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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.01.2023 La tregua che non c'era
Cronaca di Marta Serafini

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 gennaio 2023
Pagina: 2
Autore: Marta Serafini
Titolo: «Il cessate il fuoco che non c’era: 'Putin mobilita altri 500mila soldati'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/01/2023, a pag. 2, con il titolo "Il cessate il fuoco che non c’era: 'Putin mobilita altri 500mila soldati' " la cronaca di Marta Serafini.

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Marta Serafini

Winter nears in Ukraine — and a battle of stamina awaits - The Washington  Post

Più che un Natale di tregua è stato un Natale di sangue quello che hanno celebrato ieri gli ucraini fedeli alla Chiesa ortodossa, mentre a mezzanotte si concludeva il cessate il fuoco unilaterale dichiarato da Mosca e non rispettato da entrambe le parti. Feroci combattimenti sono stati segnalati a Soledar, alle porte di Bakhmut, nella regione di Donetsk, dove nella notte tra venerdì e sabato la resistenza è riuscita a respingere un assalto russo. «Le forze di occupazione non controllano la città e stanno subendo pesanti perdite», ha dichiarato il comandante orientale delle forze armate di Kiev, Serhiy Cherevaty, citato dall’agenzia Unian, «Il mondo ancora una volta ha potuto vedere oggi quanto siano false a ogni livello le parole che arrivano da Mosca. Hanno detto qualcosa su un cessate il fuoco....ma la realtà è che i russi hanno colpito Bakhmut e di nuovo altre posizioni ucraine», ha dichiarato il presidente ucraino Voldymyr Zelensky. Pesanti perdite sono state riportate nel triangolo della morte fra Bakhmut, Gorlovka e Makiivka dagli uomini della Wagner secondo immagini diffuse in rete dalla propaganda ucraina, che mostrano più di una trentina di uomini in tuta mimetica a terra. Due le vittime invece sul lato ucraino, una a Bakhmut e una a Kransna Hora, mentre per l l’ntelligence britannica uno dei settori più duramente contesi continua a essere quello intorno alla città di Kreminna, nell’Oblast di Lugansk, dove si combatte nel bosco a ovest della città. Colpita di nuovo Kherson, 39 volte solo nella giornata di venerdì, con un morto. Per l’intelligence di Kiev — come conferma in un’intervista al Corriere il vice capo dell’intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky — Putin si prepara a mobilitare altri 500 mila uomini. Per Kiev, questi soldati saranno poi inviati «in prima linea nell’Est e nel Sud del Paese e faranno parte delle nuove offensive russe in primavera e in estate». A Kiev il metropolita della chiesa ortodossa ucraina Epifanio I ha celebrato la sua prima messa nel Monastero delle grotte, considerato fino a ieri epicentro del culto ortodosso fedele a Mosca. «Una celebrazione storica», spiega emozionato al Corriere il suo vicario Vasyl davanti a una chiesa gremita di civili, polizia e giornalisti. «Siamo venute da Bucha apposta. È un Natale triste perché siamo in guerra ma siamo felici di questa occasione», raccontano Alina , Sofia e Olga avvolte nei loro scialli fioriti. E, a dimostrazione di come siano tesi i rapporti nella comunità religiosa ortodossa, ieri Zelensky ha sospeso la cittadinanza a tredici sacerdoti fedeli al patriarcato di Mosca. A darne notizia è l’agenzia di stampa Ukrinform, che ha visionato il decreto firmato da Zelensky non ancora reso pubblico, in quanto contiene informazioni personali. Tra i destinatari del provvedimento, il metropolita Ionafan di Tulchyn e Bratslav, che ha anche passaporto russo ed è accusato di tradimento. Una decisione che arriva dopo i raid di novembre delle forze di sicurezza ucraine e che la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova ha definito «satanismo». Anche intellettuali, scrittori, cantanti e attori sono finiti nel mirino. Ieri Zelensky ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale imponendo sanzioni a 119 personalità della cultura russa. Fra loro gli artisti Yevgeny Petrosyan, Mikhail Galustyan, Dmitry Bilan e Philip Kirkorov. Figure che il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha definito «propagandisti di morte» aggiunti alla lista perché colpevoli di «inviti diretti o indiretti a uccidere, catturare, rubare in Ucraina». A marzo, intanto, i ministri della Giustizia di molti Paesi parteciperanno a Londra a una conferenza internazionale sui crimini di guerra commessi in Ucraina.

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