venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.04.2022 Giovanni Maria Flick: 'Legittimo rifornire l'Ucraina. L'aiuto agli aggrediti è un valore'
Lo intervista Virginia Piccolillo

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 aprile 2022
Pagina: 12
Autore: Virginia Piccolillo
Titolo: «'Legittimo rifornire l'Ucraina. L'aiuto agli aggrediti è un valore'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/04/2022, a pag. 12, l'intervista di Virginia Piccolillo dal titolo "Legittimo rifornire l'Ucraina. L'aiuto agli aggrediti è un valore".

Giovanni Maria Flick Archivi - Legalcommunity
Giovanni Maria Flick

Giovanni Maria Flick è legittimo costituzionalmente inviare armi in Ucraina? «Certo. La Costituzione non esclude il principio della legittima difesa che la Carta delle Nazioni Unite, all'articolo 51, estende all'autotutela nel rapporto fra Paesi. E, a meno di voler credere che l'Ucraina paghi comparse, è chiaro che la Russia è l'aggressore».

Ma la Costituzione non ripudia la guerra? «Sì, ma va contemperata la prima e la seconda parte dell'articolo 11. Vieta l'uso della guerra come motivo di risoluzione di controversie o strumento di aggressione alla libertà di altri popoli. Ma poi consente una limitazione della sovranità nazionale attraverso associazioni, ai fini di pace e giustizia. La Nato fa parte di queste. E l'aiuto a chi è aggredito e agisce in autotutela è una consuetudine internazionale consolidata che rispecchia un principio fondamentale di solidarietà».

IL PRINCIPIO PACIFISTA (ART. 11 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA) - StampaEtnea

C'è chi vorrebbe porre limiti alla Nato. «Bisognerà discuterne. Ma non in questo momento in cui c'è un Paese aggredito al quale è legittimo e doveroso dare la propria solidarietà».

C'è chi teme che, mascherata da difesa, ci sia una guerra per procura. «Anche se vi fosse quest'intenzione da parte di qualcuno non vale a impedire l'aiuto all'aggredito. Si può e si deve discutere dei tanti errori politici. Ma è l'aggressore stesso a dire che sta compiendo un'operazione speciale di polizia. Tanto che non è stato nemmeno dichiarato lo stato di guerra. Io vedo solo un Paese in lotta per la sua libertà».

È Resistenza? «Non mi piace chi distingue la Resistenza dall'aggressione russa da quella che l'Italia ha combattuto con le forze alleate (Usa, Gb, Polonia, Brigata ebraica etc) per liberare il Paese dai nazisti. L'unico giudice potrà essere il tribunale penale internazionale per i crimini contro l'umanità. Ma verrà dopo. Noi, grazie soprattutto alle parole dei presidenti Napolitano e Ciampi, dovremmo aver capito che la Resistenza è un valore di tutti. Non va usata da una parte contro l'altra».

Ci sono state polemiche da parte dell'Anpi. «Non vorrei si stia trasformando in partito politico».

C'è chi vorrebbe scegliere quali armi inviare. «Non mi piace l'idea. Dipende da come si usano le armi per stabilire se sono letali. Il parlamento italiano e quello europeo non hanno posto limiti alle consuetudini di solidarietà con l'aggredito. Se dai un aiuto non puoi scegliere tu cosa, con esso, possa fare. L'essenziale è che ciò non divenga una cobelligeranza».

Si teme che scateni una guerra anche contro di noi. «A maggior ragione occorre reagire ed aiutare chi è stato aggredito per primo».

II Papa dice di interrompere la spirale delle anni. «Mi convince moltissimo soprattutto per il commercio di armi. Ma è su un altro piano. Non tiene conto della necessità di respingere da subito l'aggressione. Il Vangelo dice porgi l'altra guancia. Ma anche: il tuo parlare sia sì-sì, no-no, non sì-ma o sì-però».

Una trattativa vera non necessità di Putin e Biden? «Difendere l'aggredito è il modo più semplice per costringere l'aggressore a sedersi al tavolo. Papa Giovanni XXIII scriveva: non c'è pace senza giustizia. Si tratta di invitare anche Biden a sedersi con Putin per trattare i loro problemi, ricordando Esopo: superior stabat lupus».

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT