Unito e le sue tre dita nel Mediterraneo: la rocca di Gibilterra, Malta, Cipro. Ma ovviamente il lettore italiano sarà attratto in particolare dalle pagine sul nostro Paese.

Nel 2018, l’anno della vittoria dei Cinque Stelle, Molinari scrisse un saggio intitolato Perché è successo qui. Viaggio all’origine del populismo (La nave di Teseo). Nel 2022 hanno vinto altri populisti. L’autore inserisce l’attualità nel quadro storico del nostro Paese, di cui in passato si è occupato anche lavorando negli archivi americani, tra i documenti desecretati dalla Cia. Arrivata a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha abbandonato le sue antiche parole d’ordine, ha fatto professione di atlantismo, è stata dura con Putin — contraddicendo Berlusconi e Salvini —, ha dialogato con l’Europa. Resta da capire se il richiamo della foresta si farà ancora sentire. E se gli americani, i francesi, i tedeschi vedono la Meloni come una dolorosa e passeggera necessità, o come un partner strategico.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT