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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.03.2023 Bucate le difese di Kiev
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 marzo 2023
Pagina: 8
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Pioggia di missili ipersonici russi: «bucate» le difese aeree di Kiev»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/03/2023, a pag.8, con il titolo "Pioggia di missili ipersonici russi: «bucate» le difese aeree di Kiev" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Putin agita di nuovo lo spettro nucleare - Formiche.net
Putin

KRAMATORSK Sono state ancora una volta le sirene ad avvertire ben prima dell’alba che i missili russi stavano tornando a colpire. Ma ieri già verso le cinque della mattina è stato evidente che non era il solito allarme di routine, qui nel Donbass ha scadenze praticamente quotidiane. Allarme dopo allarme gli ucraini sono stati ovunque costretti a verificare reti social e canali locali per capire che larga parte del Paese era sotto attacco come non si vedeva più da fine gennaio e in realtà, in modo tanto massiccio, sin da metà dicembre. Persino la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha dovuto ricorrere, per la sesta volta dall’inizio della guerra, ai generatori diesel d’emergenza, dopo che i razzi avevano interrotto i collegamenti con la rete ucraina che garantisce il raffreddamento dei sei reattori. Il black out è durato poche ore, ma tanto è bastato perché il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Rafael Grossi, sia tornato a mettere in guardia. «Sono sbalordito come ormai si rimanga indifferenti a questi pericoli, c’è il rischio che a un certo punto la nostra fortuna termini e sarebbe la catastrofe», ha messo in guardia. Verso le dieci della mattina è così emerso il quadro drammatico della guerra totale voluta da Putin contro l’intera popolazione ucraina e le infrastrutture civili, visto che la macchina militare russa continua a fare acqua da tutte le parti e in effetti non riesce ad imporsi su quella avversaria nei campi di battaglia.

Le esplosioni
I russi in poche ore hanno lanciato almeno 81 tra missili di vario tipo e droni kamikaze, mirando soprattutto sulle grandi città e le loro reti elettriche. Alcune forti esplosioni hanno interessato Kiev e le periferie. Secondo il sindaco, Vitaly Klitschko, nel pomeriggio almeno metà dei quasi quattro milioni di abitanti era rimasto al buio. Pare vi siano almeno undici morti e una ventina di feriti in tutto, ma manca il bilancio definitivo. Il maggior numero di decessi è stato a Leopoli, dove è stato centrato un palazzo residenziale, sono segnalati sei decessi. A Odessa, dove la rete elettrica era stata gravemente danneggiata dai raid di inizio gennaio, altri missili hanno colpito una centralina nella zona portuale. Danni anche a Dnipro, nel cuore del Paese, oltreché a Zhytomyr e a Ivano-Frankivsk, quest’ultima considerata la porta dei Carpazi, ma nella cui regione si trovano importanti caserme per l’addestramento dei militari. Come sempre, sono note le vittime civili, le autorità ucraine non forniscono però alcun dettaglio su eventuali danni alle strutture militari o su possibili perdite tra i soldati. Ma tra i dati più rilevanti sono la tipologia di armi usate dai russi e le modalità del raid. Per la prima volta sono infatti stati lanciati contemporaneamente almeno 6 Kinzhal, i nuovi missili ipersonici capaci di raggiungere dieci volte la velocità del suono (Mach-10) e che gli stessi comandi ucraini ammettono di non essere in grado di intercettare. Putin li considera il fiore all’occhiello delle sue industrie militari: hanno un raggio superiore ai 2.000 chilometri e sono in grado di portare testate nucleari. Sembra che Mosca ne abbia solo poche dozzine e cerchi di centellinarne l’uso, visto che dovrebbero servire per un eventuale scontro con la Nato.

La risposta
Secondo il ministero della Difesa a Mosca, l’attacco sarebbe in risposta al raid lanciato il 3 marzo nella regione russa di Bryansk da un piccolo gruppo di attivisti dell’estrema destra russa che sarebbe ospitata da Kiev. E comunque i responsabili ucraini guardano con preoccupazione a questa nuova tattica di bombardamento fondata sul principio di ondate di missili di vario tipo che renderebbe molto complicato il lavoro della contraerea. Assieme ai Kinzhal c’erano i vecchi S-300, missili convenzionali dell’era sovietica, ma anche i Kh-22 antinave, oltre a droni iraniani Shaheed. Di conseguenza, le difese ucraine hanno dovuto affrontare contemporaneamente ondate di armi molto diverse tra loro: il risultato è stato che 47 missili hanno colpito gli obiettivi. Un tasso di successo molto alto, se si ricorda che, dopo i gravi raid iniziati l’11 di ottobre, gli ucraini avevano affinato le loro strategie di difesa e a fine dicembre il tasso di successo russo era precipitato sotto il 20 per cento.

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