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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.11.2021 Il PM di Perugia: accettare la violenza domestica islamica
Cronaca di Andrea Pasqualetto

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 novembre 2021
Pagina: 23
Autore: Andrea Pasqualetto
Titolo: «'Il velo imposto? È la loro cultura'. Le parole del pm, Cantone si dissocia»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/11/2021, a pag. 23, con il titolo " 'Il velo imposto? È la loro cultura'. Le parole del pm, Cantone si dissocia", la cronaca di Andrea Pasqualetto.

Niente velo islamico nei luoghi pubblici: multe per le donne che lo  indossano e carcere per chi le costringe

Quel giorno, era lo scorso 7 ottobre, Salsabila le ha messe in fila tutte davanti all'agente: «Mio marito in Italia mi imponeva il velo integrale e mi chiudeva in casa portandosi via le chiavi... Mi picchiava, mi offendeva, mi minacciava... Diceva che non ero buona a niente... Poi mi ha portato in Marocco con i nostri tre bambini per restare lì solo 40 giorni e invece mi ha preso tutti documenti, lasciandomi a casa di mia madre per poi mandarmi la carta di divorzio...». In qualche modo Salsabila, trentaduenne marocchina, è riuscita a tornare nel nostro Paese, ma da sola e con il cuore infranto. Ha dovuto lasciare alla nonna nelle campagne di Casablanca i suoi tre bambini di 6, 4 e 3 anni, nati tutti dalle parti di Perugia dove ha vissuto con suo marito El Abdelilah per quattro anni, dal 2015 al 2019.

«La mia famiglia mi ha consigliato di sposarlo come da tradizione ma non lo conoscevo molto». Lei non spiaccica una parola d'italiano, «come potrei? non mi faceva uscire di casa», ma non parla bene neppure il marocchino. «È un po' analfabeta, si esprime nel dialetto del suo villaggio», spiega dosando le parole Souad Sbai, la presidente della Onlus Acmid Donna che per prima l'ha ascoltata. Considerate le difficoltà linguistiche sono stati chiamati vari interpreti e, alla fine, ne è uscito questo suo drammatico racconto. In fondo, un déjà vu. Quello che invece non si era ancora visto è la conclusione del pm di Perugia, Franco Bettini, che si è occupato dell'indagine e che lo scorso 15 ottobre ha chiesto al gip l'archiviazione del caso: «Il rapporto di coppia viene caratterizzato da forti influenze religiose-culturali alle quali la donna non sembra avere la forza o la volontà di sottrarsi... La condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra nel quadro culturale, pur non condivisibile in ottica occidentale, dei soggetti interessati». Poche righe, all'interno di un paio di pagine, che hanno sollevato un polverone. «L'attenuante culturale offende anche noi marocchini, è come se ci fosse l'attenuante mafia per gli italiani all'estero, ricordo poi che oggi il Marocco è cambiato, abbiamo nove ministre e non c'è più il niqab», è insorta Sbai lanciando un coro di voci indignate. «Grave precedente». «Fallimento della giustizia». «Queste tradizioni vanno respinte in Italia».

Considerato l'incendio, divampato dopo che Libero ha dato ampio spazio alla vicenda, il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha preso le distanze dal suo pm: «Premesso che non ero a conoscenza della vicenda, ritengo che non sia assolutamente condivisibile la posizione per la quale imporre il velo integrale sia un'idea culturalmente accettabile. Cioè questa non può essere considerata la voce della procura». Ma siete stati voi a chiedere l'archiviazione, o no? «Queste richieste non vengono sottoposte al visto del procuratore. Io ho saputo della cosa solo ieri sera. Ho chiesto subito lumi in modo informale al pm, riservandomi di verificare la situazione lunedì (domani, ndr) al rientro in ufficio». Al di là dello scontro sulle motivazioni culturali e religiose, c'è quello sui fatti oggetto della denuncia per maltrattamenti. «Non ci sono prove del reato — ha scritto Bettini —. Dalle dichiarazioni rese, la donna non sarebbe mai stata minacciata di morte, né avrebbe subito aggressioni fisiche tali da costringerla alle cure sanitarie». E, in effetti, quando il poliziotto le chiede in che modo lui la picchiasse e con quale frequenza, Salsabila risponde così: «Dandomi uno schiaffo in una sola occasione, nell'ottobre 2015». E qui si scalda l'avvocato Gennaro De Falco, suo difensore, che ha già preannunciato opposizione: «La farò il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne». Ogni riga della breve richiesta d'archiviazione è per lui un tumulto: «Non ha chiesto aiuto ai Servizi sociali? Ma mica conosce le nostre strutture!». «Non è mai andata all'ospedale? Ma se la chiudeva a chiave!». «Non si è ribellata? Non tutte hanno questa forza!». «Le tradizioni loro vanno considerate? In Italia c'è la parità di diritti!». Forse qualche parola di troppo è scappata al pm, forse anche le dichiarazioni filtrate non possono restituire il quadro puntuale della situazione. Comunque sia, Salsabila è tornata in Italia e ora chiede aiuto.

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lettere@corriere.it

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